ESCLUSIVA TG – Neri: “Ecco i segreti per affrontare una stagione lunga e restare in forma”
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Massimo Neri è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Neri è il preparatore atletico della nazionale russa e da anni fa parte dello staff di Fabio Capello, con lui abbiamo parlato del tipo di lavoro che deve svolgere una squadra come quella granata, che dovrà affrontare tre competizioni del calibro dell’Europa League, della serie A e della Coppa Italia.
Quando una squadra come il Torino deve iniziare la stagione ai primi di luglio perché giocherà la prima partita ufficiale, per giunta in campo internazionale, a fine mese come deve effettuare la preparazione?
“In questi casi si pone un doppio problema che io ho vissuto in passato alcune volte, ad esempio con il Bologna e un’altra con la Juventus quando affrontammo i preliminari di Champions League, ovvero quello di avere una squadra già pronta per un obiettivo importante qual è un preliminare di coppa e quello di prepararla per una stagione lunga com’è il campionato italiano. Il problema è che se si fa una preparazione finalizzata a puntare alla prima partita dei preliminari si rischia di perdere qualche cosa alla lunga, se invece si rimane sulla preparazione più standard si rischia di arrivare alla partita di fine luglio con un carico eccessivo finendo per non essere brillanti in quell’occasione. Si pone quindi il dover trovare una soluzione che è il compromesso fra queste due necessità, quindi rimanendo in linea di massima coerenti con la propria consueta linea di lavoro, ma alleggerendo in parte i carichi. Questo vuol dire non lavorare su una mole di cento, ma ridurla all’ottanta in modo tale da avere la possibilità durante la stagione di riprendere specifici lavori ed allenamenti. L’equilibrio e il buon senso devono improntare la programmazione della preparazione tenendo sempre d’occhio entrambi gli obiettivi: coppa e campionato. Non bisogna mai arrivare alla prima partita o troppo carichi dal punto di vista quantitativo del lavoro e neppure arrivare in forma, ma poi ritrovarsi in debito di forze durante la stagione che è molto lunga per il fatto che si inizia presto”.
All’incirca quanti giocatori servono per avere un organico competitivo in Europa League, campionato e Coppa Italia?
“Più si ha una rosa allargata e di qualità e meglio è perché la stagione è lunga e stressante e ci sono molti impegni da affrontare, poiché bisogna tenere anche ben presente che nell’organico ci possono essere parecchi o tanti calciatori che fanno parte delle rispettive nazionali e questo va a sommarsi a tutti gli impegni di club. Una rosa solitamente è composta da ventiquattro giocatori e si deve avere anche la fortuna di mantenerli in salute in modo stabile nel tempo, più si riesce a farlo e meno rischi si corrono di aver bisogno di avere un organico molto allargato”.
Cosa si deve evitare per non correre il rischio che durante il campionato ci siano cali di condizione?
“Il non allenarsi, soprattutto non abbassare eccessivamente l’intensità del lavoro durante la stagione, non mi riferisco tanto ai carichi che globalmente e in modo inevitabile andranno riducendosi in particolare durante l’anno quando si disputano tre partite a settimana. Si deve mantenere quindi una buona intensità di lavoro rispettando molto la fase del recupero che per un atleta è fondamentale, soprattutto per un calciatore che ha uno stress psico-fisico notevole. Alle volte servono anche tre giorni per recuperare pienamente da una partita e in questo è molto importante la gestione del dopo gara, in particolar modo nei primi due giorni dove si deve riposare, alimentarsi correttamente e non sovraccaricare di lavoro la struttura fisica che è già di per sé compromessa dalla partita disputata. Oltre a rispettare il recupero e a mantenere alta l’intensità del lavoro quando è possibile serve approfittare delle soste del campionato per rimettere un po’ di benzina dentro il serbatoio, questi sono gli aspetti secondo me più importanti”.
Ci sono delle precauzioni che si possono prendere per evitare che i calciatori s’infortunino o che abbiano un rendimento troppo altalenante?
“Per prevenire gli infortuni bisogna stare molto attenti a quelli che sono i carichi di lavoro, compensare quando ci sono delle lacune e, come dicevo prima, rispettare il recupero post-gara e alimentarsi in modo corretto. L’alimentazione non è da sottovalutare perché attraverso l’assunzione del cibo si creano i presupposti per ripristinare i sub-strati energetici. La cura di quella che possiamo chiamare la propria macchina, ossia il corpo, è imprescindibile e questa macchina deve essere puntualmente e continuamente monitorata e seguita non solo dagli addetti ai lavori, medico, preparatore, fisioterapista, ma anche dal calciatore stesso, in modo da avere un certo rendimento costante durante la stagione e anche una buona longevità della carriera. Tanto più si cura l’aspetto fisico tanto minore ci sarà un andamento altalenante della prestazione. Una volta che si è raggiunta quella che viene considerata per quel singolo calciatore una buona condizione fisico-atletica si deve cercare di mantenerla il più a lungo possibile gestendosi e facendosi gestire dagli addetti ai lavori”.
Durante la preparazione estiva va fatto un periodo di riposo per non sovraccaricare di lavoro il fisico?
“L’allenamento deve essere mantenuto costantemente così come le gare di approccio alla prima ufficiale saranno a difficoltà crescente per far sì che si crei un adattamento al tempo e alla difficoltà della partita, ma i periodi di riposo ci devono assolutamente essere. Sta alla discrezione dello staff decidere quanto tempo dare, quanti giorni staccare dopo il ritiro pre-campionato che solitamente è abbastanza pesante dal punto di vista fisico. I ritiri sono periodi nei quali si lavora e si fatica tanto per cui è necessario avere un momento di scarico in modo da recuperare le energie psico-fisiche per poi prepararsi anche mentalmente alle gare. Di solito si lavora sei giorni e il settimo giorno c’è lo scarico totale con il riposo e dopo tre settimane si danno anche due giorni, ma non c’è solo questo perché durante la settimana quando si effettuano due allenamenti giornalieri a volte, magari a metà settimana quando si è visto l’impegno abbastanza sostenuto da parte degli atleti, si dà un’altra mezza giornata di riposo. I periodi di riposo comprese le mezze giornate fanno assolutamente parte integrante della preparazione pre-campionato e sono indispensabili. Nella settimana che precede la prima partita ufficiale di qualificazione o la prima gara di campionato, non quindi l’amichevole o il torneo o il quadrangolare, solitamente si tende a scaricare e ad effettuare sedute di allenamento più brevi, ma che abbiano un’intensità abbastanza elevata”.
Durante la stagione chi gioca in Europa League va in campo il giovedì sera e poi inevitabilmente la domenica per il campionato, che problemi possono sorgere visto che non c’è così tanto tempo per recuperare?
“Soprattutto se si gioca in trasferta e si deve affrontare un lungo viaggio non si riesce a curare alla perfezione l’alimentazione post-gara e non si effettua un recupero sufficiente e così si corre il rischio di arrivare alla domenica con alcuni atleti che non hanno recuperato completamente, poiché non hanno ripristinato tutte le scorte energetiche. In questi casi è molto più importante far recuperare il calciatore che non allenarlo ad alta intensità. L’allenatore effettua il turnover sfruttando al massimo la rosa che ha a disposizione in modo da utilizzare il giocatore che gli può garantire una prestazione dal punto di vista fisico, atletico e anche mentale ad alto livello piuttosto che utilizzare un atleta che non ha recuperato pienamente la condizione”.
Si arriva quindi a lasciare in panchina o anche in tribuna il campione e si manda in campo il suo sostituto che può dare maggiori garanzie sulla prestazione?
“Certo, queste sono scelte che si effettuano spesso perché altrimenti alla lunga il tutto si ritorce contro con giocatori che vanno in sovra-allenamento e in sovra-carico rischiando di perderli per un tempo più lungo in caso d’infortunio. Nella gestione quotidiana si sa quanto il singolo calciatore necessita per recuperare perché non tutti strutturalmente, fisicamente e fisiologicamente sono uguali, anzi ci sono delle grandi differenze; per questo lo staff deve essere bravo a capire quali hanno il motore che può essere sfruttato un po’ di più e chi invece ha bisogno di maggiore assistenza e tagliandi. Queste situazioni vanno gestite al momento rendendosi conto di quello che è stato l’impegno in gara, il dispendio energetico ed è il medico insieme allo staff, al preparatore e all’allenatore che devono capire quanto un giocatore ha dato fisicamente e quali sono i cambi che si devono effettuare per ovviare a questa problematica. Di solito quando si gioca il giovedì poi la domenica tre-quattro cambi vengono fatti nell’undici titolare. Ecco perché avere una rosa competitiva a certi livelli è indispensabile, non si può affrontare una stagione agonistica dove si giocano tre partite ufficiali a settimana e in più ci sono gli impegni con le nazionali se non si ha un numero adeguato di calciatori, solo così si può far recuperare al meglio l’atleta e si possono sfruttare al massimo le potenzialità fisiche e atletiche della squadra”.