ESCLUSIVA TG – Marazzina: “Per il Toro un bell’uno a uno a Udine e poi si va a San Pietroburgo”
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Massimo Marazzina è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Marazzina è un ex calciatore che ha indossato la maglia granata nella stagione 2004-2005, attualmente si diletta a giocare a calcio a 8 con ex compagni ed è opinionista per le trasmissioni di Rai Sport. Con lui abbiamo parlato del Torino che oggi affronterà l’Udinese e giovedì lo Zenit San Pietroburgo in Europa League.
Il Torino insegue il tredicesimo risultato utile consecutivo e l’Udinese deve risollevarsi dopo tre sconfitte. Partita delicata per entrambe?
“Sì, dico sempre che ogni squadra deve guardare al proprio orticello prima di tutto pensando di fare quanto le compete e vincere e poi vedere che cosa hanno fatto le altre concorrenti. Il Torino adesso ha una posizione in classifica e una condizione mentale che gli permettono di stare bene e penso che i giocatori non vedano l’ora di scendere in campo perché gli sta girando tutto bene e hanno grande entusiasmo. Conoscendo i tifosi del Toro devo dire che invidio un po’ i giocatori granata per quanto stanno ricevendo dalla loro gente”.
C’è il rischio che il Torino possa essere un po’ distratto dalla successiva partita d’Europa League a San Pietroburgo con lo Zenit?
“Nessuno lo ammetterà, ma inconsciamente un pensiero alla partita di giovedì i giocatori lo stanno facendo. Con lo Zenit si può dire che disputeranno “la partita”, è una gara internazionale, la squadra sta andando avanti nel torneo ed è normale che tutti pensino a un match di tale importanza, quindi cercare di non farsi male a Udine e magari dosare un po’ le energie è nell’ordine naturale delle cose. Ci penserà Ventura a mettere tutti sull’attenti e a tenere alta l’attenzione perché ci sono parecchie squadre in pochi punti e basta una piccola distrazione per rovinare quanto di buono si è fatto finora. Ho detto si è fatto e non hanno fatto proprio come se facessi parte anch’io della squadra, mi è venuto spontaneo (ride, ndr)”.
Continui pure ad immedesimarsi, non ci sarà mica appagamento per i dodici risultati utili consecutivi?
“Non deve esserci perché, come dicevo, basta poco per rovinare tutto. Sicuramente è meglio dover affrontare l’Udinese piuttosto che la Juventus visto l’impegno di giovedì, però non c’è nulla di scontato anche se i friulani sono una squadra alla portata e in questo campionato le insidie sono dietro l’angolo, come hanno già potuto verificare molte squadre. Avendo una gara molto importante in Europa dopo quattro giorni riuscire a restare concentrati e determinati con l’Udinese è il vero salto di qualità per il Torino, così fanno le grandi squadre: affrontare tutti gli avversari con lo spirito giusto. La crescita mentale dei giocatori sta proprio in questo”.
A proposito di crescita, i granata sembrano un’altra squadra rispetto a quella che non riusciva a trovare, soprattutto in campionato, il filo conduttore del gioco a inizio stagione. Come si spiega questo cambiamento?
“Le difficoltà iniziali sono da considerarsi normali perché rispetto alla stagione precedente non essendoci più Immobile e Cerci la squadra ha dovuto cambiare modo di giocare e adattarsi ai nuovi arrivati, quindi c’è voluto del tempo per trovare i nuovi equilibri e mettere tutti nella condizione di esprimersi al meglio. Per amalgamare una squadra un allenatore ha bisogno di conoscere molto bene tutti i giocatori che ha a disposizione e per farlo ha appunto bisogno di tempo, quando Ventura ha conosciuto approfonditamente tutti i nuovi ha potuto sfruttare le loro caratteristiche e adesso si vede tutto ciò che la squadra sa fare”.
L’arrivo a gennaio di Maxi Lopez ha contribuito molto soprattutto in termini di gol che adesso il Torino riesce a segnare, ma può bastare un solo giocatore per fare la differenza?
“I particolari possono fare la differenza e Maxi è stato proprio maxi (ride, ndr) arrivando nel posto giusto. Prima non si poteva pretendere che Quagliarella levasse le castagne dal fuoco in ogni partita, adesso che ha un valido compagno tutto gira meglio per tutti. Teniamo conto che Maxi Lopez non è un giocatore da poco, ha giocato in squadre importanti e sa che cosa vuol dire disputare partite di livello, è bravo a segnare e mandare in gol i compagni. Mi è molto piaciuta un’intervista che ha rilasciato recentemente, dalle sue parole si è capito che ha compreso che cos’è il Toro e come funziona il rapporto con i tifosi che sono calorosi e danno la spinta, quelle parole avrei potuto dirle io, sono d’accordo e sottoscrivo tutto quello che ha dichiarato”.
Sicuramente Maxi Lopez è entrato nelle grazie dei tifosi e li ha conquistati subito per quello che fa in campo.
“Sono geloso (ride, ndr), sto scherzando ovviamente”.
In questo momento il Torino ha gli stessi punti dell’anno scorso e in più ha giocato dodici partite d’Europa League. Può a fine stagione fare meglio e arrivare sesto o questo dipenderà anche dalle altre concorrenti?
“La seconda, dipenderà anche dalle altre concorrenti. E’ vero che nelle ultime dodici gare in campionato non ha mai perso e questo gli ha permesso di risalire la classifica, però bisogna mettere in preventivo che qualche partita prima della fine del torneo potrà essere persa, spero di no, vorrei che le vincesse tutte, ma non è realistico. Il Torino oggi non è la squadra altalenante d’inizio stagione e non è neppure una formazione invincibile che non perderà mai. Ci sono tante componenti che possono incidere: infortuni, decisioni arbitrali, la condizione fisica e soprattutto quella mentale. La differenza può farla l’allenatore gestendo bene la rosa e stimolando i giocatori, anche se credo che non ce ne sa bisogno. Le fortune degli allenatori passano dagli attaccanti perché se anche una squadra gioca male o non particolarmente bene, ma, com’è accaduto l’anno scorso al Torino, ci sono due attaccanti che quasi in ogni partita segnano si mascherano le lacune e si ottengono risultati positivi. Non è il caso del Torino di oggi perché sta giocando bene e se gli attaccanti continuano a segnare tutto sarà più facile”.
Da attaccante, di Martinez che cosa ne pensa?
“E’ giovane, per questo qualche gol praticamente fatto l’ha sbagliato, ma ha la fortuna di giocare con Maxi Lopez e Quagliarella e anche in allenamento può rubare loro i segreti del mestiere, come ha fatto Quagliarella con me, poi l’allievo è diventato più bravo del maestro. Spero di essere stato un buon esempio per Fabio, a parte gli scherzi, quando sono arrivato al Torino e lui è tornato in granata era già un giocatore importante e fra me e lui si era formato subito un buon feeling, quindi spero di avergli dato un qualche cosa che poi lui si è portato dietro anche quando ha giocato con fior fior di campioni negli anni successivi”.
Per concludere, un pronostico, anzi due, uno per la partita con l’Udinese e uno per quella con lo Zenit.
“Inizio con quella d’Europa League due a due a San Pietroburgo e uno a uno nel ritorno all’Olimpico e il Toro passa il turno e siamo a posto così. Penso che se si facesse firmare ai giocatori due risultati così li sottoscriverebbero subito. Con l’Udinese, che a casa sua è sempre ostica da affrontare, direi che anche un bell’uno a uno ci sta senza voler strafare: porta morale, nessuno si fa male, tutti stanno bene e poi si va a San Pietroburgo”.