ESCLUSIVA TG – Fossati: “Per il Toro la partita con il Genoa è pericolosa: ricordiamoci di Venezia, Udinese e Cagliari e non di Juve e Inter”
Fonte: Elena Rossin
Natalino Fossati è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Fossati è stato terzino del Torino dal 1964 al 1974 e in precedenza del Genoa nella stagione 1963-64, con lui si è parlato della sfida di venerdì sera fra le sue ex squadre.
Il Torino vero è quello visto nelle sconfitte con Udinese, Venezia e Cagliari oppure quello dei pareggi con Juventus e Inter?
“Il Torino vero sta nel mezzo perché non é né forte né debole. Noi siamo una squadra normale e viviamo anche di individualità. Se abbiamo Belotti in grande forma si ha anche un Torino con maggiori capacità. E’ un giocatore da non lasciare mai fuori, salvo che non sia infortunato, perché è un punto di riferimento tanto più che Juric vuole giocare con una sola punta ed allora il “Gallo” deve esserci sempre, anche con le stampelle. Se non si ha il punto di riferimento in avanti il Torino è al 50% delle sue possibilità. Sanabria, Zaza e chiunque altro non legano neppure la scarpa destra a Belotti, passatemi la battuta. La Juventus ha voluto fare il salto di qualità e ha preso Vlahovic e se non lo avesse fatto rimaneva dov’era, prima aveva Cristiano Ronaldo. Il punto di riferimento di una squadra è quello davanti non chi gioca dietro. Il Torino poi deve trovare l’equilibrio in difesa quando è pressato. Fin dall’inizio ho detto che Milinkovic-Savic non mi convinceva, è alto ma preferisco avere un portiere come lui nella porta degli avversari. Berisha invece con l’Inter ha fatto tre interventi strepitosi. I problemi del Torino sono a livello di difesa e centrocampo, per il resto sanno giocare tutti. La squadra ha un valore enorme sotto l’aspetto tecnico, ma non tattico. Infatti, abbiamo perso partite con squadre a noi inferiori perché siamo stati pressati alti e marcati a uomo, come si faceva ai miei tempi, e così gli avversari hanno vinto perché ci hanno messo in difficoltà. Non bisogna illudersi che il Torino sia quello visto con l’Inter perché i nerazzurri, va detto, erano al 50%, soprattutto nel primo tempo e se avessimo segnato il secondo gol sarebbe stato più che giusto poiché abbiamo giocato nettamente meglio. E poi l’Inter deve ringraziare chi li ha aiutati: se anziché andare al Var si va al bar … Gli arbitri ci hanno danneggiati”.
Ha detto che i problemi del Torino sono in difesa e in effetti pur avendo la quarta migliore della Serie A sono stati subiti 12 gol negli ultimi quarto d’ora e a centrocampo, questo vuole dire che la squadra quando è stanca è meno lucida?
“Sì, nei finali il Torino è meno lucido e poi un calciatore come Izzo deve essere recuperato e giocare sempre. Bremer, che è un grandissimo giocatore, da solo non basta perché è molto più uno che imposta l’azione da dietro e con il gioco moderno va bene ed è bello vederlo, però poi quando si aprono le linee dietro si subiscono gol. Nel calcio ci sono i traversoni che allargano il gioco e mettono la palla in mezzo e quando accade il Torino prende gol. Abbiamo subito reti da squadre come lo Spezia e il Venezia e se si analizzano le azioni si vede quali sono stati gli errori. E poi bisogna pensare che quando è ora di fare risultato va detto “bene questa è la linea Maginot e facciamo zero a zero e poi magari si vince uno a zero” come sarebbe successo con l’Inter se non si fosse subito il gol al 93esimo. In certe situazioni si deve spegnere il gioco degli avversari e in questo, per me, il Torino non è capace”.
E a centrocampo quali sono i problemi?
“A centrocampo al Torino manca uno “zappatore”, per capirci uno come era Rincon: un mediano vecchio stile piazzato davanti alla difesa. Juric non lo utilizzava e non voglio giudicare l’allenatore visto che io sono uno che le partite le guarda, non sarebbe giusto”.
La partita con il Genoa, che sta lottando per salvarsi, che gara sarà per il Torino?
“La partita con il Genoa per il Torino è di quelle pericolose. Dovremo giocare come se affrontassimo la prima della classe perché se pensiamo di giocare con una squadra in fondo alla classifica va a finire che rischiamo di perdere. I pericoli per il Torino arrivano proprio dalle squadre medio-piccole. Come si suole dire il veleno sta nella coda. Vediamo quindi di proteggerci. I giocatori sanno che il loro valore è totalmente diverso da quello del Genoa, però serve fare attenzione perché alle volte le partite vanno come vogliono e non come si vorrebbe. Calma e gesso. Non vorrei che il Genoa facesse la linea Maginot e poi con un contropiede o con un’azione un po’ strana ci fanno gol. Il Genoa o prende tre gol da noi oppure vince. Non serve loro il pareggio vista la situazione in classifica e che hanno disputato tutte le partite a differenza di Salernitana e Venezia che devono recuperarne. Fossi i Juric preparerei la squadra come se dovesse affrontare Milan, Inter, Napoli o Juventus. Non bisogna avere timoli solo quando l’avversario lotta per lo scudetto. Una squadra seria e che ha grandi qualità batte le squadre inferiori. La verità è che ultimamente noi con chi è in fondo alla classifica abbiamo perso e allora che senso ha giocare bene con Juventus e Inter se poi non lo si fa anche con le altre? No mi sta bene. Se avessimo vinto con Venezia, Udinese e Cagliari adesso dove saremo in classifica? Valgono i tre punti, i pareggi contano poco. Il Torino ha un buon valore come squadra, ma non per mentalità e umiltà. Manca la determinazione a dire “oggi dobbiamo fare risultato” e quando si gioca con squadre come il Venezia o il Genoa bisogna “spazzolarle” ed è questo il compito di chi deve caricare la squadra. Non si può perdere con squadre inferiori e ricordiamoci che dopo il Genoa ci sarà la Salernitana. Sei punti vanno fatti se si vuole essere una squadra di valore con giocatori che sono di un certo livello, va fatto il salto di qualità sia mentalmente sia in campo. Sono rimasto molto deluso dalla squadra nelle partite con Venezia, Udinese e Cagliari e per questo non mi piace Juric. So di andare controcorrente e non nego quanto abbia fatto per risollevare il Torino. Non ci sono dubbi che abbia reso solida la difesa, gol presi da polli a parte, che la squadra anche quando perde ci prova fino all’ultimo, che ben poche volte ci sia stato un approccio alla partita sbagliato, ma resta il fatto delle inconcepibili sconfitte con squadre inferiori. Quando giocavo, se io e Poletti non fossimo andati sul fondo e non avessimo fatto i cross i compagni in attacco come avrebbero fatto gol? O quando io ero a sinistra, Agroppi in mezzo al campo che distribuiva palloni, e Pulici e Graziani segnavano. Oppure anche quando c’era Bui a fare da sponda che ha permesso a Pulici di fare 17 gol. Allora come oggi se non si spinge sulle fasce è difficile fare gol. Nel calcio moderno, che si gioca molto uno contro uno e si fa molto possesso palla con il pallone che è una sorta di yo-yo che va su è giù, se poi non si ha la qualità in avanti con i giocatori che s’incrociano e che vanno a prendere i palloni morti non si vincono le partite. Non mi piace parlare della Juventus, ma Allegri vuole in campo gente che morda e che giochi dove vuole lui altrimenti li mette fuori. Allegri ha tanti difetti, ma il pregio di voler vincere. Se il Torino ha le qualità allora le deve mettere sempre in campo e arrivare in classifica di conseguenza. Nelle due stagioni precedenti era deprimente vedere giocare il Torino e alla fine della partita ero stanco come se avessi giocato per il nervoso che mi veniva, ma non riesco ad accettare che quest’anno con i miglioramenti che ci sono stati poi ho visto partite come quelle con Venezia, Udinese e Cagliari”.
Forse la rosa del Torino non è del tutto adeguata?
“Non mi dispiacerebbe vedere giocare sette-otto o anche dieci undicesimi per alcuni anni perché per ottenere risultati serve costruire la squadra non solo dal punto di vista del gioco, ma anche sulla personalità degli uomini e quindi in rosa devono esserci giocatori che hanno personalità. Senza la farina non si fa il pane. Se si hanno calciatori che non hanno personalità vanno scartati, ma è un altro tipo di discorso che attiene al mercato”.
Tornando alle partite, che cosa si aspetta dal Torino di qui a fine campionato?
“Mi aspetto che il Torino vinca con Genoa, Salernitana, Spezia, Empoli e tanto meglio se magari li fa anche con il Verona. Ma se così non accadrà non mi interessa più di tanto che poi giochi bene con Milan, Lazio, Napoli e Roma e magari pareggi. Se si sbagliano le partite con Genoa, Salernitana, Spezia e Empoli allora vuole dire che non si è maturi. I risultati devono arrivare dalla forza della squadra e che si giochi con il Milan o la Salernitana nello stesso modo. Se si mette sempre il cuore davanti all’ostacolo allora vuole dire che ci sei. Quando dico che serve un gruppo di giocatori che restino in squadra per alcuni anni lo affermo perché solo così si creano quegli automatismi che ti permettono di giocare a memoria sapendo che se vai a destra c’è il tuo compagno, che se fai una determinata giocata puoi mandare la palla in un punto preciso. Per riuscirci serve essere in forma e se non lo si é allora l’allenatore ti cambia, ma se si è abituati a giocare con gli stessi compagni sai benissimo che le giocate riescono. In caso contrario è perché o fai l’errore tu oppure trovi un avversario più forte, ma in generale non subisci gol perché hai automatismi perfetti studiati e affinati nell’arco del tempo, solo così in campo sai cosa fare tu e cosa fa il tuo compagno. E poi ci vuole serietà perché oggi i calciatori hanno la grande fortuna di guadagnare grandi cifre e per questo toccano il cielo con un dito”.