ESCLUSIVA TG – Rampanti: “Al Torino manca una mezz’ala d’ordine che fa viaggiare la palla”
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Rosario Rampanti è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Rampanti, attualmente è assessore allo sport e ai servizi demografici del comune di Moncalieri, da calciatore ha fatto la trafila nelle giovanili del Torino e in seguito è passato alla prima squadra militandovi dal 1968 al ‘69 e poi dal 1970 al ‘74. Smesso di giocare ha allenato la Primavera dal 1990 al ‘94 e sempre nel 1994 anche la prima squadra. Con lui abbiamo parlato della sua ex squadra.
Sassuolo, Club Brugge e Juventus sono i prossimi avversari con cui si dovrà confrontare il Torino che nell’ultimo periodo sembra persino in fase involutiva. Triplice esame per la squadra di Ventura?
“Le squadre sono sottoposte a esami ogni settimana. C’era da immaginarsi che la squadra avrebbe pagato le partenze di Cerci e Immobile, che l’anno passato avevano disputato un campionato straordinario. Personalmente, e l’ho sempre detto, rimpiango più un giocatore come Cerci, perché Immobile ha fatto tanti gol grazie a Cerci, che è uno che fa la differenza e lo ha dimostrato anche nell’amichevole della Nazionale con l’Albania. Nei lampi che ha, nell’evitare l’avversario, nel mettere palle pericolose, nel fare ammonire l’avversario lui era ed è bravissimo. La squadra si è trovata meno forte dell’altro anno e la società non ha saputo sopperire a queste partenze con giocatori di valore come questi, anche perché non si può pensare che tutti gli anni si tiri fuori il coniglio dal cilindro, imbroccando i giocatori che poi diventeranno forti com’è successo con quei due. Adesso bisogna sperare che Ventura sappia incidere maggiormente e magari ci riuscirà. Cairo e Petrachi ci hanno abituato bene, infatti, in passato sono riusciti a tappare falle e anzi a fare dei colpi persino spendendo poco e anche in questo caso a gennaio, quando si riaprirà il mercato, magari ci riusciranno. Può essere che prendano qualche giocatore che riesca a dare un livello superiore alla squadra”.
Nel frattempo Ventura deve comunque trovare una soluzione. Puntare sui due attaccanti Quagliarella e Amauri? Su un trequartista El Kaddouri o Sanchez Miño o Farnerud più il solo Quagliarella in attacco? Oppure osare il tutto per tutto con due punte più alle spalle il trequartista?
“Da come ho visto giocare insieme Quagliarella e Amauri ritengo che si pestino i piedi per le caratteristiche che hanno. Io gradisco di più quando la squadra gioca con un’unica punta e una mezz’ala di supporto. Il problema è che bisogna avere una mezz’ala di supporto che abbia esperienza, che sappia mandare in gol i compagni e che segni lei stessa. Questo è un giocatore che al Torino manca completamente. A gennaio si può prendere una punta, ma in rosa ce ne sono già due e forse cinque, anche se si sono rivelati di poco spessore. Io prima di tutto interverrei comprando una mezz’ala di valore che abbia peso ed esperienza. Il Torino gioca sempre con due esterni molto larghi, ma praticamente sono due esterni di difesa, di mediana che avanzano molto e quindi tutto l’arco dell’attacco è molto coperto nelle azioni ecco perché due punte come Quagliarella e Amauri, con le caratteristiche che hanno, non vanno bene”.
Il Torino di mezze ali in rosa ne ha: El Kaddouri, Sanchez Miño e Farnerud che agiscono prevalentemente a sinistra e Nocerino e Benassi a destra.
“Eh, mi viene da sorridere perché è vero che di mezze ali ce ne sono, ma non ce n’è una che abbia le caratteristiche che dicevo io. Apprezzo molto El Kaddouri e l’anno scorso mi è piaciuto, è un giocatore che stimo, ma io lo vedo più come seconda punta. Il Torino ha bisogno di un giocatore ordinato che fa viaggiare la palla, mentre El Kaddouri è un po’ innamorato della palla ed è bravissimo quando la tratta con i piedi, però non è un giocatore illuminato che sa dare nello spazio la palla, triangolare bene e come ultimo passaggio invitare i compagni. Mi piacerebbe vedere nel Toro un giocatore che sa fare ciò di cui non è capace El Kaddouri poiché lui è bravo in altro, ha dribbling, ha fisico però non ha una grandissima visione del gioco come avrebbe bisogno il Torino quando schiera le due punte, se invece in campo si va con un solo attaccante è questo tipo di giocatore che può dare linearità, continuità al gioco del centrocampo e inventarsi qualche cosa per quel che riguarda mandare in gol i compagni. Se si guardano i gol realizzati dagli attaccanti solo Quagliarella ha segnato, se, invece, si guardano i gol realizzati dagli altri praticamente manca proprio un qualcuno che sappia mandare in gol i compagni”.
Nel panorama del calcio italiano, poiché a gennaio prendere uno che proviene dall’estero può rivelarsi anche più d’un azzardo, c’è qualche giocatore che ha le caratteristiche che lei ha evidenziato?
“Certo, ma non ha senso che lo dica io. Lo cerchi la dirigenza io posso dire solo quelle che sono le mie idee. Petrachi è bravo e magari lo trova o ce l’ha già in mente. Io con le mie affermazioni potrei solo scoprire l’acqua calda ed è probabile che Petrachi sia più avanti di me in questo. Sono curioso di vedere come sbocceranno le idee che hanno in testa e vedremo se quando parlo dico qualche cosa di sensato. Aspettiamo e il tempo ci dirà”.
Domenica c’è la partita con il Sassuolo che ha gli stessi punti del Torino quindi in teoria non dovrebbe essere più forte dei granata. Di conseguenza il Torino deve e può fare punti?
“Il Sassuolo è una squadra in ripresa, ma il Torino deve imparare a fare risultato con le squadre che in teoria sono più scarse. Il valore dei punti del Sassuolo dice che le due squadre sono uguali, ma sempre in teoria il Sassuolo dovrebbe essere più scarso del Torino. I granata devono cambiare modo di pensare e non cercare di fare la partita e provare a conquistare punti con le grandi squadre o di fare la partita anche senza incamerare punti, ma imparare a fare grandi partite contro le squadre che sono meno blasonate di lui. Se il Torino riuscirà a fare questo vorrà dire che ha acquisito la mentalità giusta per fare un buon campionato considerando il potenziale che ha, cioè saprà leggersi dentro e sapere di che forza è. Questo se saprà mentalmente prepararsi e caricarsi quando deve affrontare le piccole squadre, in queste occasioni c’è molto bisogno che l’allenatore incida, perché i giocatori sono bravissimi quando si preparano per affrontare una grande squadra, sono meno bravi quando si devono preparare per affrontare le piccole squadre ed è in questi casi che l’allenatore deve farsi sentire, ma Ventura è un allenatore navigato e bravo e io penso proprio che riuscirà in questo”.
Per finire bene il mese di novembre il Torino dovrebbe vincere con il Sassuolo e il Club Brugge e poi si sa il derby è il derby?
“Mah, in Europa League nonostante la classifica l’ultimo risultato con l’Hjk Helsincki è allarmante, bisognerà vedere che cosa succederà giovedì con il Club Brugge, ma in ogni caso io se fossi un giocatore o la società mi concentrerei bene sulla prima partita con il Sassuolo e non penserei ad altro perché è quello lo scoglio da superare per far vedere che si ha la voglia di fare, malgrado qualche inciampo in precedenza. Concentrerei tutte le forze sulla gara di domenica e su nient’altro”.