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ESCLUSIVA TG – P. Sala: “Se Ljajic si esprimerà con continuità il Toro diventerà una squadra molto pericolosa”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Patrizio Sala è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Sala ha indossato la maglia del Torino dal 1975 al 1981 attualmente è un allenatore dei ragazzi del 2004 del Torino Club e della scuola calcio Marco Parolo vicino a Varese. Con lui abbiamo parlato del Torino e delle prospettive che ha la squadra di Mihajlovic.

Il Torino ha mantenuto l’ossatura della squadra dell’anno scorso pur cambiando qualche giocatore in tutti i reparti, come vede la formazione allenata da Mihajlovic?

“Vedo un Torino migliore rispetto a quello della scorsa stagione anche per quel che riguarda l’assetto difensivo e N’Koulou mi ha fatto una buona impressione quando l’ho visto giocare nella partita con il Sassuolo. In mezzo al campo è arrivato Rincon che è un giocatore di tanta quantità a livello d’interdizione. L’aspetto che mi lascia qualche dubbio, ma in senso positivo, è Ljajic che è un calciatore di grandissima qualità, però, bisogna vedere se la qualità la esprimerà a sprazzi oppure con una certa continuità. Indubbiamente se Ljajic si esprimerà con continuità il Toro diventerà una squadra molto pericolosa”.

Con la nuova posizione da trequartista Ljajic sembra più coinvolto nel gioco, anche lei è di quest’avviso?

“Sì è più dentro alla squadra, però, dipende molto da lui se effettivamente vuole essere dentro la squadra dimostrandolo attraverso il desiderio di partecipare sempre all’azione offensiva, ma anche a quella difensiva”.

L’inizio di stagione per il Torino è agevole, ha giocato con Bologna e Sassuolo e poi affronterà Benevento, Sampdoria e Udinese prima del derby con la Juventus. Non male per incamerare subito un bel po’ di punti, vero?

“A parte la Sampdoria, penso che abbia due chance di confermarsi fuori casa con Benevento e Udinese. Negli ultimi anni non ci sono mai stati grandi problemi per le partite in casa, mentre per quelle in trasferta qualche difficoltà l’ha palesata. Ci sono squadre che hanno la tendenza a vivere di più la gara attraverso il tifo e la passionalità dei propri tifosi e, quindi, rendono meglio in casa rispetto a fuori. Il Torino dovrebbe riuscire a giocare in trasferta come fa  casa ponendo le stesse attenzioni anche se non c’è lo stesso supporto dei tifosi, perché le squadre forti devono avere questa capacità nelle proprie corde. Il Toro deve migliorare i risultati fuori casa”.

Mihajlovic ha anche variato la fase difensiva proponendo anche la difesa a zona, questo aiuterà la squadra a subire meno gol rispetto al passato?

“La differenza è che con il 4-3-3 aveva un giocatore davanti e due centrali, mentre quest’anno con il 4-2-3-1 ha due centrocampisti con caratteristiche più difensive e può scegliere fra Rincon, Obi e Acquah, che hanno una certa stazza non solo fisica, ma anche di carattere. Quando si subiscono parecchi gol molti danno la responsabilità alla linea difensiva. Ma se i difensori sono supportati da un buon centrocampo in fase difensiva è più facile per i difensori essere coperti e rischiare meno”.

Uno dei due mediani è Baselli, in questo primo periodo fuori a causa di un infortunio, che ha meno caratteristiche d’interdizione essendo più votato alla fase offensiva.

“Non è detto, io sono convinto che questa squadra appena trova la quadratura in mezzo al campo e se Mihajlovic continuerà con i 4-2-3-1 per Baselli ci saranno maggiori difficoltà a trovare spazi perché Baselli è un giocatore di qualità e semmai potrebbe giocare nella posizione di Ljajic. Questa è una mia idea e non è detto che Mihajlovic la pensi nello stesso modo. Con due centrocampisti e davanti tre uomini offensivi oltre a Belotti è difficile trovare una collocazione per Baselli. Mentre con il 4-3-3 spostando Ljajic a sinistra Baselli trova più facilmente posto. Il Torino ha anche preso Niang che è l’alternativa in basso a sinistra e se gioca con Ljajic in mezzo, Falque a destra e Belotti come punta diventa difficile supportare un altro centrocampista come Baselli che ha buona qualità, ma attitudini più offensive che difensive”.

Fra tutti i giocatori nuovi che sono arrivati in questa estate chi potrà essere la sorpresa in positivo?

“Come dicevo prima, nella partita con il Sassuolo il difensore centrale N’Koulou mi è piaciuto molto. Lui potrebbe essere la sorpresa, anche se ha ventisette anni. Rincon non è una sorpresa perché lo conoscono già tutti. Mentre potrebbe esserlo Niang perché ha nel suo dna ancora l’alternanza di partite stratosferiche ad altre nelle quali il suo rendimento è quasi nullo. Niang è un giocatore potenzialmente, dal punto di vista fisico e dinamico, di alto livello e lo è anche tecnicamente, però, è di quei giocatori che si fa fatica a decifrare nella prestazione continua di un certo livello poiché ha qualità elevate, ma è difficile prevedere che si confermi con continuità”.

Per certi aspetti Niang è un po’ come Ljajic.

“Sì, hanno un dinamismo diverso, ma lo strapotere fisico di Niang deve essere ben utilizzato dal giocatore perché ha veramente una fisicità e una corsa impressionante e, quindi, deve capire che può sfruttare il fisico pur avendo una buona tecnica”.

Il Torino dove potrà collocarsi nel panorama calcistico della serie A?

“Lasciamo stare la Juventus e il Napoli che le metto davanti a tutte le altre squadre e in lotta per lo scudetto. Inter e Milan sono indecifrabili, ma le metto allo stesso livello della Roma che ha cambiato l’allenatore e bisogna dare a Di Francesco il tempo per far recepire le sue idee alla squadra. Il Milan ha cambiato molti giocatori e anche l’Inter, come la Roma, ha cambiato allenatore, ma ne ha preso uno, Spalletti, che è di alto livello e consoce le varie sfaccettature che comporta avere uno spogliatoio con tanti giocatori stranieri avendo allenato in Russia e nella Roma e questo gli ha fatto acquisire tanta esperienza internazionale. A queste tre formazioni aggiungo la Lazio che è una squadra quadrata che ha mantenuto lo stesso allenatore, Simone Inzaghi, e se anche ha ceduto qualche giocatore ha giovani interessanti. Ecco, queste cinque sono subito sotto Juventus e Napoli. Poi ci sono le tre potenziali sorprese, Toro, Sampdoria e Atalanta. Mentre la Fiorentina, sinceramente, non la vedo tanto bene perché ha cambiato tanto e ha anche un allenatore nuove e una piazza che è abbastanza difficile. Sampdoria, Atalanta e Torino sono le outsider che possono arrivare a un posto utile per l’Europa League”.

Parlando di lei, allena sempre i ragazzini?

“Sì, vicino a Varese nel Torino Club e nella scuola calcio Marco Parolo, del giocatore della Lazio, i 2004 e poi da ottobre farò corso di perfezionamento il sabato mattina per chi vuole in un paio d’ore affinare certe capacità. In questo periodo disputeremo dei tornei e poi a ottobre inizierà il campionato”.