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ESCLUSIVA TG – Ravezzani: “Al Torino serve un attaccante dal rendimento più costante di quello di Niang”

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
M’Baye Babacar Niang

Fabio Ravezzani è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Ravezzani, direttore di Mediapason ed editorialista di Tuttosport, abbiamo analizzato l’attuale rosa del Torino e fatto il punto sul mercato.

Con Sirigu in porta e N’Koulou, Izzo e Moretti più Ichazo, Rosati, Bonifazi, Bremer e Lyanco come vede la difesa del Torino?

“Mi sembra che con l’arrivo di Izzo il reparto sia completo. E’ evidente che si deve sempre ragionare in base agli obiettivi. Credo che il Torino in generale non fosse così da rifare, la squadra l’anno scorso era stata condotta male e poi è stata presa in corsa da Mazzarri e adesso Mazzarri, che è certamente un allenatore di livello superiore a Mihajlovic, ha avuto modo di vedere e capire dove intervenire e non penso che sarebbe stato gusto rivoluzionare, quindi, inserire Izzo è stata la cosa giusta confermando gli altri. Mi pare una difesa da zona Europa League sicuramente”.

Nel ruolo di esterni ci sono De Silvestri e Ansaldi e a Bormio Mazzarri utilizza anche Berenguer più qualche giocane. Concorda nel dire che ne manca almeno uno?

“Sì, ne manca almeno uno, ma forse anche due perché il gioco di Mazzarri richiede grande dispendio di energie sulle fasce. E’ vero che il Torino non gioca in Europa, però, Ansaldi ha una storia fatta anche di diversi problemini fisici e sicuramente ha bisogno di un’alternativa. Credo che avere un buon esterno in più e un altro elemento di complemento, magari un profilo giovane che possa crescere, sia necessario per il Torino”.

In mezzo i granata possono contare su Rincon, Baselli, Meïté, Lukic, Obi, Acquah e Valdifiori, con gli ultimi tre possibili partenti. Il reparto così composto e sufficiente al gioco che vuole attuare il mister?

“Mi pare che il centrocampo sia già ben assortito e il nuovo acquisto Meïté mi sembra un giocatore interessante e, quindi, come dicevo prima, io lavorerei per rinforzare le fasce”.

In attacco oltre a Belotti che è il punto fermo ci sono Falque, Ljajic, Edera, anche Berenguer, Niang, Boyè e dovrebbe arrivare domani il giovane Damascan. Con Mazzarri che vuole quattro punte più un giovane il reparto è decisamente affollato e, soprattutto, forse non del tutto funzionale al 3-5-2?

“Sicuramente in attacco c’è un problema di quantità rispetto alla qualità, ma mi pare anche che in assoluto la cifra tecnica che caratterizza e crea perplessità sull’attacco granata sia la discontinuità. Se si ragiona si arriva alla conclusione che sono tutti attaccanti di grande potenzialità, ma di totale discontinuità. Lo stesso Belotti che ha fatto vedere tutto e il contrario di tutto, è vero che ha avuto dei problemi fisici, ma nessuno si aspettava che nella passata stagione fosse così deludente. Ljajic, può fare qualsiasi cosa o scomparire. Niang, l’errore sta a monte e vi ha contribuito in maniera determinante Mihajlovic perché in un attacco di talento ma discontinuo è stato inserito un ulteriore elemento discontinuo. Su questo equivoco si giocherà nella sostanza la stagione del Toro perché la difesa è affidabile, c’è un buon centrocampo, ma dall’attacco non si sa mai che cosa aspettarsi. Probabilmente come minimo bisognerebbe sfoltire l’attacco e trovare un attaccante dal rendimento più costante e di maggiore affidabilità da mettere al posto di Niang. Su questo, a mio avviso, si giocherà tutta la stagione del Toro”.

Circola il nome di Zaza, sarebbe l’attaccante che serve per fare coppia con Belotti?

“Zaza è un altro discontinuo, è un altro che è capace di fare di tutto e il contrario di tutto. Il Torino avrebbe bisogno di un attaccante più affidabile. Uno sul quale si può contare sempre e che faccia dieci-dodici gol a stagione e Zaza fa tante cose, ma tante cose diverse anche. Non so”.

La soluzione interna Iago Falque potrebbe essere quella giusta?

“Piuttosto che andare a cercare avventure con Zaza sì. Credo che tutto si giocherà su Niang perché se il Torino riuscirà a rivenderlo bene liberandosene a una cifra ragionevole intorno ai diciotto milioni di euro io lo venderei e poi mi guarderei intorno. Il Torino avrebbe bisogno di un giocatore alla Eder, che è appena andato in Cina, uno che più o meno il suo mestiere lo fa sempre, che disputa partite sempre piuttosto positive e che i gol li fa. Io lascerei perdere i grandi talenti e prenderei qualcuno di più concreto”.


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