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ESCLUSIVA TG – Mezzano: “Il Chievo è una squadra ostica ma il Toro deve puntare a vincere”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it

Luca Mezzano è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Mezzano è un allenatore, da giocatore ha militato fra le altre società nel Torino dal 1995 al 1997 e poi dal 2002 al 2005 e nel Chievo nella stagione 2000-2001 e dopo una parentesi nella Reggiana vi ha fatto ritorno in quella 2001-2002. Appesi gli scarpini al chiodo ha allenato nel settore giovanile del Torino dal 2011 alla fine dello scorso campionato. Con lui abbiamo parlato della partita di sabato fra le sue ex squadre.

Il Chievo ha diciotto punti ed è al decimo posto come la Sampdoria, mentre il Torino ne ha ventidue ed è al settimo, i granata hanno il secondo attacco del campionato e la nona difesa, mentre i gialloblù il sedicesimo attacco e la terza difesa, alla luce di questi dati che partita sarà?

“Il Torino al di là dell’avversario che trova è una squadra che gioca con il piede schiacciato sull’acceleratore, quindi con grande intensità prendendosi anche dei rischi e rispetto all’anno scorso vediamo partite dove c’è meno attendismo e di conseguenza vengono realizzati più gol e si propone maggiore spettacolo. Credo che questi aspetti siano la cosa bella del Toro di quest’anno e che abbiano fatto aumentare ancora di più l’entusiasmo, che già aveva riportato mister Ventura. Con Mihajlovic la squadra è riuscita a superarsi facendo ancora meglio fino a questo momento per cui penso che non conti tanto l’avversario che si trova di fronte perché il Torino ha un gioco ben preciso, fatto, come si diceva, di grande intensità, tante occasioni e a volte concede anche qualche cosa, infatti, ha la nona difesa del campionato, che di per sé non è un dato deludente, ma che rispetto al Chievo, che ha quattro punti in meno con però la terza difesa insieme a altre squadre, è un dato un po’ poco in linea. Sarà una partita spettacolare ed io me lo auguro perché credo che il bello del calcio, che fa accendere veramente l’entusiasmo della gente di ogni fede, siano proprio partite come quelle che sta facendo il Toro di quest’anno”.

Il Torino in casa ha un andamento decisamente più redditizio che in trasferta e il Chievo lontano da Verona fatica un po’ soprattutto a segnare, quindi dal Torino tutti si aspettano i tre punti, ma si sa che in serie A i risultati non sono mai scontati, anche se si gioca fra le mura amiche.

“Certo, anche perché parliamo del Chievo una formazione che oramai è consolidata e che da anni sta ottenendo buoni risultati e gioca un buon calcio risultando un avversario ostico per chiunque e la Juve stessa di solito fatica enormemente contro il Chievo ogni anno, quindi, non sarà una partita facile, ma questo Toro non può pensare di non provare a vincere la partita. Con tutte le difficoltà e il rispetto per l’avversario, che ripeto, da anni sta facendo bene, ma il Toro, e l’ha detto lo stesso Mihajlovic, se gioca con l’intensità che gli chiede il mister e abbina le qualità dei giocatori, che sono palesi, i tre punti li fa. Un attaccante come Belotti in pochi se lo possono permettere, aggiungiamoci Ljajic, Iago Falque e la mediana con Baselli, Benassi e Valdifiori, che hanno qualità, dinamismo e gioventù, e il portiere Hart che si ritrova è evidente che il Toro se la può giocare con tutti. Se riescono a tenere quest’entusiasmo, questa forma fisica e questa cattiveria sportiva, il Toro può davvero battere chiunque, soprattutto in casa”.

Mihajlovic al termine della gara con il Crotone ha detto che se non avessero vinto con il Chievo avrebbero vanificato i tre punti conquistati in Calabria con grande fatica e sul finale. Anche in vista dei prossimi impegni con Sampdoria, Juventus, Napoli e Genoa più la Coppa Italia con il Pisa si può dire che da qui a Natale sarà un periodo in cui se il Torino metterà fieno in cascina potrà veramente aspirare all’Europa League?

“Sì e, secondo me, il discorso di Mihajlovic è fatto proprio in questo senso. In assoluto una sconfitta non vanificherebbe quanto di bello ha fatto e dimostrato la squadra, ma potrebbe vanificarlo proprio in ottica Europa League. Questo è l’obiettivo dichiarato con grande coraggio e probabilmente anche con grande consapevolezza da parte del mister e se si vuole andare in Europa una partita come quella di sabato con il Chievo non si deve sbagliare. Il Toro ha già dimostrato di avere tutte le “armi” per poterla portare a casa la partita con il Chievo e quindi tutte le dichiarazioni sono in funzione di ciò. Non è una dichiarazione di un allenatore presuntuoso, ma di uno che si assume delle responsabilità e che vuole mettere di fronte a se stesso e alla squadra responsabilità importanti, ma sono anche responsabilità che una squadra deve sapersi assumere se ha come obiettivo l’Europa League”.

Belotti ieri non si è allenato perché influenzato, nel caso in cui non dovesse recuperare per sabato o non fosse in grande forma, quanto potrebbe diminuire il potenziale d’attacco del Torino?

“Diminuirebbe tanto perché Belotti ha dimostrato di essere un attaccante di livello superiore per qualità tecniche e tattiche, ma soprattutto temperamentali. Ormai sta diventando un punto di riferimento imprescindibile e lo sarebbe anche in squadre che lottano per obiettivi ancora più prestigiosi di quelli del Toro. Un anno, giocavamo in serie B se non sbaglio, e il sabato avevo l’influenza e in ritiro avevo la febbre altissima, ma il giorno dopo con il Lecce ho giocato e addirittura fatto gol. Ho raccontato quest’aneddoto sperando che possa essere di buon auspicio per Belotti e sono convinto che il “Gallo” non mancherà all’appello e che trascinerà il Toro ancora una volta alla vittoria. E’ un ragazzo d’altri tempi e la gente lo ama per le gesta sportive, ma di più ancora perché trasmette semplicità e valori che oggi non sempre sono riscontrabili, mi sembra proprio un ragazzo puro e a posto”.

Un ultima domanda, ha finito con lo scorso campionato di allenare nel settore giovanile del Torino, ma adesso che cosa sta facendo?

“Nulla per quel che riguarda il calcio, ma ho una mia attività da anni e la sto seguendo e poi vedremo quello che mi riserverà il futuro, non metto limiti alla provvidenza. Sono molto sereno e vediamo come va la vita senza calcio, farò le mie riflessioni e dopodiché deciderò se continuare un certo percorso e come. Di sicuro la voglia di allenare c’è, il divertimento e la passione anche, bisogna solo mettere sul piatto della bilancia tante cose, belle e meno belle, e tirare le somme e prendere una decisione. Sono convinto che qualsiasi decisione prenderò potrò essere sereno, che è la cosa più importante. Poi fin dove potrò arrivare da allenatore o in altri campi poco importa, nel senso che io come sempre ce la metterò tutta come mi è sempre capitato nella mia vita. Vediamo, un anno sabbatico per riflettere molto”.


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