ESCLUSIVA TG – Vullo: “Al Torino manca un vero leader che dia equilibrio tra difesa e attacco quindi deve stare attento perché il Bologna gioca un discreto calcio”
Fonte: Elena Rossin
Salvatore Vullo è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Vullo quando era calciatore ha militato tra le altre squadre nel Torino dal 1978 al 1980 e in quella successiva nel Bologna, poi una volta appesi gli scarpini al chiodo ha fatto l’allenatore. Con lui abbiamo parlato della squadra granata.
Due punti separano il Torino dal Bologna in classifica, i granata sono in ripresa e il felsinei stanno facendo bene come vede la partita di domani sera?
“Sì il Bologna sta facendo un buon campionato, ma è dal Torino che ci si aspetta qualche cosa in più. Sembra che ogni volta voglia ripartire, ma resta sempre lì e non riesce ad esprimersi da Toro vero, almeno da un bel po’ di anni. Tutti i tifosi granata e chi ha vestito la maglia ci auguriamo che finalmente il Toro torni a far parte di quella cerchia di sei-sette squadre che si qualificano per le coppe internazionali. Ma in questo momento il Torino non ci dà la certezza di essere una squadra che possa mirare a questo traguardo”.
Thiago Motta e Juric arrivano entrambi dalla scuola Gasperini, anche se tutti e due hanno portato delle modifiche al modo di far giocare le loro squadre. Il Torino adesso gioca con due punte, cosa pensa relativamente a questo?
“Da lontano è difficile giudicare. Juric in questo momento sta provando qualche situazione e cercando qualche soluzione affinché la squadra sia più incisiva in fase offensiva e si gioca questa carta. L’allenatore, la squadra e la società si vogliono dare una svegliata e probabilmente quindi stanno cercando qualche nuova soluzione per raggiungere l’obiettivo di essere maggiormente incisivi. Io mi guarderei bene dal Bologna perché in questo momento Thiago Motta non solo se la sta giocando benino e infatti è lì a ridosso delle posizioni che portano in Europa, ma esprime anche un discreto calcio quindi starei attento per giocarmela bene domani sera”.
Linetty è tornato a disposizione, ma a centrocampo manca ancora Ricci e Juric nonostante Zima abbia messo alle spalle l’infortunio deve ancora decidere se utilizzarlo oppure continuare con Tameze in difesa. Ai granata manca sempre qualcuno?
“Onestamente anche quando ci sono tutti i giocatori a disposizione manca un vero leader che dia equilibrio tra difesa e attacco. Si alternano i giocatori quando ne manca qualcuno e di conseguenza mi guarderei dall’essere troppo offensivo e lasciare spazi in mezzo al campo. Se la squadra si allunga appena appena rischia per l’assenza di alcuni giocatori e per la carenza di un vero leader a centrocampo che possa dettare i tempi e costruire le manovre. Da questo punto di vista il Torino non sta benissimo. L’unica cosa positiva che intravedo è Buongiorno tornato dalla bellissima esperienza in Nazionale e dall’ottima partita fatta contro l’Ucraina. Ecco lui potrebbe essere il leader della squadra in questo momento”.
Anche se il Torino gioca con due punte il numero di gol è sempre molto scarso, che cosa manca?
“Non è che se si mettono più attaccanti automaticamente si segna di più. E’ il gioco che si esprime che porta a concludere di più in porta. Si possono mettere tre attaccanti e non fare un tiro in porta oppure due centrocampisti più offensivi e magari si segna di più, dipende da come si gioca e dagli avversari che si incontrano. Tutto dipende dai calciatori che si hanno e da come li si fa giocare. Non è semplice dire cosa fare soprattutto per chi come me vede da lontano la squadra per cui non mi permetto di fare critiche a Juric, anche perché sarebbe poco credibile. Però da quello che si intravede, dalle contestazioni che ci sono state e da ciò che scrivono i giornali e da ciò che si vede in televisione non è che il Torino non sta esprimendo un calcio da Toro seppur nelle ultime tre partite abbia ottenuto sette punti. Per questo tutti ci auguriamo che nel mercato di gennaio la società possa trovare qualche giocatore affinché la squadra possa essere più determinate e dire la nostra quantomeno nel girone di ritorno perché il Toro deve puntare a qualificarsi a qualche coppa europea. Non può restare sempre sospeso a metà classifica. Certo il presidente Cairo non fa mancare ciò che serve per stare in questa zona della classifica, ma, per me, c’è bisogno di qualche cosa di più”.
Per come giocano Torino e Bologna cosa devono fare i granata per fare punti al Dall’Ara?
“Ho visto diverse partite e, come dicevo, il Bologna sta giocando benino. E’ una squadra che ha velocità e specialmente gli attaccanti si muovono con rapidità e fanno qualche buona trama. Il Torino non si riesce bene a capire, forse potrebbe giocarsela alla pari utilizzando le ripartenze. Spero che se la giochi e che trovi equilibrio in mezzo al campo. Lo ripeto: la cosa che serve di più al Torino in questo omento è trovare un leader in mezzo al campo che detti i tempi del gioco e faccia da tramite fra la difesa e l’attacco in modo tale che la squadra risulti più compatta perché ogni tanto vedo che sono troppo lunghi e non c’è chi tiene la squadra raggruppata”.
Se Tameze tornasse a centrocampo potrebbe incarnare la figura di leader?
“Non lo conosco così bene per poterlo dire e oltretutto per giudicare un calciatore bisogna essere costantemente presente. Io parlo in linea di massima in relazione a quello che vedo e per le discussioni che ci sono intorno al Torino. Mi auguro che i giocatori azzecchino e interpretino sempre bene le gare, ma mi sembra difficile diventare un leader all’improvviso perché si nasce leader, difficilmente lo si diventa se non si hanno le caratteristiche per esserlo. Bisogna avere carisma. Il leader lo si fa con gli esempi e non parlando. Non è semplice fare il leader in una squadra come il Toro. Non ci si può improvvisare in questo anche se tecnicamente si hanno delle qualità. Si può essere vogliosi per l’atteggiamento che si ha in campo, ma per dare gli equilibri serve chi detta tutto sia in fase difensiva sia in quella offensiva e una figura di questo tipo mi sembra molto difficile trovarla in questo momento nel Torino”.
Zapata è un giocatore che ha esperienza e un passato positivo, non potrebbe incarnare i panni del leader?
“Lui è uno di rifinitura ed ha esperienza, però anche lui in questo momento sta soffrendo. Sesso si trova isolato e con la palla calciata lunga fa anche lui fatica a prenderla. Zapata è un giocatore che se gli metti bene lì la palla sfruttando il fisico, l’esperienza e le caratteristiche che ha potrebbe fare qualche cosa in più. Troppo spesso gioca spalle alla porta e sulle palle lunghe e, secondo me, questo non va bene”.
Per mettere Zapata nella migliore condizione bisognerebbe fraseggiare un po’ di più?
“Certo per la fisicità e le caratteristiche che ha bisogna sfruttare la profondità e fargli arrivare palloni da destra e da sinistra in modo che in area riceva più palloni, non può sempre giocare spalle alla porta con un giocatore davanti e uno dietro perché se anche spizzica la palla alla fine i più delle colte arriva agli avversari. Come dicevo prima, la squadra deve essere corta e lo deve accompagnare un po’ di più e poi se in area arrivano molti pallori lui qualche cosa la può fare, ma se gioca spalle alla porta e la palla gli arriva dalle retrovie fa fatica anche lui”.
Servono quindi anche più cross dalle fasce?
“Se la squadra è corta e i giocatori si inseriscono per i rifinitori come lui è tutto più semplice, altrimenti poverino fatica”.
Un pronostico su Bologna-Torino?
“Per il bene che voglio ad entrambe le squadre dico pareggio”.