ESCLUSIVA TG – Lucarelli: “Nel Torino gli infortuni in attacco pesano, ma Mihajlovic troverà soluzioni”
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Cristiano Lucarelli è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Lucarelli è un allenatore che da calciatore ha militato nel Torino dal 2001 al 2003. Con lui, ex attaccante, abbiamo parlato della situazione della sua ex squadra che nel giro di una settimana ha perso per infortuni tre giocatori del calibro di Ljajic, Belotti e Martinez, ritrovandosi con il reparto avanzato con gli uomini contati o quasi.
Il Torino ha visto dimezzato il numero degli attaccanti a causa degli infortuni di Ljajic, Belotti e Martinez. Come farà Mihajlovic che adotta il 4-3-3 trovandosi con i soli Iago Falque, Maxi Lopez più i giovani Boyè e Aramu?
“Eh, un allenatore bravo com’è Mihajlovic sicuramente troverà una soluzione. Questa situazione potrebbe diventare un’importante chance per Aramu, che io l’anno scorso ho avuto modo di vedere in diverse partite a Livorno e soprattutto nella parte finale del campionato ha fatto grandissime cose ed è un giocatore di talento assoluto. In generale può essere una chance per tutti quelli che erano rimasti un po’ indietro, quindi, non tutti i mali vengono per nuocere, ma è chiaro che le assenze siano pesanti, però, spesso accade che in caso d’infortuni di alcuni si scopre il valore di altri”.
Al massimo il Torino poteva ricorrere a qualche svincolato, ma ha già presentato la lista quindi non ha ritenuto di doverlo fare.
“Non credo che in giro ci fossero giocatori pronti”.
Queste assenze che si protrarranno per più giornate quanto potranno incidere sul cammino della squadra?
“Sicuramente incidono, però, Mihajlovic da calciatore ha fatto parte della Lazio di Eriksson che lottava per lo scudetto e spesso in campionato giocava era schierata con il 4-5-1, con una sola punta e tanti centrocampisti che s’inserivano. Quella squadra ha dato anche delle soddisfazioni perché non dava punti di riferimento in attacco agli avversari. Come ho detto prima, uno bravo come Mihajlovic ha sicuramente l’esperienza per trovare soluzioni meglio di me che non ho la possibilità di seguire nel quotidiano la squadra e sono certo che avrà già apportato delle modifiche provando a dare una risposta alle forzate defezioni”.
Da ex calciatore e da allenatore, quando un giocatore incappa in un infortunio che lo tiene fuori per più settimane e supera anche il mese quando rientra può essere subito ai livelli per-infortunio?
“Prontissimo non può esserlo, ma Belotti e Ljajic, per fortuna, sono due giocatori fisicamente abbastanza “leggeri”, anche se Belotti ha una struttura diversa da Ljajic, ma non hanno le caratteristiche che avevo io o Vieri, i classici centravanti di peso che fanno più fatica, sono attaccanti con un fisico normotipo che possono ritornare in forma prima di altri. Non saranno al cento per cento al rientro, però, forse per loro è più facile recuperare rispetto ad atleti alti un metro ottantotto-novanta e fisicamente più pesanti”.
In generale che cosa pensa del mercato del Torino e di questa nuova squadra a cominciare dall’allenatore?
“Quest’anno rispetto ai passati - quando magari si faceva mercato con la prospettiva di plusvalenze cercando di prendere giovani promesse per poi rivenderle senza intaccare gli obiettivi stagionali - il Torino è andato su giocatori più fatti, più formati, più pronti per tentare di ottenere risultati superiori. Da questo punto di vista mi pare che sia un po’ cambiata la strategia di mercato cercando giocatori più pronti”.
Tenendo presente che si sono giocate solo due giornate, ma nel panorama della serie A il Torino dove può collocarsi?
“E’ difficile fare i veggenti dopo due giornate di campionato, ma la sensazione che ho è che, se tutto s’incastra nel verso giusto, il Torino può anche provare a insidiare le posizioni subito a ridosso delle primissime, quindi, inserendosi nel gruppetto di chi lotta per l’Europa League. Nella vita e nel calcio non si può mai sapere ciò che accadrà, pero, ad esempio, c’è stato un anno nel quale la Sampdoria ha stupito tutti ed è arrivata terza, quindi, tutto è possibile. Quest’anno, come dicevo, il Torino ha in rosa giocatori e un allenatore pronti, non che Ventura non lo fosse, anzi, ma Mihajlovic è un mister che bada molto al sodo e i giocatori, ripeto, sono pronti per obiettivi immediati. I reali obiettivi non li conosco, ma ne avranno parlato nella stanza dei bottoni la società e l’allenatore. Indubbiamente la sensazione è che questo mercato del Torino sia stato diverso dai precedenti”.
Parlando di lei, è in attesa che qualche presidente la chiami ad allenare?
“Sì, esatto. Nel frattempo mi tengo aggiornato e vado a vedere partite di Lega Pro e serie B. Una decina di giorni fa ci sono stati un paio di abboccamenti con due società di Lega Pro del Sud, però, per il momento preferisco aspettare ancora per vedere come si evolvono i campionati e le situazioni per poi valutare un’eventuale proposta. Sto aspettando una piazza importante perché ritengo completato un percorso di gavetta durato quattro anni che mi ha permesso di crescere. Adesso la mia voglia di dimostrare che nessuno non mi regala niente non deve, però, diventare autolesionismo e farmi accettare sempre sfide impossibili, quindi, per il momento va bene anche aspettare e nel frattempo aggiornarmi studiando nuove soluzioni per poi essere pronto per la chiamata giusta che dà adrenalina”.