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L'urlo di Gallo: "Lascio il Foggia. Lesa la mia dignità"

di Marina Beccuti

Se ne va sbattendo la porta mister Fabio Gallo lasciando il Foggia con tanta amarezza dentro.

Così ha spiegato la sua decisione l'ex granata: "Ho sangue e un cuore che batte. Non posso accettare di essere messo sempre in discussione. Preferisco andarmene perché ho una dignità. Sono stato paragonato a Schettino? Credo sia necessario pesare meglio le parole. In quella circostanza sono morte 32 persone”. E dire che il Foggia aveva battuto la Juve Stabia.

"Ci ho messo sempre io la faccia, anche dopo Cerignola, una ferita che mi porto dentro. Sono un pazzo a lasciare da quarto in classifica ma la dignità viene prima di tutto. Gestire una rosa ampia? Ho allenato Alberto Gilardino e non giocava titolare. Ho fatto 20 anni da professionista, 12 da allenatore. Ho iniziato nel miglior settore giovanile d’Italia. La mia mission è sempre stata quella di far giocare i giovani, ho lanciato Pessina e Maggiore. La mia educazione mi impone di essere corretto e rispettoso fino alla fine. Sono nato diritto e cercherò di morire diritto. Ritengo non ci siano più i presupposti per fare al meglio il mio lavoro”, ha continuato Gallo le cui dimissioni sono state accettate del club pugliese.

Il tecnico milanese ha poi sottolineato: "Il Ds Sapio ha riferito al mio procuratore che la società non era intenzionata a rinnovare il contratto e che, anzi, se avessi perso domenica sarei stato mandato via. È stata lesa la mia serenità. Accordo con altre squadre? Cazzate!”.


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