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ESCLUSIVA TG – De Luca: “Il mio obiettivo è giocare nel Toro. Per l’Europa il Toro darà battaglia fino alla fine”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Manuel De Luca

Manuel De Luca è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. De Luca, nelle giovanili granata dagli Allievi Nazionali ha poi esordito in Serie A il 3 gennaio 2018 nel derby di Coppa Italia Juventus-Torino, in questa stagione ha giocato in prestito all’Alessandria e ha segnato dodici gol. De Luca è uno dei dieci giovani selezionati per la prima edizione del concorso “Speranza Granata 2019” ideato e promosso dalla redazione di TorinoGranata.it, per conoscere le modalità del concorso cliccare sul seguente link: https://www.torinogranata.it/editoriale/speranza-granata-il-vincitore-lo-scegliete-voi-88496 Con lui abbiamo parlato della sua crescita professionale e della corsa del Torino a conquistare un posto in Europa.

Dodici gol in Lega Pro sono la consacrazione per un ragazzo come lei. E’ facile immaginare che sia soddisfatto.

“Sì, sono molto felice. Mi ero prefissato di arrivare almeno in doppia cifra e l’obiettivo è stato raggiunto, ma se non fosse stato per i miei compagni che mi hanno messo in condizione di segnare magari non ci sarei riuscito. Un grazie va quindi ai miei compagni”.

Lei che tipo di attaccante è?

“Mi ritengo un attaccante molto fisico data la mia altezza, ma so di dover migliorare tecnicamente, però, faccio sia la fase offensiva sia quella difensiva. Sacrificio che è richiesto dagli allenatori a tutti gli attaccanti nel calcio di adesso. Sono anche un opportunista poiché mi faccio trovare nel posto giusto al momento giusto in modo da poter segnare”.

Il sacrificio in fase difensiva quanto influisce sull'essere lucido sotto porta?

“Influisce, Infatti, quest'anno mi è capitato parecchie volte di arrivare stanco davanti alla porta e fallire l'occasione da gol. Purtroppo però nel calcio di adesso conta sia la fase difensiva sia quella offensiva, quindi, è un sacrificio che va fatto. Comunque sono felice di aver segnato 12 gol”.

Finito il prestito il primo luglio tornerà al Torino, qual è il suo obiettivo per la prossima stagione?

“Arrivare a giocare nel Torino in prima squadra in Serie A. Sono consapevole però che un giovane deve avere continuità giocando e "facendosi le ossa". Quest'anno ad Alessandria ho avuto continuità sia sotto il profilo delle presenze sia in fase realizzativa e ne sono molto contento, adesso vedremo che cosa accadrà. Il mio procuratore andrà a parlare con il Torino e decideranno che cosa fare, magari mi capiterà come a Cutrone che ha iniziato con il  ritiro estivo e segnando tanto nelle amichevoli contro squadre importanti è rimasto e ha disputato un campionato importante. Se non dovesse andare così  spero di andare in serie B e fare lo step successivo”.

Prima diceva che deve migliorare, ma in che cosa?

“Nella gestione della palla, quanto attaccare, quando far salire la squadra, non sbagliare gli appoggi che fanno poi partire il contropiede avversario:  queste, secondo me, sono le cose nelle quali devo migliorare. Ovviamente devo anche avere un po' più di malizia, di cattiveria in certe situazioni come nei duelli uno contro uno o sotto porta”.

Che cosa crede di avere imparato in questa stagione all’Alessandria e anche prima nel Renate?

“L'anno scorso avevo fatto mezzo campionato nel Torino in prima squadra e credo di essere cresciuto sotto tutti i punti di vista anche senza mai giocare, infatti, poi sono riuscita ad esordire nel derby di Coppa Italia il 3 gennaio 2018, purtroppo quella partita l'abbiamo persa e siamo stati eliminati. Poi sono andato al Renate in un contesto dove dovevo integrarmi subito nel gruppo e non è stato facile, ho avuto poca continuità nell'andare in campo, anche se sono riuscito a segnare tre gol, ed è andata così. Quest'anno, invece, giocare con continuità mi ha dato tanto e si è visto anche dal punto di vista realizzativo. Ho sentito la fiducia della società e dei due allenatori prima D'Agostino e poi anche con Colombo in un contesto dove tutti si volevano mettere in mostra sono riuscito a mantenere il mio posto ed è stata una bella battaglia. Posso dire quindi di essere cresciuto dal punto di vista tecnico-tattico ma anche del carattere.”

Il Torino è ancora in lotta per l’Europa League a due giornate dalla fine del campionato, anche se la concorrenza è agguerrita e Milan e Roma sono in vantaggio di due punti. I granata possono raggiungere l’obiettivo?

“Il calcio è imprevedibile fino a quando la aritmetica non ti toglie dai giochi bisogna crederci sempre. E' successo anche a noi quest'anno all'Alessandria ti a due partite dalla fine il Pontedera aveva sei punti in più, ma abbiamo vinto lo scontro diretto con loro e poi anche l'ultima in casa mentre il Pontedera ha perso è così noi siamo andate ai play-off. Bisogna crederci fino all'ultimo. Penso che anche tifosi del Toro e la piazza meritino di andare in Europa League perché quest'anno il Toro ha fatto un campionato strepitoso e poi anche per i giovani sarebbe una chance importante poiché ci sarebbe una competizione in più e di conseguenza più partite da giocare e più spazi”.

Domenica ci sarà Empoli-Torino, come vede questa partita?

“Sarà sicuramente una partita importantissima per tutte e due le squadre. L'Empoli si deve salvare visto che Genoa e Udinese hanno lasciato punti per strada e il Torino deve entrare in Europa League sperando in un passo Falso del Milan e della Roma. Penso che sarà una partita combattuta fino alla fine. Si giocherà a viso aperto perché l'Empoli non può mettersi di chiudersi in difesa e sperare nel pareggio e lo stesso discorso vale per il Torino poiché il punto potrebbe non essere sufficiente. Immagino una partita molto aperta e con tanti contropiedi”.

Ha qualche suggerimento da dare a Belotti?

“No, sono io che devo chiedere suggerimenti a lui”.

Ma se il Torino dove non dovesse andare in Europa League sarebbe una delusione?

“Il Torino comunque quest'anno ha fatto delle grandi cose e ha dato tutto e quindi c'è solo da applaudire i giocatori. Si spera che l'anno prossimo ci riesca”.

Un’ultima considerazione, i tifosi del Torino amano molto i giovani soprattutto quelli che provengono dal vivaio, anche se è stato ultimamente lontano quest'affetto lo percepisce?

“Percepisco molto l'affetto dei tifosi del Toro. Già quando ero in Primavera si sentiva l'affetto dei tifosi quando venivano a vedere le partite importanti sì e sostenuti anche nel settore giovanile e questo fa capire ci tengono alla maglia”.

I tifosi trasmettono l'attaccamento alla maglia anche a ragazzi come lei che sono arrivati a un certo punto nel settore giovanile?

“Assolutamente sì, me l'hanno trasmesso da subito, fin dal primo giorno che sono arrivato a Torino. Questo aiuta tantissimo il calciatore a entrare nello spirito e nella mentalità perché si ha tanta motivazione dentro. Sentire i cori, l'affetto dà una spinta in più”.