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ESCLUSIVA TG – Pistocchi: “Gli acquisti di gennaio quasi mai determinanti, ma il Toro può migliorare il 10° posto”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Maurizio Pistocchi

Maurizio Pistocchi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Pistocchi è giornalista e opinionista. Con lui abbiamo parlato del mercato del Torino e delle prospettive della squadra granata.

Il mercato di gennaio ha portato in dote a Juric Fares, già purtroppo infortunato, Pellegri, Ricci e Seck. Che cosa ne pensa di questi rinforzi?

“Sono giocatori che evidentemente sono stai anche indicati da Juric. Di questi spiace l’infortunio di Fares, che è un buonissimo calciatore e che nell’idea di calcio del tecnico sarebbe stato sicuramente funzionale fin da subito. Pellegri è un ex bambino prodigio che si è un po’ perso nel corso degli ultimi anni, anche perché ha avuto infortuni abbastanza gravi, però le potenzialità sono quelle di un giocatore importante. Quello che sicuramente è più pronto di tutti è Ricci, l’ho seguo da un po’ di tempo e anche quando l’Empoli era in Serie B. E’ un centrocampista centrale che fa da regista alla squadra, ha piedi buoni, tempi di gioco. E’ un giocatore molto interessante e, infatti, a parte Seck, è l’unico per cui il Torio ha voluto l’obbligo di riscatto al verificarsi di determinate condizioni. Per gli altri invece c’è il prestito con diritto ed esercitarlo ovviamente spetterà al Torino. Seck lo conosco poco, seguo poco la Serie B, per cui non posso dare un giudizio, anche perché non ho visto partite della Spal quest’anno”.   

Per quel che riguarda il mercato in uscita, sono andati via Rincon e Baselli e Verdi è stato mandato in prestito alla Salernitana, ma sono rimasti Izzo e Zaza, che non rientrano nei piani tecnici. Si sarebbe potuto fare di più?

“E’ stato un mercato con pochi soldi ad eccezione dei soldi spesi dalla Exor per la Juventus. Evidentemente per quel che riguarda le cessioni di Izzo e Zaza ci sono stati dei problemi ai trasferimenti e agli ingaggi perché sono due buoni giocatori, pur non essendo in questo momento nei piani di Juric. Dirò di più, sicuramente per quanto riguarda Izzo ai tempi del Genoa e anche all’inizio al Torino era uno dei difensori italiani di maggiore prospettiva poiché abbinava esplosività a buona tecnica. Pensavo che con Juric al Torino avrebbe avuto molto spazio perché nei tre è un giocatore importante, forse nelle ultime stagioni non è stato così concentrato come sarebbe dovuto essere. Può darsi che il suo sia anche un problema di rendimento e di attenzione. Sicuramente sono due buoni giocatori e mi meraviglio che nessun club li abbia presi, forse gli ingaggi che hanno sono risultati un freno. Nei giorni scorsi avevo parato con allenatori amici di Serie A che avevano bisogno di giocatori e mi hanno detto che le loro società hanno eretto un muro sugli acquisti poiché non avevano disponibilità perché la crisi generale dovuta al Covid e i mancati incassi hanno procurato danni enormi e bisogna essere dal punto di vista gestionale molto attenti. Passare da una situazione più o meno tranquilla a una di difficoltà non ci vuole niente e in questo bisogna dire che Urbano Cairo è sempre stato molto attento e cerca di coniugare la gestione con i risultati, anche se finora i risultati sono stati pochi nei sedici anni di presidenza del Torino però dal punto di vista dell’equilibrio economico ci siamo”.        

Che chiave di lettura ha l’annuncio del rinnovo di Bremer fino al 2024?

Bremer è considerato un giocatore molto importante e dalle valutazioni molto alte e quindi chi volesse prenderlo deve pagarlo in maniera importante. Poi quando un giocatore decide di andare via c’è poco da fare, contratto o non contratto tocca cederlo. Non si può tenere in rosa un giocatore che non ha più voglia di rimanere. Quello che sposta sono poi sempre le situazioni che vengono create dai procuratori che vivono su questo business e se ricevono delle proposte molto importanti fanno di tutto per far rompere il giocatore con la società. Purtroppo è un sistema malato dove i proprietari dei club sono i primi responsabili perché invece di fare fronte comune in un periodo di difficoltà stabilendo dei limiti e apportando alcune modifiche al regolamento, come ad esempio in Premier League, non fanno nulla. In Premier c’è l’estensione unilaterale di un anno del contratto quando il giocatore è in scadenza, cioè se il giocatore va in scadenza nel 2023 c’è una clausola per cui unilateralmente la società può decidere se prolungare la durata del contratto fino al 2024. Poi si potrebbe mettere un tetto alle commissioni. Volendo si potrebbe intervenire su questo sistema malato, ma in realtà nessuno fa niente perché evidentemente conviene a tutti”.

Il Torino, che attualmente è decimo dopo 22 partite, in relazione alle altre squadre si è rafforzato oppure no? Di qui a fine stagione può migliorare la sua posizione in classifica?

“Il Toro finora ha fatto un ottimo campionato, è una squadra che gioca un calcio chiaro e intenso. Juric è stato bravissimo, come lo era già stato a Verona. Lui è un ideologo, un allenatore che vuole giocatori per la sua idea di calcio. E’ stato bravo lui ad adattare alcuni giocatori e brava la società ad accontentarlo. Non penso che gli acquisti del mercato di gennaio siano quasi mai determinanti. Ieri vedevo la classifica dei più costosi acquisti del mercato di gennaio, tutti grandi giocatori da Seedorf a Adriano, da Paquetá a Piatek e fino ad arrivare adesso a Vlahovic. Praticamente nessuno giocatore arrivato a gennaio ha poi vinto qualche cosa con la nuova squadra a fine stagione, anche Eriksen quando a gennaio 2020 è arrivato all’Inter poi a fine campionato i nerazzurri sono arrivati secondi. Il mercato di gennaio si chiama di riparazione è l’occasione per integrare la rosa e non può cambiare completamente le sorti della squadra, ma ci sono le eccezioni e penso che l’acquisto di Vlahovic da parte della Juventus cambierà le sorti della stagione dei bianconeri. Il Torino è una squadra già forte e ha preso dei giocatori che possono essere utili e che hanno dei margini di miglioramento, sicuramente Ricci è un giocatore di notevole prospettiva e gli altri sono giocatori che in un modo o nell’altro possono appunto tornare utili se saranno riportati al livello che non hanno espresso negli ultimi anni e penso a Pellegri e anche a Fares, mentre per quel che riguarda Seck, come ho detto, non lo conosco per cui non so, vedremo. La cosa importante è che il Torino ha già una grande identità e una sua fisionomia ben precisa. Il Toro quest’anno è una squadra vera e per qualsiasi avversario è difficile giocargli contro. Secondo me, il Toro nel girone di ritorno il Toro può migliorare l’attuale 10° posto”.


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