ESCLUSIVA TG – Garzya: “L’unica cosa che deve fare il Torino per salvarsi è non perdere con lo Spezia”
Fonte: Elena Rossin
Luigi Garzya è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Garzya attualmente è un allenatore e da giocatore ha militato nel Torino dal 2000 al 2003. Con lui abbiamo parlato della sfida salvezza dei granata con lo Spezia arrivata dopo la pesantissima sconfitta per sette a zero con il Milan.
Il Torino dovrà prontamente riprendersi dalla batosta inflittagli dal Milan come accadde nel 2002-2003 quando dopo un’altra sconfitta, quella volta per sei a zero e a San Siro, nella gara successiva vinse con il Chievo. Allora Camolese come vi spronò?.
“Va detto che ogni partita fa storia a sé, però, devo confessare che non ricordo quel sei a zero devo averlo rimosso. A ben pensarci io allora con il Milan ero in panchina e poi giocai la successiva gara con il Chievo, che era una signora squadra all’epoca. E innegabile che anche per noi perdere con il Milan così fu una bella batosta, ma non si possono paragonare i due eventi e non solo perché sono accaduti a distanza di più di diciannove anni bensì perché allora eravamo a inizio campionato, mentre adesso si è alla fine. Capitano queste partite di questo genere accadono a tutti, magari non con un risultato così tennistico. La cosa importante è che il Torino in queste rimanenti tre partite faccia tre punti perché, secondo me, con tre punti si salva”.
Il problema è che domenica il Benevento affronterà il Crotone, che avrà pur vinto giovedì con il Verona, ma è già retrocesso e ha dieci punti in meno dei sanniti.
“Però il Torino adesso ha quattro punti in più e ha la partita da recuperare con la Lazio che di fatto è fuori dalla Champions e poi nell’ultima giornata affronterà proprio il Benevento. Non credo che la Lazio con il Torino farà la partita della vita per cui l’unica cosa che deve fare il Toro e non perdere con lo Spezia che in caso contrario allungherebbe di tre punti, mentre anche solo pareggiando il Torino ha la possibilità di tenere un’altra squadra, lo Spezia appunto, a lottare per non retrocedere fino alla fine”.
Ma il Torino con lo Spezia può farcela a vincere?
“Ma sì, il Torino non deve fare un campionato di prospettiva, ormai siamo alle fine e le partite che restano si giocheranno nell’arco di nove giorni. Non c’è nemmeno il tempo di assorbire la sconfitta, nel senso che oramai sanno quello che si stanno giocando. Queste tre partite sono quelle della vita, non c’è più ancora una parte di campionato utile per rimediare. Non c’è il tempo per recriminare sulla gara con il Milan o capire che cosa è andato storto e allora non bisogna neanche più pensarci. E i giocatori lo sanno. E poi con lo Spezia in campo la maggior parte dei calciatori sarà diversa da quella che ha giocato con il Milan, lo spirito sarà diverso e anche le motivazioni”.
Non c’è comunque il rischio di ripercussioni a livello psicologico?
“No. Non c’è nemmeno il tempo di ripensare a quello che è successo. Adesso c’è l’adrenalina, la motivazione e la consapevolezza che fra tre partite il campionato è finito. Nicola è stato un giocatore anche lui e lo sa benissimo per cui non si metterà lì a dire “che cosa avete fatto”, “così retrocediamo”. Mi ci gioco qualunque cosa che fin dal giorno dopo aveva già messo da parte la partita con il Milan e non ne ha neppure parlato perché si è concentrato a preparare quella con lo Spezia”.
Allargando il discorso, l’anno scorso c’era già stata una sconfitta in casa per sette a zero quella con l’Atalanta e adesso questa e se anche ora non c’è il pubblico appesantisce il quadro negativo delle ultime due stagioni.
“E’ chiaro che se parliamo della partita la brutta figura c’è stata tanto più che si è ripetuta, ma lo sanno pure loro di averla fatta. Due sconfitte così fanno capire che qualche cosa non va, anche perché non è facile prendere sette gol. Dopo il quarto non si ha neppure più la forza di reagire e a quel punto è meglio tenersi le energie per la partita successiva. Mercoledì sera un certo punto si è visto che la squadra non aveva neanche la forza per reagire, era già stato messo in preventivo che la patita era già andata”.
Una volta finito il campionato e con la permanenza in Serie A la squadra andrà rivista?
“Secondo me, sì. Sono due anni che la squadra lotta per non retrocedere e si salva all’ultimo per cui è evidente che qualche cosa non va. E quando succedono queste cose il primo anno si può anche dire va bene, ma dopo il secondo, con buona parte degli stessi giocatori, diventa inevitabile rifondarla ancor più perché la rosa non è formata da calciatori scarsi, presi singolarmente non lo sono affatto. E’ chiaro quindi che ci sono giocatori che hanno fatto il loro tempo al Torino e che hanno bisogno di cambiare aria. Ed è giusto che sia così”.
Ritornando alla partita di oggi pomeriggio, in che modo lo Spezia potrebbe mettere in difficoltà il Torino?
“Quelli dello Spezia sanno che si giocano tutto. Hanno poi la partita con la Roma, ma anche per i giallorossi non sarà la partita della vita. Lo Spezia darà tutto ciò che ha. Per questo dicevo che il Torino non deve perdere e possibilmente vincere. Poi il come conta poco, vale solo il risultato. C’è da dire che il Benevento è messo male, anche a livello psicologico e dico che con il Crotone vinceranno, ma non sarà facile.
Stanno meglio psicologicamente quelli del Benevento o quelli del Torino? Io dico quelli del Toro perché hanno quattro punti in più e una partita da recuperare. Se ci si mette nei panni dei giocatori del Benevento che cosa possono pensare? Sono in balia dei risultati degli altri, anche se vincessero le restanti due partite. Si sono “suicidati” perché fino a un po’ di tempo fa erano davanti a parecchie altre squadre e avevano vinto in casa della Juve. Potrà essere stato un episodio, ma sempre tre punti avevano fatto. Alla fine si è rivelata una sorta di maledizione. Il Cagliari invece ha cambiato allenatore e si è rimesso in sesto. Purtroppo per il Benevento rasenta lo zero la possibilità di restare in A. Se gli avessero concesso il rigore con il Cagliari, che c’era, adesso avrebbe maggiori speranze. Come dicevo, resta il fatto che il Torino conquistando tre punti è salvo”.
Cambiando argomento e parlando di lei, è in attesa di una nuova panchina, vero?
“Sì, a me piace lavorare nei settori giovanili e il Covid li ha molto penalizzati. Speriamo che dalla prossima stagione si possa tornare alla normalità”.