ESCLUSIVA TG – Franceschini: “Il Torino ha qualità superiori al Chievo, può vincere”
Fonte: Elena Rossin
Ivan Franceschini è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Franceschini ha indossato la maglia granata dal 2006 al 2009 e in precedenza anche quella del Chievo nella stagione 2000-2001. Attualmente è un allenatore. Con lui abbiamo parlato della sfida che ci sarà oggi pomeriggio fra le sue ex squadre.
Riprende il campionato dopo la sosta per gli impegni della Nazionale e il Torino affronterà il Chievo, che tipo di gara si aspetta?
“Penso che il Torino abbia più qualità del Chievo Verona, anche perché la società granata ha speso molto di più in sede di mercato poiché credo che il presidente Cairo ambisca insieme a tutti, dirigenti, allenatore e giocatori, ad andare in Europa, non sarà un traguardo facile da raggiungere, ma ritengo la squadra buona e con dei valori. Valori che sono superiori a quelli del Chievo, anche se i clivensi ogni anno sono una sorpresa pur non partondo con i favori del pronostico. Ogni anno la squadra è formata quasi dagli stessi giocatori che sono appunto più vecchi di un anno, però, disputano sempre ottimi campionati. Malgrado tutto ciò considero il Torino una squadra qualitativamente più forte e anche più brillante avendo nelle sue fila ragazzi giovani, mentre nel Chievo l’età media è abbastanza elevata”.
> È banale dirlo, ma per vincere le partite bisogna segnare e Belotti manca all’appuntamento con il gol dal 20 di settembre, quasi due mesi dovuti anche all’infortunio, così come Ljajic. Il Torino ha un attacco importante e sono in tanti giocatori che possono segnare, però, forse anche nel reparto avanzato c’è qualche cosa da registrare?
“I numeri che hanno fatto registrare finora Torino e Chievo si assomigliano molto, infatti, i granata hanno segnato diciassette reti mentre il Chievo quattordici, quindi, si tratta di dati non molto differenti. Ma il Torino, secondo me, ha un potenziale offensivo di prim’ordine, anche perché ha giocatori che sono stati acquistati da grandi squadre. Belotti effettivamente arriva dal Palermo, ma Iago Falque e Ljajic, Niang arrivano dalla Roma e dal Milan, magari in quelle squadre non erano le prime scelte, però, resta il fatto che erano stati presi da società che all’epoca lottavano per vincere il campionato. Il Torino in attacco ha giocatori veramente importanti, anche se i numeri qualche cosa vogliono dire, ma siamo solo a un terzo del campionato e c’è il tempo affinché questi giocatori possono mettere in evidenza tutta la loro qualità. Il Torino ha un grande potenziale, avrebbe potuto fare di più, ma la coperta può essere risultata corta, questo dipende anche dalle scelte dell’allenatore che per far giocare tanti attaccanti può essere rimasto scoperto in altri reparti non avendo gli equilibri giusti per fare la partita che si voleva. Sembra semplice, ma non lo è, però, alla fine i valori verranno fuori proprio perché il Torino ha giocatori importanti in tutti i reparti”.
Nonostante in difesa ci siano giocatori del calibro di Ansaldi, Moretti, N’Koulou, il giovane Lyanco che è già pronto per la serie A e importa ci sia Sirigu il numero dei gol subiti continua a essere il tallone d’Achille del Torino. Come si spiega?
“Il Torino era partito molto bene a inizio campionato, però, come si diceva prima forse è una questione di equilibri e dopo essere stato nella parte più alta della classifica ha accusato un periodo di flessione, dovuto anche alla partita con la Juventus e a quella sconfitta che ha lasciato sicuramente degli strascichi dal punto di vista mentale. Quando si gioca con tanti calciatori offensivi se non si riescono a trovare gli equilibri e non si ha chi dà una mano in fase difensiva gioco-forza si rimane scoperti e ci si espone alla fase offensiva degli avversari. Riuscendo a equilibrare le due fasi si risolve il problema, ma non è cosa semplice. Il Torino, comunque, è in una posizione buona in classifica e se tornerà ad essere quello d’inizio stagione e non in incapperà più in periodi di calo fisico, come accade per qualsiasi squadra, potrà mantenersi nelle posizioni che contano della graduatoria. Ho visto alcune partite del Torino e mi ha impressionato positivamente N’Koulou, giocatore che non conoscevo, ma che è veramente un buon giocatore e ha fatto il suo anche nella partita con l’Inter. Negli ultimi anni il Torino è tornato a stabilirsi nella parte sinistra della classifica, poi, lottare con le grandi squadre per i posti in Europa è difficile perché i valori dal punto di vista economico sono molto differenti e ci sono società che possono spendere molto di più, ma nonostante questo la politica granata nell’ultimo periodo è stata, secondo me, giusta, infatti, si è puntato sui giovani presi da società più piccole e fatti crescere e giocatori che arrivano da grandi club e che hanno grandi potenzialità, anche se sono stati scartati da queste società che ambiscono a traguardi di primissimo piano”.
Il Chievo per età media non sarà una squadra particolarmente giovane, ma ha grande equilibrio, sa disporsi bene in campo e Maran l’ha amalgamata bene. Quali insidie potrebbe trovare il Torino?
“È una squadra formata da giocatori che si conoscono molto bene e che giocano da tempo insieme, anche se si tratta di una squadra “vecchiotta” poiché ogni anno in sede di mercato vengono cambiati pochissimi giocatori, ma è una formazione che ha dalla sua la conoscenza, un allenatore bravo che fa giocare in modo semplice la squadra e le ha dato concetti precisi e i giocatori, grazie alla loro esperienza, molto spesso riescono a imbrigliare gli avversari, com’é successo nell’ultima partita di campionato con il Napoli, che è la squadra che in questo momento gioca meglio e che riesce sempre a creare grandi occasioni da gol, ma con il Chievo non è riuscita a segnare. Sarà stato perché il Napoli arrivava dagli impegni molto stancanti della Champions League, ma magari anche per la bravura del Chievo. Come dicevo prima, a inizio di ogni stagione tutti danno il Chievo tra le squadre che devono lottare per salvarsi fino all’ultima giornata, però, poi il Chievo finisce per ottenere quasi sempre una tranquilla salvezza ben prima delle ultime giornate, disputando ottimi campionati, come mi sembra stia facendo quest’anno. Per il Torino non sarà una partita facile, ma, come ho già detto, i granata qualitativamente sono superiori e se dal punto di vista motivazionale le due squadre possono eguagliarsi la differenza la farà la qualità e il Torino ne ha di più. Dovranno essere bravi l’allenatore e i giocatori del Toro a mettere in campo le motivazioni è l’atteggiamento giusto per battere il Chievo Verona”.
Cambiando argomento e parlando di lei, conclusa l’esperienza con la Reggina come vice allenatore é in attesa di una proposta interessante?
“Sì, mi era stato proposto dalla Reggina di fare l’allenatore della Berretti, ma sinceramente avevo altre aspirazioni nel senso che mi aspettavo una proposta di altro tipo ed è per questo che non ho accettato perché speravo che puntassero su di me per la prima squadra. Quando le aspirazioni sono superiori a quello che si può ricevere si rimane anche un po’ male, ho avuto anche altre offerte per fare il secondo in Serie C, ma anche in questi casi, per vari motivi, la cosa non è andata in porto. Ho avuto una proposta anche dalla Serie D, ma volevo altro perché da allenatore ho già fatto due anni in Eccellenza e due il secondo alla Reggina”.
Vorrebbe cimentarsi nell’essere l’allenatore di una prima squadra?
“Non mi dispiacerebbe anche allenare nelle giovanili di una squadra di serie B, ma non mi sono arrivate proposte. Mi tengo aggiornato andando a vedere partite di Serie C e qualcuna di B, vivo a Reggio Calabria ed è questa la realtà in cui mi trovo, per il resto guardo in televisione le gare dei campionati maggiori ed esteri. È un modo per studiare le novità dal punto di vista tattico avendo finito due anni fa il master per allenatore. Ho appena fatto un corso, molto interessante e istruttivo, che insegna a studiare le squadre al computer, mi è piaciuto molto e sicuramente mi potrà essere utile. Mi tengo così impegnato e cerco sempre di migliorarmi”.