ESCLUSIVA TG – Cereser: “Vedo un bel derby alla morte, mai come questa volta il risultato è aperto”
Fonte: Elena Rossin
Angelo Cereser è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Cereser è un ex calciatore che militò nel Torino dal 1962 al 1975, attualmente ha un agenzia immobiliare, ma non ha smesso di seguire il calcio e in particolare le vicende della sua ex squadra. Con lui abbiamo parlato del derby di questa sera.
La Juventus è a punteggio pieno e il Torino è quinto con undici punti, record per i granata dopo cinque giornate da quando, dal ‘94-‘95, la vittoria vale tre punti. Come vede questo derby?
“Vedo un bel derby alla morte perché sembra che Mihajlovic stia riuscendo a infondere nei giocatori quel pizzico di cattiveria e di voglia che serve per vincere le grandi partite, ma soprattutto è riuscito a far quadrare il centrocampo, anche se prendiamo un po’ troppi gol. Comunque è riuscito a inquadrare la squadra sotto l’aspetto emotivo e caratteriale, cosa che è fondamentale nei derby. Il cuore, la grinta, il gioco servono, ma, ripeto, è fondamentale con questa Juve non demordere nemmeno se si sta vincendo quattro a zero”.
Sono un po’ il tallone d’Achille del Torino le amnesie in fase difensiva.
“Sì, ma mi sembra che anche tante altre squadre soffrano lo stesso problema. Bearzot diceva nell’82 che quando si fossero “svegliati” i giocatori di colore ne sarebbero arrivati una marea e che si andava verso la globalizzazione del gioco e i calciatori non avrebbero più interpretato solo un ruolo, ma sarebbero stati più completi e capaci di fare tutto. Così facendo si specializzano un po’ di meno e si resta meno fissi e restano pochi difensori molto bravi, quindi, si subiscono più gol, però, si realizzano anche più reti. Il gioco è cambiato. Nel derby tutto può succedere e questa volta non c’è una squadra che ci arriva da vincente e un’altra da perdente poiché entrambe hanno vinto e, quindi, non vale il fatto che di solito è favorito chi ha perso. Pertanto sarà una bellissima lotta e questo derby sarà uno dei migliori degli ultimi anni”.
Che cosa il Torino deve temere di più da parte della Juventus?
“L’organizzazione. Il Torino dovrà attaccare con molto furbizia perché dietro i bianconeri sono colpibili., però, dovrà giocare con grande animosità e non mollare, non cedere un metro, anzi, un centimetro e in questo la penso esattamente come Mihajlovic. La Juve, al di là del gioco, del cuore e dell’organizzazione, ha giocatori che possono inventare la giocata in qualsiasi momento e ne ha più del Toro, anche nelle file granata ci sono calciatori con queste caratteristiche, ma sono meno. Il Torino deve stare molto attento perché l’invenzione del giocatore di classe non ha avvisaglie e arriva come un fulmine a ciel sereno”.
Uno che ha inventiva ed imprevedibilità è Ljajic e quando è ispirato fa la differenza, forse più ancora di Belotti che è il finalizzatore per eccellenza. Concorda?
“Sì, Ljajic è messo lì apposta dietro le punte e penso che Mihajlovic gli abbia trovato la posizione giusta finché dura con il fiato. E’ un trequartista alle spalle di una punta, al massimo una punta a mezza, e in quegli spazi è molto bravo sia a tirare sia a fare il passaggio finale, che è la sua dote migliore. In questa posizione ha anche la possibilità di rifiatare un attimo perché non è un grande corridore e di conseguenza per lui rifiatare è estremamente importante, come per tutti quelli che devono fare il passaggio di classe, e per riuscirci ha bisogno di essere riposato e mediamente lo è facendo il trequartista, Rincon può correre per tre giorni, mentre Ljajic no e può farlo solo ogni tanto, ma è capace di mettere la palla sul disco del rigore quando serve”.
Come valuta i nuovi arrivati in difesa?
“Non lo conoscevo, ma mi ha meravigliato N’Koulou perché, secondo me, ha la capacità di affrontare l’uomo senza paura, è abbastanza veloce e sbaglia relativamente poco per cui mi sembra il centrale che ci voleva e credo che giocherà parecchio. Non posso dire niente di Lyanco e Ansaldi perché non ho potuto vedere la partita con l’Udinese e, quindi, non mi sento e non sarebbe corretto esprimere un giudizio. Comunque i giocatori non si valutano per una partita, ma dopo averli visti in campo per quattro o cinque gare in modo che abbiamo affrontato più formazioni che giocano in modo differente”.
Sirigu è il portiere che serviva al Torino?
“E sì, è proprio il portiere che serviva perché para il parabile e ogni tanto para anche l’imparabile. Dà sicurezza e non perde la testa e credo che la società abbia con lui fatto un bell’acquisto per la tranquillità difensiva”.
Tornando al derby, il risultato è aperto?
“Indubbiamente sì. Sono uno che azzecca abbastanza i risultati, ma questo derby è proprio da tripla. Mai come adesso l’esito è incerto perché se il Torino riuscisse ad andare in vantaggio non sarà facile per la Juventus rimontare poiché se i bianconeri si espongono dietro rischiano parecchio. La Juve è più perforabile rispetto all’anno scorso. I derby sono partite in cui ci va qualche cosa in più, quando dicono che è una partita normale dicono balle, non è per niente una partita normale il derby. E’ una gara estremamente delicata in cui bisogna dare più del massimo, passatemi l’espressione. Nelle altre partite facendo anche meno si possono vincere, ma nel derby no. Come sempre vincerà chi è più forte o chi in questa partita riesce a dimostrare tutte le cose delle quali abbiamo parlato, piccole cose che diventano grandi in un derby”.