.

ESCLUSIVA TG – Gasbarroni: “Nel calcio contano le motivazione e il Torino deve averle”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Andrea Gasbarroni è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Gasbarroni ha giocato nel Torino dal 2009 al 2012 e in precedenza nel Genoa nella stagione 2008-2009, attualmente milita nel Bra. Con lui abbiamo parlato della partita di sabato pomeriggio fra granata e rossoblù.

Il Torino arriva dal deludente pareggio con la Spal mentre il Genoa si è un po' ripreso grazie alla vittoria sul Benevento, ma entrambe le squadre hanno bisogno di punti l'una per l'Europa League l'altra per allontanarsi dalla zona retrocessione. Che partita si aspetta?

"Secondo il mio modo di vedere sarà una partita combattuta perché entrambe le squadre hanno bisogno di vincere, anche perché penso che un pareggio in questa sfida servirebbe a poco. Forse un po' di più al Genoa che conquistando un punto smuoverebbe la classifica, ma poco o nulla al Toro se vuole ambire all'Europa League ed è per questo che deve assolutamente vincere. Credo che un eventuale pareggio alla fine comunque scontenterebbe entrambe le squadre".

La rosa del Torino sulla carta è competitiva, però, alterna partite come l'ultima con la Spal ad altre di livello molto superiore come avvenuto in Coppa Italia con la Roma e in precedenza in campionato con Lazio e Inter. Come si spiega?

"Concordo sul fatto che la rosa del Torino sia competitiva, però purtroppo, alle volte dimentichiamo che ci sono anche gli avversari e il campionato italiano è sempre molto difficile. Forse quest'anno, rispetto alle stagioni precedenti, c'è un numero maggiore di squadre più competitive e, infatti, è un campionato meno scontato sia nella parte alta sia in quella bassa della classifica, Benevento a parte che comunque in più di una partita ha dimostrato di tenere testa a squadre più attrezzate, anche se poi alla fine ha perso. Io non darei per scontato che il Toro possa vincere con squadre meno attrezzate e magari perda con quelle più forti, infatti, il campionato finora ha dimostrato che il Toro può vincere o perdere con chiunque. Questo l'ha detto anche Mihajlovic e nessuno meglio di lui, che vive tutti i giorni a contatto con la squadra, può saperlo e starà a lui toccare i tasti giusti dei giocatori in modo che non ci siano cari mentali che possano far sottovalutare gli avversari, ma non penso che questo avvenga piuttosto c'è da tener presente, come dicevo prima, che ci sono gli avversari e anche loro vogliono vincere".

Alcuni giocatori hanno reso meno delle aspettative a iniziare da Belotti, che nell'allenamento di ieri si è fatto di nuovo male, ma anche Ljajic, che adesso è infortunato anche lui, e soprattutto Niang. Sicuramente gli infortuni incidono, ma questo sembra che non basti a spiegare l'andamento altalenante del Torino. Lei che cosa ne pensa?

"Speriamo che il nuovo infortunio di Belotti non sia grave e che possa essere superato in poco tempo, anche perché a ottobre aveva subito un altro trauma ed è un dato di fatto che non sia un giocatore brevilineo e che abbia una muscolatura importante per cui per recuperare la piena forma fisica ha bisogno di più tempo rispetto ad altri. Ma sono convinto che il "Gallo" tornerà a fare gol come l'anno scorso. Ljajic lo si conosce è un giocatore molto valido tecnicamente, forse il migliore da questo punto di vista insieme a Iago Falque, però è discontinuo e tocca a Mihajlovic motivarlo, ma soprattutto a lui stesso trovare gli stimoli in modo che renda al meglio. È uno di quei giocatori che vanno fatti sentire importanti e di conseguenza bisogna concedere loro anche giornate no in modo che rispondano presente quando vengono chiamati in causa con un pizzico di continuità in più. Niang, invece, secondo me, non si è integrato oppure l'ha fatto poco, però, anche nel suo caso stiamo parlando di un giocatore che ha qualità importanti ed è forte. Sono giocatori che vanno aspettati perché poi alla fine sono i calciatori come loro di qualità che fanno vincere le partite".

Il Genoa da qualche stagione staziona nella parte bassa della classifica e si salva nelle ultimissime giornate. È solo un problema di rosa non sufficientemente adeguata per raggiungere traguardi superiori o c'è dell'altro?

"E' difficile dirlo, ma è vero che le ultime annate il Genoa non ha allestito squadre con nomi eclatanti, però, è anche vero che tutto sommato la rosa è sempre stata in grado di salvarsi, anche se a fine campionato e sono convinto che ci riuscirà anche quest'anno e magari farà anche qualche cosina in più".

Il Torino è sufficientemente attrezzato per vedersela con Sampdoria. Atalanta, Fiorentina, Milan, Bologna e Udinese e lottare per l'Europa League?

"Sono tutte squadre molto equilibrate, alcune hanno iniziato bene la stagione ed altre dopo un avvio un pochino più difficile si stanno riprendendo, infatti, stanno tutte in quattro punti e sono in lotta per il sesto e il settimo posto. Non ne vedo una che, in questo momento, possa spiccare sulle altre e di conseguenza sia avvantaggiata nella corsa per l'Europa League. Penso che se la giocheranno fino all'ultimo e chi avrà più continuità la spunterà. Mihajlovic è un allenatore che ha la mentalità vincente, ma deve andare avanti con le sue idee. Lo dico vedendo da fuori, da spettatore, il modulo che più gli piace e il 4-2-3-1 con il quale aveva iniziato la stagione, modulo che permette di creare un maggior numero di azioni offensive, anche se concede qualche cosa in più  agli avversari, ma se si vuole cercare di vincere si deve anche avere il coraggio di azzardare. Invece, poi, è passato, anzi è ritornato, al 4-3-3 come l'anno scorso, magari dà un po' più d'equilibrio alla squadra, ma mi sono fatto l'idea che non piaccia del tutto neanche a lui questo modulo. Non ci sono dubbi che ci voglia equilibrio in campo e che non si possa attaccare in undici, ma quando un allenatore ha delle idee ben precise come Mihajlovic deve continuare sulla strada intrapresa. Magari poi con il 4-3-3 si vincono dieci partite di fila e tutto torna in discussione, ma se serve solo a pareggiare qualche partita in più non so fino a che punto sia funzionale per raggiungere gli obiettivi. Ciò che conta veramente sono le motivazioni e credo che il Toro le abbia e in una piazza come quella granata devono per forza essere forti. Io non faccio l'allenatore e sono ancora un giocatore, quindi, non sono nessuno per disquisire sui moduli e tanto meno devo dare consigli a Mihajlovic, ma da appassionato e da uno che gioca a calcio noto che il 4-3-3 non rispecchi in pieno il credo del mister perché a lui piace vincere, quindi forse, è meglio che vada avanti con il 4-2-3-1".

Prima diceva che forse un pareggio potrebbe stare bene al Genoa, ma che al Torino servirebbe poco.

"Se l'obiettivo è l'Europa League il Torino deve vincere, c'è poco da dire. Mentre per il Genoa che si deve salvare conquistare un punto a Torino contro il Toro potrebbe bastare in quanto muoverebbe la classifica e se dovesse accadere sarebbe un punto guadagnato. Credo che il Torino abbia le carte in regola per poter vincere sabato, ma è una partita che non va assolutamente sottovalutata perché il Genoa non è l'ultima squadra arrivata. Credo che sarà una partita nella quale ci vorrà pazienza, non si può pensare di scendere in campo e segnare subito, magari accadrà come contro la Spal, però, potrebbe anche non succedere ed è per questo che ci vorrà pazienza e il Torino dovrà cercare fino all'ultimo la vittoria".

Cambiando discorso e parlando di lei, come si trova nel Bra?

"Va bene, mi diverto e mi piace ancora giocare e vado in campo con passione per questo continuo a farlo, anche se ormai sono un po' grandicello, ma finché riesco continuerò a giocare".

Siete un po' sopra la metà classifica, questo piazzamento è in linea con gli obiettivi d'inizio stagione?

"Sì, siamo una squadra che è partita per disputare un campionato tranquillo e per arrivare dalla metà in su. Sicuramente avremmo potuto avere qualche punto in più, però, tutto sommato il campionato sta andando discretamente bene, ma è certo che possiamo fare qualche cosa in più ancora".