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ESCLUSIVA TG – M. Feltri: “Ventura ha rinunciato ai giocatori di talento per fare la squadra perfetta”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it

Mattia Feltri è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Feltri, giornalista inviato de La Stampa e tifoso del Toro, abbiamo parlato delle problematiche della squadra granata e del finale di stagione.

Torino-Lazio si giocherà domenica all’ora di pranzo, orario non congeniale ai granata. La squadra di Ventura vive un momento difficile e quella di Pioli ha anche lei i suoi grattacapi in campionato, ma continua la corsa in Europa League. Che partita si aspetta?

“Mi aspetto una partita brutta, come sono state brutte tutte le partite del Torino negli ultimi tempi e direi di tutto il campionato, perché di gare belle non se ne sono viste. Spero che il Torino faccia punti con la Lazio, ma penso che la questione salvezza non si ponga per manifesta inferiorità delle tre squadre candidate alla retrocessione, però, sarebbe un peccato se finissimo ulteriormente in calando questo campionato perché terminarlo con una classifica migliore dell’attuale sarebbe il presupposto per la stagione prossima”.

Lei fa parte della schiera di persone che pensano che a questo punto il Torino dovrebbe puntare sui giovani?

“Non, non ne sono convintissimo. Di giovani in squadra ce ne sono tanti e uno come Belotti, ad esempio, deve continuare a crescere e su Immobile bisogna ragionare se nella prossima stagione si debba puntare ancora su di lui oppure no. La squadra è giovane e deve cercare di affrontare le difficoltà e giocare meglio, ma non spero di vedere in campo Martinez o Silva più spesso. Ritengo che questo campionato sia l’ovvia conseguenza del mercato, che é stato bellissimo, ma con un piccolo difetto: ho avuto la netta impressione in tutti questi anni con Ventura come allenatore …. Permettetemi un inciso, a Ventura va la mia gratitudine eterna perché il suo Torino è stato il migliore dai tempi di Mondonico poiché dal primo giorno di serie B e fino ancora a tutto questo campionato ha sempre provato a giocare alla pari con le altre e da anni questo non succedeva. La squadra ha sempre cercato avere un gioco e d’imporlo riuscendoci spesso e qualche volta no. Per tutto questo a Ventura farei un monumento, però, mi è sembrato che lui abbia voluto via via rinunciare ai giocatori di talento, penso a Cerci, ma anche quando c’erano Santana e Birsa o a El Kaddouri, l’ultimo in ordine di tempo, perché voleva fare la squadra perfetta di soldatini che ubbidiscono al generale, al grande manovratore. La creatura definitiva della sua carriera di allenatore in modo da portare il modello intellettuale all’atto pratico, non ci doveva essere un Cerci che poi con un colpo di genio o di follia gli rovinasse lo schema. Questo insieme al fatto che il Torino gioca nello stesso modo da tre anni ha reso tutto molto, molto prevedibile e non c’è un giocatore che salti l’avversario, solo Immobile da quando è tornato qualche volta lo fa e scompagina un po’, ma tendenzialmente il Torino è una squadra di scacchi non di calcio. Il Torino da quando è diventato prevedibile non ha nessuno che sia in grado di far saltare gli schemi: questo, credo, sia stato il problema di quest’anno”.

Quindi lei ritiene che si debba continuare con l’undici di base e con Ventura perché chi si è messo in questa situazione deve dimostrare di saperne venire fuori?

“I giocatori sono bravi, ma manca chi salta due avversari e sa fare i cross, forse solo Bruno Peres sa fare queste due cose. Comunque il Torino è una squadra che ha una sua consapevolezza e una sua maturità, anche se ci sono tanti giovani e c’è un allenatore straordinario malgrado abbia avuto una stagione non positiva. Penso che si debba fare il meglio possibile di qui alla fine. Non so se sia il momento migliore per mandare in campo i giovani e poi che cosa si vuole fare mettere Jansson e tenere fuori Glik? Non ne capisco la ragione, oltretutto se in estate si venderà qualcuno dei big per fare cassa. Spero che si trovino delle soluzioni, anche se non penso che si potrà finire benissimo la stagione, ma almeno dignitosamente. Detto questo, gratitudine all’allenatore e al presidente perché sono stati acquistati giocatori bravissimi”.

Pensa che il progetto di cui si parla tanto può essere portato avanti oppure inevitabilmente deve essere cambiato?

“Ma per progetto che cosa s’intende? Se è quello di comprare i giovani per poi rivenderli ritengo che sia l’unico fattibile per una società come il Torino. L’ha fatto per tanti anni l’Udinese che poi adesso ha avuto qualche difficoltà in più e non sforna grandi giocatori, ma l’ha fatto per anni rivendendoli a fior di milioni. Questo progetto tutta la vita, vorrei che la società continuasse così. Questo campionato è andato così così, ma siamo pur sempre a metà classifica e siamo praticamente salvi a undici giornate dalla fine, non c’è niente di drammatico e succedeva anche all’Udinese nelle annate migliori di chiudere una stagione al decimo-undicesimo posto, non è un problema. Bisogna ragionare sul fatto se si deve apportare qualche correzione, ma il progetto in sé, definiamolo industriale, del Torino è, come dicevo, l’unico perseguibile e da quando Cairo l’ha capito c’è stato un crescendo continuo. E se pensiamo che quest’anno privo di crescita è coinciso con una salvezza ultra tranquilla bisogna solo essere contenti e ringraziare allenatore e presidente. Sul fatto se Ventura l’anno prossimo sarà ancora l’allenatore del Torino non so, ma penso che quest’anno si sia fatto l’errore della “militarizzazione” della squadra che ho detto prima”.

E se per progetto s’intendesse alzare l’asticella fino a portare la squadra ogni anno a lottare fino all’ultima giornata per un posto in Europa?

“Il Torino l’ha già alzata l’asticella. Io sono tifoso del Toro dalla strepitosa stagione 1976-1977, quando arrivammo secondi con cinquanta punti, e in quel periodo per qualche anno il Torino ha combattuto per lo scudetto, poi, negli anni ottanta ha praticamente sempre combattuto per andare in coppa e, infine, sono arrivati i vent’anni terribili dove si combatteva, sesso con insuccesso, per restare in serie A o per risalire dalla B e abbiamo fallito l’obiettivo tantissime volte, anche quando è iniziata l’avventura di Cairo. Ora, da qualche anno, il Torino esprime un gioco, come dicevo prima, anche in quest’anno in cui è stato abbastanza modesto, con una personalità, magari senza spettacolo, ma comunque con un po’ di personalità. E’ una squadra che è stabilmente in A da qualche anno, è andata in Europa League, ha disfiorato la possibilità d’andarci e in un anno negativo si salva tranquillamente, quindi l’asticella è già stata abbondantemente alzata. Se poi intendiamo per alzare asticella combattere tutti gli anni per andare in Europa …. ma se dopo tre stagioni che si va in Europa in una si resta fuori che cosa facciamo? Ci suicidiamo? Non lo so. Il progetto mi sembra quello di costruire ogni anno una squadra che può rivalutarsi e rifondarsi, forse rifondarsi è una parola grossa, ma diciamo che si vende un giocatore per comprarne tre. Questo, mi sembra, un ottimo progetto industriale e finora è coinciso con quattro anni di permanenza in serie A. Da quanto non succedeva? E noi in questi quattro anni non abbiamo mai realmente combattuto per la salvezza, anche nel primo quando a sei-sette giornate dalla fine avevamo avuto un attimo di preoccupazione non siamo mai arrivati a rischiare. Da quattro anni non sappiamo che cosa voglia dire lottare per non retrocedere, quindi a me sembra che il lavoro sia stato fatto in maniera veramente eccellente. Capisco i tifosi, lo sono anch’io, e mi piacerebbe vedere il Torino combattere per il quinto posto e anche per il secondo, però, questo ha a che fare con tante varianti che non sono a nostro favore: non abbiamo un numero sufficiente di tifosi, non abbiamo denari sufficienti, non abbiamo sponsor che fanno a gara per andare sulle nostre maglie, non abbiamo una quota di diritti televisivi come hanno altre società che hanno caratura internazionale. Penso che per quella che è oggi la nostra dimensione si stia facendo il massimo, anche in una stagione abbastanza negativa com’è questa”.

Ritornando alla partita con la Lazio, ha detto che si aspetta una brutta gara però vorrebbe che il Torino vincesse, ma ci sono reali possibilità?

“Per tutto quello che si è detto quest’anno la squadra non è spettacolare e, infatti, di belle partite io non ne ho viste veramente nessuna, neppure all’inizio quando avevamo otto punti ed eravamo secondi alle spalle dell’Inter. Mi ricordo che quando abbiamo vinto con la Fiorentina tre a uno fino al gol dell’uno a uno di Moretti non avevamo mai tirato in porta, non si può dire che quella partita fosse stata fantastica poi avendo fatto tre gol in un quarto d’ora a tutti è sembrata straordinaria. Di gioco quest’anno se n’è visto veramente poco, quindi per questo non mi aspetto una gran bella partita e non mi aspetto che il Torino possa migliorare particolarmente dal punto di vista del gioco, perché la struttura tattica della squadra è quella che è e il tipo di gioco nostro l’hanno capito tutti, quindi più di tanto non si può fare. Ripeto, mi aspetto che il Torino con la struttura, con la maturità raggiunta, nonostante i tanti giovani, grazie anche all’allenatore possa fare partite più serie che belle di qui alla fine e raccogliere più punti possibile proprio per gettare le basi per la prossima stagione. Non posso pensare che uno come Belotti, che per me è un giocatore potenzialmente formidabile, non cerchi di fare bene in queste ultime undici partite per valorizzare se stesso e quindi un capitale della squadra”.

Tutto dipende dalle intenzioni e dalla forza che hanno i singoli giocatori?

“Se non hanno stimoli giocatori come Belotti, Benassi, Peres, Zappacosta, Baselli e lo stesso Immobile, tutta gente che deve ancora fare carriera, che deve cercare di fare bene con il Toro, per il Toro, per il futuro del Toro e per il proprio futuro, anche lontano dal Toro, allora se questi giocatori non trovano gli stimoli di qui alla fine del campionato significa che sono mentalmente modesti. Figuriamoci se non devono trovare gli stimoli, altroché. Bisogna cercare di disputare delle belle partite, forse più serie che belle, per finire il campionato bene. Non vedo perché no! Non abbiamo giocatori di trentasei anni che hanno settanta presenze in Nazionale e magari non hanno voglia, noi quelli non li abbiamo, quindi penso che tutti cercheranno di fare al meglio”.


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