Galante: "Mi ero offerto al Toro..."
Fabio Galante è il doppio ex della sfida di sabato tra Livorno e Torino. Dove lui non sarà protagonista perchè è al momento uno svincolato di lusso, anche se confida ancora di trovare una squadra con cui giocare, come dice in esclusiva a TorinoGranata. "Non ho ancora deciso cosa fare dopo il calcio, per cui spero di trovare ancora una squadra. Adesso mi alleno con il Ponte Buggianese, che è di un mio amico. Voglio tenermi in forma se arrivasse mai una chiamata". Non pensa ancora ad appendere gli scarpini al chiodo anche se, con la sua solita verve toscana, ha detto: "Però i chiodi li ho già comprati, perchè temo che sarà dura trovare un'altra squadra, dunque il ritiro potrebbe essere vicino". L'ideale sarebbe giocare ancora un paio di anni, ma in serie B, in Lega Pro non ci pensa: "Devo essere motivato per fare bene, non voglio giocare tanto per farlo ma per essere ancora utile ad una causa, altrimenti smetto". Livorno e Torino, nessuna chiamata? "No, a dire il vero mi sono proposto io. Ho chiamato Petrachi, gli ho chiesto se potevo ancora essere utile, ma Gianluca, che è un amico, mi ha detto che aveva altre idee. Così è successo con il Livorno, anche se la famiglia Spinelli ed il ds Signorelli, mi conoscono bene e sanno come vedo il calcio, che sono un professionista serio, mi sono sempre allenato bene e tutto quello che è stato detto di me è uscito da gente cattiva ed invidiosa. La mia professionalità l'ho dimostrata arrivando a giocare bene fino a 37 anni. Sì, mi sarebbe piaciuto chiudere la carriera nel Torino, dove sono stato bene per cinque anni, così nel Livorno dove ho giocato sei stagioni, di cui cinque in A ed una in B".
Galante se la prende con i troppo stranieri che arrivano in Italia e non tutti sono all'altezza di giocare ad alti livelli. "Non parlo per me che ormai sono a fine carriera, ma per i nostri giovani italiani. Non ne abbiamo più di validi veramente, pensiamo solo all'Under 21 e alla fine che ha fatto contro la Bielorussia. Quando c'ero io in Under 21 eravamo un gruppo forte che giocava già stabilmente in serie A, penso a Cannavaro, Del Piero, Totti, Panucci, me stesso e tanti altri. Oggi buona parte degli Under 21 provengono dalla B". Anche la normativa del tetto massimo di 19 giocatori (più un numero illimitato di Under 21) non aiuta in Serie B, magari a prendere giocatori per così dire disoccupati come Galante, perchè se entra lui ne deve uscire un altro.
Galante, era scritto su alcuni quotidiani, doveva essere ascoltato dai pm a Napoli per il processo Calciopoli, testimone di una sua sospetta espulsione in un Livorno-Siena di qualche anno fa da parte dell'arbitro De Santis. Si è letto che non si è presentato. Com'è andata? "A dire il vero non ne so nulla. Semplicemente non sono mai stato convocato, dunque come potevo presentarmi? Potevo andare a Napoli e mangiare qualche mozzarella...".
Veniamo all'argomento dell'intervista, che partita sarà Livorno-Torino di sabato prossimo? "Sono entrambi un po' in difficoltà e si temono l'un l'altro. Direi che possono entrare nelle sei candidate per un posto in A, forse è più facile che arrivino ai playoff. Tutte e due insieme in A non le vedo, perchè ci sono solo tre posti disponibili, ma una delle due può centrare l'obiettivo. Diciamo che il Torino è meglio attrezzato. Ma il campionato di B è lungo ed imprevedibile e ha già dimostrato negli anni che tutto può succedere. Mi ricordo quando con Camolese arrivammo primi e alla fine del girone di andata eravamo penultimi. Direi che sabato il pareggio probabilmente è il risultato giusto, anche per me che seguirò con affetto le mie due ex squadre".
Il Torino può contare su un grande capitano come Bianchi, cosa ne pensa Galante del bomber granata? "Rolando è semplicemente spettacolare soprattutto per l'esempio che dà sempre, da vero capitano. E' un vero giocatore da Toro, ha sempre l'atteggiamento giusto, mai domo. Un centravanti da serie A senza dubbio. Ci sono altri bravi attaccanti in B, da Tavano a Mastronunzio, anche Bonazzoli s'è rilanciato, ma Bianchi sta sul podio più alto. E' un esempio per i compagni, grazie al fatto che è sempre battagliero e un grande lottatore. Ad un giovane non può che fare bene prendere esempio da uno come lui, che si sacrifica sempre".
Galante ha vissuto la contestazione a Cimminelli, che negli ultimi due anni è stata costante, ora a Torino si vive quella a Cairo. Quanto può dare fastidio alla squadra una situazione simile? "Molto dipende dal carattere dei giocatori, a qualcuno scivola addosso mentre altri la soffrono. Giocare con serenità e tranquillità e sapere di essere amati dalla tifoseria è sempre meglio. Altrimenti sale la tensione perchè sai che basta un errore in campo per scatenare le ire di qualcuno. A me personalmente romperebbe i cosiddetti. Però posso anche capire che in piazze come quella di Torino è dura sopportare la B. Ma ormai tutte le piazze sono a rischio".
Lasciamo Fabio Galante ai suoi allenamenti vicino a casa e ad un prossimo ruolo di commentatore o dirigente, quello che probabilmente farà a fine carriera ("Mi piacerebbe fare da tramite tra il presidente e la squadra", dice riguardo al suo futuro). Intanto domenica si cimenterà proprio a fare l'opinionista a Sky. Non solo bello, ma anche bravo nel saper cogliere gli aspetti più nascosti di quel calcio che ha tanto amato e che adesso un po' l'ha deluso. Un mondo che però non vuole assolutamente abbandonare.