ESCLUSIVA TG - Vazquez: "Spero che il Toro torni forte come ai miei tempi"
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Rafael Martín Vazquez è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Vazquez, attualmente è un commentatore delle trasmissioni spagnole sul calcio, ha vestito la maglia del Torino dal 1990 al ‘92. Con lui abbiamo parlato della sua ex squadra.
Buon giorno Rafael, quanto tempo è passato, ma i tifosi del Toro si ricordano ancora di lei e delle sue giocate.
“Buon giorno a voi, è un vero piacere sentirvi”.
Da quando ha appeso gli scarpini al chiodo ha ancora continuato a lavorare nel mondo del calcio?
“Per la verità non del tutto, ho smesso di giocare nel 1998 dopo aver avuto degli infortuni e poi mi sono occupato di comunicazione, per la precisione faccio il commentatore sportivo per emittenti televisive e radiofoniche spagnole. Però nel 2006 ho allenato ragazzi di quattordici-quindici anni e spero di farlo anche in futuro professionalmente, anzi mi auguro di tornare presto ad allenare”.
Lei segue il calcio italiano e in particolare la sua ex squadra?
“Non lo seguo molto, ultimamente ho commentato le partite di Champions League, però mi tengo informato e so che all’inizio del campionato il Torino aveva fatto abbastanza bene, poi ha avuto un calo, ma per fortuna dopo i pareggi con Genoa e Chievo è certo della salvezza. Questa è una bellissima cosa, penso che per la storia del Torino e per quello che rappresenta mi piacerebbe che nel prossimo campionato potesse raggiungere traguardi superiori”.
Come quando ci giocava lei?
“Esattamente (quinto posto in campionato nel 1990-91, quarti di finale della Coppa Italia, vincitore della Mitropa Cup; mentre nel 1991-92 terzo posto in campionato, quarti di finale della Coppa Italia e finalista in Coppa Uefa, ndr)”.
In questa stagione il Torino non ha realizzato molti gol nella prima parte del torneo e nella seconda ha subito qualche rete di troppo. Lei che è ha giocato ad alti livelli sa se c’è qualche cosa che possono fare i giocatori per sbagliare un po’ meno?
“Di solito i calciatori non vogliono sbagliare, (ride, ndr) né gli attaccanti sotto rete né i difensori o i portieri per impedire all’avversario di segnare, però sono cose che capitano, ma si deve cercare di sbagliare il meno possibile e per riuscirci bisogna lavorare e capire quali sono le cause degli errori, sia individuali sia collettivi. Ho visto che la squadra ha preso parecchi gol negli ultimi minuti e questo deve essere valutato attentamente e risolto”.
Il Torino di solito gioca con il 4-2-4, tranne nelle ultime tre gare che ha adottato il 5-3-2. In Spagna ci sono delle squadre che utilizzano il 4-2-4?
“Mah, direi di no. In Spagna quasi tutte le squadre giocano con il 4-2-3-1, alcune, come il Barcellona, adottano il 4-3-3, ma sono una minoranza perché per giocare in questo modo bisogna essere molto bravi e avere i giocatori giusti per fare il possesso palla. Di solito il modulo adottato dipende dai giocatori che ci sono in organico, concettualmente a tutti gli allenatori piace il gioco offensivo e far sì che la squadra segni tanti gol, però per riuscirci con il massimo rendimento bisogna avere giocatori di buon livello. Mi sembra che in Italia le squadre adottino un modulo diverso dal 4-2-4, anche perché questo modo di giocare può essere un po’ rischioso”.
Prima diceva che le piacerebbe fare l’allenatore, ma verrebbe in Italia ad allenare?
“Sì, se domani mi arrivasse un’offerta la prenderei in considerazione, ma non basta che io lo voglia bisogna che qualcuno me ne dia la possibilità”.
Ma lei ha il patentino per poter allenare nella massima divisione anche all’estero?
“Sì, potrei allenare in qualsiasi parte del mondo”.
Vuole dire qualche cosa ai suoi ex tifosi?
“Prima di tutto, sono felice che il Toro sia rimasto in serie A, questa è la cosa più importante per la società, i giocatori e soprattutto per i tifosi e poi voglio dire che mi ricordo tantissimo dei due anni passati al Torino e tutte le volte che sono tornato in città mi sono sempre sentito molto amato dalla gente granata. Ringrazio i tifosi per avermi fatto sentire bene e per l’affetto che ancora oggi hanno nei miei confronti. E’ molto bello quando si è stati in un posto e le persone ti ricordano e ti vogliono bene anche a distanza di molti anni. Chiaramente l’affetto è reciproco, quella al Torino è stata un’esperienza che non dimenticherò perché sono stati due anni meravigliosi”.
Grazie per l’intervista.
“Grazie a voi e contattatemi quando volete, mi fa molto piacere”.
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