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ESCLUSIVA TG – Fantini: “Al Torino serve coraggio e sana pazzia per vincere. Il Cagliari ha un centrocampo più forte”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Enrico Fantini

Enrico Fantini è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Fantini ha giocato nel Torino nella stagione 2005-2006 insieme all’attuale mister Davide Nicola, attualmente è un allenatore. Con lui abbiamo parlato della lotta per la salvezza e della gara di questa sera dei granata con il Cagliari.

Cagliari-Torino è uno scontro salvezza. Secondo lei che ha giocato con Nicola, l’allenatore granata come affronterà questa partita e cosa potrà dare alla squadra affinché vinca?

“Parlo per ciò che ho osservato da fuori, ma dall’arrivo di Nicola al Torino si è visto che ha trasmesso il suo grande entusiasmo e la sua grande passione che ha per il calcio. Diciamo che interpreta il ruolo di allenatore tutto a modo suo poiché è molto caliente, passionale e ha bisogno di emozioni visto che lui vive di emozioni. E anche quando nel 2006 vincemmo il campionato fu un anno di passione, ma eravamo tutti uno per l’altro e lui, secondo me, ha portato e cercherà di portare anche per la partita con il Cagliari questa unione d’intenti nel gruppo che poi alla lunga fa la differenza”.

Il Torino da un po’ muove la classifica, ma sta collezionando pareggi anche con Nicola. Come vede tutto questo in ottica salvezza?

“Purtroppo con i tre punti a vittoria farne uno serve poco, ma è utile per il morale. Ho sentito due-tre interviste di Nicola e lui vede sempre il bicchiere mezzo pieno per cui ritiene una cosa positiva ottenere un pareggio quando non si riesce a vincere. Ma con i tre punti a vittoria alle volte penso sinceramente che convenga una sconfitta e una vittoria piuttosto che due pareggi. Vedremo. Ho visto che il Torino fa un po’ fatica negli ultimi trenta metri, anche se è evidente che ci sia voglia di raggiungere il risultato e l’obiettivo però davanti si vive un po’ sulla giocata del singolo: si spera che Belotti faccia qualche cosa o che lo faccia Zaza. Per questo spesso il Torino si affida a palle in verticale, però, va bene essendo questo il calcio che vuole Nicola e speriamo che a fine stagione dia frutti”.

Belotti è il giocatore a cui tutti si aggrappano ed è arrivato a centrocampo Mandragora, può essere quest’ultimo il calciatore che aiuterà a migliorare la fase offensiva?

“No, non credo per ciò che riguarda la fase offensiva. Mandragora è un ottimo calciatore però non è un grande giocatore di fantasia. E’ uno molto lineare quindi ritengo che per portare i palloni in avanti il Toro abbia bisogno di giocatori che inventino anche qualche cosa o sulle fasce oppure in mezzo al campo. Sicuramente può essere utile Mandragora, ma non per il gioco offensivo”.

Sarebbero quindi più utili giocatori come Singo, Ansaldi, Lukic, Baselli e Verdi?

“Il recupero di Baselli, secondo me, è fondamentale per il Torino perché è un giocatore che sa fare la fase offensiva come anche il centrocampista quindi ritengo che diventerà indispensabile per Nicola. L’unico altro offensivo a centro campo è Lukic però mi sembra anche lui un po’ fuori ruolo, ma Nicola li ha sott’occhi tutto il giorno quindi sa sicuramente valutare bene chi utilizzare e come per ottenere il massimo. Per me il Toro ha bisogno di qualche cosa in più in fase offensiva, ma a mio avviso Nicola sta pensando prima a non subire per poi sperare che accada qualche cosa d’importante là davanti e che qualcuno inventi qualche giocata vincente”.

Sanabria ha annunciato di essere negativo al Covid e quando sarà utilizzato il Torino qualche arma offensiva in più l’avrà.

“Esatto, sicuramente Sanabria potrà portare qualità in attacco. Me lo ricordo al Genoa cosa faceva e potrà farlo anche al Torino”.

Con Crotone, Parma e Cagliari che stanno facendo peggio del Torino si può essere un po’ ottimisti per quel che riguarda la salvezza?

“Va detto che il Cagliari a livello d’organico non c’entra nulla con la classifica che ha attualmente per cui alla lunga potrebbe risollevarsi e venire fuori dalla lotta per la salvezza. L’ultima volta ha perso a tempo scaduto con l’Atalanta giocando un’ottima partita e sarà molto difficile per il Torino affrontarlo, anche perché non potrà contare su due giocatori che sono risultati positivi al Covid. Il Toro per me comunque è una delle squadre destinate a salvarsi con “tranquillità”, ma è importante che torni a vincere al più presto”.

Il Torino che cosa deve temere nella gara con il Cagliari?

“Vedo il Cagliari molto forte a centrocampo e penso che sia superiore al Torino in questo reparto, però, ogni partita ha la sua storia per cui vediamo. Per vincere le partite ci vuole coraggio e alle volte anche della sana pazzia e in questo momento nel Torino non vedo sana pazzia perché c’è molta paura”.

Il Torino deve prima di tutto superare le sue paure?

“Sì, prima di sbilanciarsi in avanti bisogna comunque trovare equilibrio di squadra e, molto probabilmente, Nicola sta pensando a questo per poi magari provare ad essere più offensivi quando Sanabria sarà pronto a giocare dopo questo stop forzato. Noi parliamo da esterni ed é facile, mentre Nicola ha i giocatori sotto mano tutti i giorni e sicuramente farà le valutazioni migliori e speriamo che siano quelle giuste”.

Il Cagliari nelle ultime sei partite ha fatto un solo gol e se anche il Torino ha subito una rete in più dei sardi, 41 a 40, forse nel segnare è un po’ più facilitato tenuto conto che ha anche Belotti?

“Sì, ma il problema è che il Cagliari si è rinforzato e ha cambiato sistema di gioco e una volta che avrà trovato l’equilibrio giusto supererà il momento difficile e non avrà più a che vedere con la zona retrocessione. Belotti non lo scopro io, è un giocatore che vuole strafare e dare tutto per il Torino risolvendo i problemi e alle volte magari lo fa anche tenendo la palla più del dovuto questo, come dicevo, perché vuole fare tanto per il Torino e tirarlo fuori da questa situazione. Ma da queste situazioni non si viene fuori con il singolo che può sì risolvere una partita, però, non una stagione. Serve il gruppo che alla lunga fa la differenza”.

Forse è per questo che Nicola insiste con Zaza che è l’unico, almeno fino a quando non sarà disponibile Sanabria, che può fare da spalla a Belotti?

“Sì, Zaza è l’unico che dà la profondità. Viene criticato tantissimo, ma corre dal primo minuto all’ultimo e corre anche dietro ai fili d’erba e dà sempre appunto la profondità, mentre Belotti non lo fa per cui è una spina nel fianco degli avversari. E’ un giocatore che sbaglia tanto, ma corre anche tanto. Vedremo con Sanabria, che è un altro giocatore che viene incontro alla palla, se qualche cosa cambierà nell’assetto perché va capito se giocheremo sempre con il 5-3-2 oppure in un altro modo”.

Lei per la partita con il Cagliari è fiducioso? Il Torino potrà vincere?

“Io sono sempre ottimista perché sono un tifoso granata, e anche viola. Metà parte del mio cuore è granata e vedere il Toro perdere mi dà fastidio. Vorrei vederlo vincere e ancor di più esprimere un gioco un po’ più piacevole, cosa che negli ultimi tempi sinceramente non c’è stata a causa sicuramente della paura. Mi piacerebbe vedere un Toro diverso, come tutti i tifosi granata. Però prendiamo quello che abbiamo e andiamo avanti con quello che si ha”.

Parlando di lei, quando torna ad allenare?

“Da marzo dello scorso anno quando sono andato via dal Cuneo non ho più allenato. E’ un momento transitorio della mia vita e devo capire cosa voglio fare e soprattutto trovare la strada giusta. Non é facile, c’è qualcuno che si arriva senza fare fatica, mentre io probabilmente ne devo fare molta”.

Sta pensando di abbandonare il mondo del calcio?

“Sì e no, ma il calcio è ciò a cui mi sono dedicato per venti e più anni ed è quello che penso di saper fare discretamente bene. Vediamo anche se ci sono delle opportunità perché adesso con il Covid intraprendere strade diverse é difficile, così come fare l’allenatore non potendo andare negli stadi, vedere le partite di persona e avere un’organizzazione futura per cui si vive alla giornata in questo momento”.