ESCLUSIVA TG – Varriale: “Fra Napoli e Torino non mi sorprenderebbe troppo un pareggio”
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Enrico Varriale è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Varriale - giornalista Rai che conduce le trasmissioni “Il processo del Lunedì” su Rai Sport 1 il lunedì alle 21 e “Stadio Sprint” su Rai 2 la domenica alle 17,10 - abbiamo parlato della partita fra Torino e Napoli.
Napoli-Torino è un banco di prova per entrambe le squadre che sono alla ricerca di continuità di prestazioni e di risultati?
“Sì, è indubbiamente un banco di prova per tutte e due le squadre. Però più per il Napoli che deve tornare nelle posizioni di classifica che erano nelle aspettative d’inizio stagione quando era considerato la terza forza del campionato e forse da alcuni anche qualche cosa di più. Il campionato, secondo me, poteva essere caratterizzato da Juventus e Roma con il Napoli possibile terzo incomodo, capace d’inserirsi nel discorso scudetto, invece, la farsa partenza e l’eliminazione dalla Champions League ha reso complicato il cammino degli azzurri che adesso faticosamente stanno cercando di mettersi in linea di galleggiamento, hanno vinto una partita importante con il Sassuolo e quella di Bratislava e con il Torino dovranno dare continuità di risultati. Se il pareggio per il Torino potrebbe essere anche bene accetto a Napoli sarebbe visto come negativo, quindi rischia sicuramente più la squadra di Benitez”.
Quagliarella ha segnato nelle ultime tre partite tra campionato ed Europa League, ma il Torino continua a sprecare molte occasioni da gol. E’ questo l’attuale limite della squadra granata o ci sono altre problematiche?
“Ho visto la partita con il Copenhagen e il Torino mi è piaciuto molto, ha vinto uno a zero segnando all’ultimo minuto e nelle tante occasioni da gol che ha avuto effettivamente c’è stata un po’ d’imprecisione e un po’ di sfortuna, ma d’altra parte è normale che trovi qualche difficoltà in fase offensiva considerando che non ci sono più il capocannoniere del campionato scorso e un giocatore di talento come Cerci. E’ chiaro che Quagliarella, Amauri e lo stesso El Kaddouri, che è chiamato a fare un salto di qualità, sono giocatori importanti, ma che però non hanno lo stesso rendimento e la stessa concretezza di realizzazione di Immobile che aveva segnato ventidue gol e di Cerci che oltre a segnare forniva assist decisivi. Non si può dimenticare il fatto che il Torino ha perso una coppia estremamente prolifica e che deve sostituirla in questo momento con giocatori che stanno provando a non farli rimpiangere. Credo che questo sia un po’ il problema del Torino che per il resto è una squadra molto positiva e competitiva come si è visto oltre che in Europa anche in campionato”.
La squadra di Ventura ha iniziato la stagione schierandosi con il 3-5-2 poi è passata a una sola punta di ruolo ed è ritornata ai due attaccanti, questi cambiamenti possono generare alla lunga vantaggi o svantaggi?
“Credo che Ventura, che è un uomo di calcio, stia cercando la soluzione migliore per l’attacco, l’anno scorso c’era un copione bello scritto che trovava in Cerci e Immobile affiancati a turno dagli altri giocatori come El Kaddouri o Meggiorini una codifica sostanziale e a livello di movimenti era tutto più semplice, adesso in qualche modo si sta cercando una strada alternativa. Amauri è un giocatore che anche da solo può reggere tutto il fronte d’attacco, però affiancarlo con un giocatore di fantasia quale può essere Quagliarella può dare maggiore possibilità e capacità in fase di penetrazione. Il discorso è però sempre quello di mantenere gli equilibri perché se si allunga troppo la coperta in attacco poi si rischia di scoprirsi in difesa. Ventura che è assolutamente saggio su queste cose sta cercando di trovare il giusto equilibrio fra la necessità di mettere in campo una formazione che concretizzi la mole di gioco della squadra e il non scoprirsi troppo in difesa perché alla fine si rischia di fare un danno anziché di migliorare. Il cambio di modulo, secondo me, è una questione del momento e alla sesta giornata si stanno cercando gli equilibri migliori, però, prima o poi, si arriverà a una soluzione per dare uno spartito ben conosciuto alla squadra, con’era accaduto lo scorso anno”.
Adesso a Napoli l’ambiente è più sereno o i problemi che derivano dal mercato estivo rimangono una zavorra che può determinare un peggioramento della situazione in caso di altri passi falsi?
“Mah, i risultati sicuramente sono la migliore medicina soprattutto quando si è cominciata male la stagione com’è avvenuto a Napoli, le vittorie anche se ottenute con sofferenza con il Sassuolo e con lo Sparta Praga e Slovan Bratislava sicuramente un pizzico di serenità in più l’hanno portata. Però l’analisi delle partite del Napoli porta sempre ad evidenziare le solite carenze e anche con lo Slovan Bratislava, in una partita che il Napoli ha controllato senza troppi problemi, ci sono state due-tre situazioni difensive che non sono state controllate al meglio e potevano costare care, così era stato anche con il Sassuolo. C’è sempre la sensazione che la squadra che dalla cintola in su è di primissimo livello nella fase difensiva non abbia le stesse sicurezze e questo è un po’ il problema che il Napoli non ha risolto in sede di mercato. Credo che questo sia alla base anche del risultato negativo di Bilbao e che in qualche modo ha segnato in termini negativi tutta la prima parte della stagione con l’uscita dalla Champions League che ha sicuramente comportato problemi sul piano economico e di contraccolpo psicologico all’interno dello spogliatoio. Il Napoli ha ancora un potenziale da squadra che può lottare per il terzo posto e, se ci fosse un cedimento di una delle due che si stanno giocando il campionato, anche qualche cosa in più, fermo restando il fatto che ritengo Juventus e Roma dopo il mercato assolutamente superiori al Napoli, però il problema è quello di costruire nell’ambiente la fiducia su un progetto che inizialmente è stato incrinato. Già nell’ultimo anno di Mazzarri si diceva che il Napoli doveva essere rinforzato in difesa e doveva mettere mano alla difesa e al centrocampo, inteso come fase di rottura del gioco di costruzione avversario, per fare il salto di qualità definitivo e poi c’è stato il primo mercato di Benitez e anche il secondo e non è che la situazione sia migliorata più di tanto. Questo, soprattutto nell’animo dei tifosi, sta facendo crescere la consapevolezza che la squadra è valida e forte e che può raggiungere anche degli obiettivi intermedi, ma che non può lottare per il grande traguardo dello scudetto, che come aveva detto in qualche modo anche il presidente De Laurentiis doveva essere l’obiettivo stagionale”.
Quindi quella di questa sera sarà una partita da tripla?
“No, non credo, anche se nel calcio non si può mai dire. Penso che il Napoli debba fare di tutto per vincere, però non mi sorprenderebbe tantissimo un pareggio perché il Torino è una squadra che sa difendersi e sa colpire. Per il Torino il pareggio sarebbe un ottimo risultato, il Napoli, invece, deve puntare per forza ai tre punti per dare continuità a questi accenni di rinascita e soprattutto per dare un po’ di fiducia ad un ambiente che dopo l’eliminazione dalla Champions League e le sconfitte con Chievo e Udinese è abbastanza depresso. Le ultime vittorie hanno riportato un minimo di serenità, ma se non si dà continuità di risultati ripiomba nuovamente la depressione che l’ambiente ha conosciuto in questa prima parte di stagione”.
Esclude la vittoria del Torino al San Paolo?
“No, nel calcio non si può mai escludere niente, però credo che sarebbe una sorpresa, nel senso che il Torino, com’è stato per il Chievo, va a Napoli con la consapevolezza che può anche perdere. Dopo di che il Chievo ha ottimizzato al massimo l’occasione che gli è capitata e il Napoli ha sbagliato un calcio di rigore e un’altra mezza dozzina d’occasioni ed ha finito per perdere. Se con il Torino si ripeterà quanto accaduto con il Chievo anche i granata possono vincere, ma se devo fare un pronostico è: uno-ics”.