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ESCLUSIVA TG – Patrignani: “Il Torino avrà un futuro solo se Cairo andrà via. Tifosi facciamo una manifestazione pacifica e non violenta”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Mario Patrignani

Mario Patrignani è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Patrignani è un medico e grande tifoso granata nonché molto noto presidente del Toro Club Pesaro. Con lui abbiamo parlato dell’imminente cessione di Buongiorno al Napoli e del Torino.

Della vicenda Buongiorno, è vero che non c'è ancora l'ufficializzazione del passaggio del giocatore al Napoli però è ormai scontato, quindi le chiedo dell'addio di Alessandro cosa le fa più male e le dà più fastidio?
“E’ la conferma che il Torino Fc non è Toro, non gli importa niente (non si riferisce a Buongiorno bensì al presidente Cairo, ndr), non ha un progetto, non vuole fare niente. E’ una conferma, sono anni che lo sappiamo. Del resto il giocatore non puoi tenerlo anni a guadagnare tre volte di meno che altrove e a giocarsela per stare a metà classifica o salvarsi. Lì per lì quando un giocatore va via dispiace, per me però quando s’indossa un'altra maglia non m’importa più, non lo accuso di niente perché la colpa non è sua bensì del presidente, ma non continuo a glorificarlo e a santificarlo: Buongiorno ormai non è più dei nostri quindi arrivederci e buona fortuna!
La società comunque non merita il sacrificio e la dedizione di alcun giocatore e anche noi tifosi non meritiamo niente di più perché accettiamo tutto: 19 anni di niente, ma di niente davvero. Ci ha strappato l'anima e tutti sono in totale stato comatoso. Ma cosa ci vuole affinché, specialmente la parte granata della tifoseria di Torino si svegli. Cosa si deve fare? Non c'è più scempio di questo, accettiamo tutto.  A Cairo non darei neanche un calcio nello stinco primo perché è un atto violento, secondo perché lui non merita che io vada a mettermi nei guai per lui. Lo considero un intruso che si è intromesso in una società gloriosa com’è il Toro, di calcio, a mio parere, non capisce e dice solo tante parole.
Vorrei che voi giornalisti seri faceste una commissione d’inchiesta giornalistica indagando sul perché in 19 anni non ha mai provato a fare davvero qualcosa per il Toro. Prima diceva che non c’erano i soldi, ma il Bologna, anche l'Udinese per qualche tempo, la Lazio, la Fiorentina e l’Atalanta quanto soldi in più di noi hanno? E’ una questione di serietà, di amare una bandiera, una società, una squadra e di avere delle competenze. Pensiamo ai derby del Toro in casa, a quelli da loro non ci andrò mai, ebbene in 19 anni nei derby in casa abbiamo sempre fatto delle figure barbine: siamo la peggiore squadra per risultati negli incontri con la Juventus. Sembra che sia tutto programmato, è uno schifo, un'indecenza”.

E’ proprio molto amareggiato.
“Altro che amareggiato sono inc…..o. Io all'inizio, nei primi due o tre anni, ci credevo, speravo, ma adesso dico che se il Toro ha un futuro lo avrà solo se cambierà il proprietario. Deve andare via: non c'è alternativa, altrimenti tra poco andiamo a giocare con l’Orbassano (squadra dilettantistica dell’omonima cittadina dell’hinterland di Torino, ndr) . E’ una cosa che ti strappa l'anima. Ma dico con i 50 milioni della vendita di Bremer alla Juventus cosa è stato fatto? E con questi che arriveranno dalla cessione di Buongiorno che cosa si farà? Gli altri vendono, investono e al limite qualcuno che è bravo allestisce anche una squadra migliore.
Aveva ragione mille volte Juric, seppure alla fine fosse andato un po' nel pallone anche lui, perché aveva capito che in questa società non c'è nessuna voglia di fare qualche cosa di granata. Lo aveva capito alla fine del secondo anno e poi ha deciso di andarsene. Questa è una società con una valanga di persone arrivate dalla Spal, il direttore tecnico Vagnati conosce solo quelli che vengono da Ferrara. Ma che roba è? Come siamo ridotti? L'anno scorso la squadra non sembrava da buttare via, c'era solo quel buco enorme da colmare nel ruolo di laterale di spinta a sinistra, serviva un altro Bellanova, e spendendo due sodi la squadra avrebbe potuto anche decollare, ma c’è stata la voglia sistematica di non fare quel passo. Servono dirigenti che abbiano i giusti rapporti con il mondo del calcio, è un mondo di gente particolare, se non si hanno i rapporti buoni nessuno ti dà retta. Se si è dentro all'ambiente dei procuratori e dei direttori sportivi si ottiene che un anno si riceve un favore e poi l’anno dopo lo si ricambia, ma se si viene da esperienze minori è difficile. Non capisco poi tenere un dipendente che lo ha definito una “testa di c….”. Io lo avrei mandato via solo per quella frase e invece Cairo è stato un muro di gomma e ha accettato tutto. Per me anche qui c’è un giallo sul quale indagare.
Lo ripeto, ma che roba è? Come siamo ridotti? E lo dico anche di tutti i nostri tifosi da tastiera, scrivono tanto e lo fanno anche molto bene, ma a cosa serve?”.

Secondo lei cosa andrebbe fatto?
“Facciamo una manifestazione assolutamente pacifica, non violenta. Scendiamo in piazza in 10 mila persone per chiedere che Cairo vada via, deve vendere il Torino. Nessuno può lo vuole, altro che come dice di avere il 75% dei consensi. Scendiamo in piazza pacificamente, l'abbiamo fatto per Lentini, l'abbiamo fatto, contro Cimminelli e quella volta contro Giovannone, l'abbiamo fatto anche nei confronti di qualche altro presidente, neanche poi così malvagio del tutto. Per le potenzialità che ha Cairo, la TV (La7, ndr), il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport, potrebbe mettere mondo arbitrale, i palazzi del calcio spalle al muro per difendere il Toro, ma non fa niente. Per questo dico che con le potenzialità che ha è il peggior presidente di tutta la storia del Toro. Deve andarsene. Basta, non se ne può più!”.

C’è da immaginarsi quindi che lei non si aspetti niente dal mercato o comunque niente di che. E’ così?
“No, nel mercato farà qualcosa con i 35 milioni ricavati dalla vendita di Buongiorno, ma sarà un po' di fumo negli occhi. Un progetto per allestire una squadra forte, per fare come fanno, non dico l'Atalanta, che di per sé non mi interessa, però per fare come fanno gli altri che vendono, investono e fanno una squadra più forte così poi vincono in Europa e vincono le Coppe. Noi invece non siamo capaci di vincere neanche la Coppa del nonno. E’ una vergogna.
Il Presidente dimostra di non avere nessuna voglia di portare il Toro un po' in alto, niente, niente!”.

Adesso c'è il nuovo allenatore Vagnoli, che tra l'altro non è stato neanche ancora presentato in conferenza stampa, e una squadra da allestirgli tanto più che da lunedì ha iniziato con i giocatori che ha a disposizione a lavorare per preparare la nuova stagione.  
“A Vanoli bisogna trovare un nonno che dica che ha lavorato per la Spal così diventa un oriundo spallino e a quel punto si vedrà”.

Come s’immagina il Torino del prossimo campionato, se effettivamente lo immagina?
“Cairo sicuramente non è uno sprovveduto per cui non vuole andare in B, perché se la squadra va in B il potere economico di vendita dei giocatori se non va proprio a zero comunque diminuisce molto, però senza voli pindarici perché non bisogna disturbare quelli dall'altra parte, quelli che avevano detto che Torino è piccola per avere due squadre di calcio, ma è andata male e noi ci siamo ancora e non siamo spariti grazie solo al “Lodo Petrucci”, altrimenti eravamo in Serie Z.
Anche il Monza, anche il Catanzaro ha un spirito guerriero per ottenere qualcosa. C’è un giallo sotto, un qualcosa di perverso è stato fatto contro il Toro per impedirgli di essere almeno una squadra decente. Fate un’inchiesta giornalistica e mi sa che ne viene fuori qualcosa. Non avendo prove ovviamente posso solo dare uno spunto, la situazione è sospetta per dire che non ci sia stato un qualcosa che abbia determinato in modo scientifico questa situazione per il Torino, non può essere un caso, non ci credo.
Per 30 anni ho sempre avuto l'abbonamento in tribuna o nei distinti oppure ero comunque sempre lì presente. Nei primi anni di Cairo 27-28 abbonamenti da Pesaro li facevamo sempre. Ci credevamo, ma desso c'é delusione perché c'è stato un tradimento da parte del presidente”.

Pensa che la cifra del tenere al Toro sia misurabile anche nel non aver portato ancora al Filadelfia il Museo del Toro, che esiste solo grazie ai tifosi volontari, come era stato stabilito al momento della ricostruzione del Fila e del successivo affitto al Torino Fc per farvi allenare la prima squadra?
“Tutto influisce e dimostra: in 19 anni una sola volta, nel 2011, la squadra è stata portata al Museo che è a Grugliasco (comune dell’hinterland di Torino, ndr). Cairo può anche non andare d’accordo con chi dirige il Museo, Domenico Beccaria, ma comunque il Museo è una cosa nostra che sta nel nostro animo, quindi sarebbe doveroso portarci almeno ogni anno una volta i giocatori in modo che capiscano cos’è il Toro. I calciatori alle volte in campo, per come giocano, sembrano persone che vanno a portare a spasso il cane. Tutti quegli 0 a 0 in casa, e quelle partite con quasi nessun tiro in porta, o proprio nessuno come quella del campionato scorso al ritorno con il Genoa, denotano che non gli importa niente che non hanno quello spirito di entrare nella maglia che portano. Questo perché non sanno che cos’è il Toro, ormai la società è una come tante altre. Andare al Museo e viverlo sarebbe come un rito d’iniziazione, però ci vuole la voglia che la squadra rappresenti il Toro. Questa situazione mi fa  … non dico altro, è meglio che stia zitto.
Scendiamo in piazza pacificamente con 10.000 persone e con il cuore in mano chiediamo a Cairo di andare via, di smettere di tenerci in “ostaggio e di vendere il Torino”.


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