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ESCLUSIVA TG – Marco Sacchi: “Per il Torino è importante finire il campionato per incassare tutti i diritti televisivi che incidono molto sul bilancio ”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Marco Sacchi

Marco Sacchi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Sacchi è un redattore di “Calcio e Finanza”. Con lui abbiamo parlato dei risvolti economici della pandemia da Covid-19 sulla Serie A e sul Torino.

La Serie A avrebbe maggiori danni economici a non riprendere questo campionato o a finirlo, ma andando oltre l’estate e di conseguenza modificando anche la prossima stagione?

“Portare a termine questo campionato è, forse, l’obiettivo principale di tutti i club perché i ricavi mancati sarebbero importanti se la stagione non finisse, quindi, anche a costo di rimodellare la stagione successiva sulla base di una fine ritardata di quella attuale. Il danno che aveva stimato Deloitte (azienda di servizi di consulenza e revisione, ndr) era fino a 1 miliardo di euro considerando anche i danni indiretti e lo studio della Serie A aveva calcolato un minimo di 170-200 milioni per l’intera stagione fino a un massimo di 750 più o meno. Ovviamente la quantificazione del danno dipenderà dalla ripresa, ma sicuramente un danno ci sarà perché si giocherà a porte chiuse sia che si riparta al più presto sia che si torni a giocare più avanti. E c’è la questione dei diritti televisivi visto che Sky e Dazn hanno preso in considerazione, e probabilmente lo faranno, di non pagare l’ultima rata dei diritti che ammonta a circa 162 mln e se si considera anche Img, quindi i diritti internazionali, si arriva a 230. Si sa che per i club i diritti televisivi sono una delle entrate più importanti e una delle voci che impattano maggiormente sul bilancio soprattutto per le società più piccole che magari hanno introiti minori dal botteghino piuttosto che da altri ricavi commerciali che sono più forti nei grandi club. Quindi, secondo me, l’obiettivo è quello di portare a termine la stagione, anche per salvare questa quota dei diritti televisivi che manca e poter dare un senso alla stagione e ovviamente cercando di intaccare il meno possibile la successiva”.

Per una società come il Torino i danni economici dovuti al Coronavirus quanto potranno incidere sulla programmazione della prossima stagione dal punto di vista degli obiettivi e del calciomercato?

“I danni saranno proporzionali per ogni società in base al fatturato abituale. Per quel che riguarda il Torino la voce corposa è quella che riguarda soprattutto gli stipendi e se effettivamente andasse in porto il taglio del 30% allora ci potrebbe essere un risparmio. L’impatto, ovviamente, come dicevo, riguarda i diritti televisivi visto che sul fatturato del Torino incidono più o meno per il 50% se non per qualche cosa di più. Se non ricordo male il Torino ha un fatturato, come da ultimo bilancio, che tocca quasi i 100 milioni di euro e 54 mln di diritti televisivi. Ci sono poi i ricavi da stadio che incidono anche quelli perché senza tifosi il botteghino piange e bisognerà capire cosa accadrà dal punto di vista delle plusvalenze. Immagino il vecchio discorso su Belotti che all’epoca era dato per vendibile per una cifra intorno ai 100 mln e ora, a prescindere dalle prestazioni del giocatore che possano averne modificato o meno il valore, direi che per il prossimo mercato ipotizzare cifre di questo genere mi sembra difficile, ma non solo per Belotti anche per altri giocatori poiché ci sarà un calo della liquidità dei club e di conseguenza una difficoltà nel raggiungere cifre di questo tipo”.

Ovviamente i ragionamenti valgono se si riprende il campionato e se il Torino resta in Serie A, a prescindere dai “paracadute economici” per chi retrocede?

“Sì, certo”.

I tifosi del Toro si devono quindi aspettare che siano venduti un paio di “pezzi pregiati” per fare cassa e poi che la squadra sia completata con giocatori emergenti?

“Bisognerà capire se ci sarà qualche club che ha in cassa una sufficiente liquidità per andare dal Torino e acquistare quel determinato giocatore a un prezzo che non sia così ribassato per non essere più conveniente per il Torino cederlo. Mi aspetto che ci sia un calo generalizzato del valore dei cartellini dei giocatori e immagini che nei prossimi contratti si tirerà un pochino al ribasso per il fatto che alle società mancheranno dei ricavi. Bisognerà anche vedere se interverranno dei provvedimenti a favore dei club e, ad esempio, si era parlato del rimuovere il divieto della pubblicità dei marchi delle scommesse, che, magari, potrebbero coprire i ricavi che non arrivano da altre parti. Direi che nel caso del Torino c’è la possibilità che magari il club decida di vendere un pezzo pregiato nel caso in cui, ovviamente, il gioca valesse la candela e se il ricavato servisse a coprire i danni che ne sono derivati da minori incassi. Però questo discorso non vale solo per il Torino, ma anche per molte società che non sono di alta classifica e che però hanno dei “pezzi pregiati” nel parco calciatori”.

Quindi per il Torino prima riprenderà e terminerà il campionato e meglio sarà dal punto di vista economico?

“In realtà sì e no, nel senso che comunque, come dicevo, la quota dei diritti televisivi per il Torino è molto importante perché incide tanto sul bilancio e, quindi, sarebbe importante finire il campionato in modo tale che siano rispettai i contratti con Sky e Dazn e che venga incassata l’ultima quota. Se è fermo il movimento si ferma tutto e i consumatori smettono di pagare l’abbonamento e Sky ha scontato ai clienti i pacchetti calcio e sport e di conseguenza hanno deciso di non pagare l’ultima tranche dei diritti tv e per tutti, ricordando che la salute è sempre la cosa più importante, la soluzione migliore sarebbe riprendere a giocare anche a stadi vuoti almeno così si salverebbe quella parte di diritti e stabilire una classifica finale in modo che la prossima stagione si possa iniziare senza ulteriori problemi”.


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