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Mai accontentarsi, specialmente in un derby

di Marina Beccuti
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata

Onestamente non so dire se il Toro per 85’ ha fatto la partita contro la Juventus, posso invece affermare che non è stato un grande derby, piuttosto bloccato nel primo tempo, meglio nella ripresa, senza però toccare l’apice che da una partita speciale come questa ti aspetti.

Il primo tempo proprio non mi è piaciuto, il Toro l’ha giocato male, scegliendo il lancio lungo dalla difesa per innescare Quagliarella e Maxi Lopez, con il risultato di tenere perennemente fuori dal gioco Baselli ed Acquah, ma anche Molinaro e Peres che si sono visti pochissimo.

Probabilmente, le due mezzali granata avrebbero dovuto fare dei movimenti, suppongo studiati in questi due giorni, che poi evidentemente non hanno fatto; resta il fatto, che in tutta la prima frazione di gioco, non si sono mai visti, se non, in fase contenitiva.

Non che gli altri abbiano fatto molto meglio, anzi, il gol di Pogba è l’unico tiro nello specchio della porta del loro primo tempo. Purtroppo in questo momento al Toro gira sempre male, primo tiro, primo gol subito. Questa volta escludo ci sia una responsabilità di Padelli, il posizionamento mi sembra corretto, e il siluro del francese, come parabola, potenza, e pulizia del tiro è quasi irripetibile. Più che Padelli, sono in evidente ritardo sulla chiusura Acquah e Bovo, senza voler colpevolizzare nessuno, ma è un dato di fatto evidente.

Nella ripresa c’è quasi solo Toro, che merita non solo il pareggio, ma anche di trovare il vantaggio.

Per 20-25 minuti, specialmente dopo l’ingresso di Zappacosta, l’undici di Ventura mette sotto la squadra di casa, l’ex atalantino spinge molto sulla fascia di competenza, dimostrando di essere poi quel giocatore che pensavo. Il Toro, oltre al gol, crea altre quattro palle gol, due volte Glik, Vives e lo stesso Zappacosta, chiamando sempre Buffon alla parata, migliore degli avversari, prodigioso il primo intervento su colpo di testa di Glik.

Per vedere un tiro degli altri bisogna aspettare il 90’, colpo di testa di Bonucci, traversa, la palla torna in campo e Marchisio chiama Padelli alla prima parata di tutta la partita.

Poi succede quello che non ti aspetti, Ventura cambia Maxi con Belotti, siamo al 87’ minuto, ed il Toro smette di giocare. Ovviamente Belotti in tutto questo non ha nessuna colpa. Stessa cosa si può dire per Ventura, che a fine partita sottolinea più volte questo atteggiamento remissivo dei suoi. I granata pensano che il pareggio possa bastare, insomma si sentono soddisfatti, purtroppo, dimenticandosi completamente di quanto era successo nello stesso stadio la scorsa stagione.

Non penso possa essere una questione fisica, piuttosto mentale, ed è questa la cosa che fa più riflettere, per una squadra, capace di leggere la partita, di trovare le giuste contromisure in campo, di adattarsi a qualsiasi tipo di avversario pur mantenendo le proprie certezze. Certo, che concedere gli ultimi 7 minuti ad una squadra in profonda crisi di gioco, ma anche di risultati in campionato, è un’ingenuità simile a quella di Benassi nel derby della scorsa stagione, l’unica differenza sta nel fatto che l’ingenuità non coinvolge l’intero gruppo, e non solo il singolo.

Cosi, ad una manciata di secondi dalla fine becchi un gol, che più immeritato di questo non si può, gol che coinvolge allo stesso modo Moretti, che tiene in gioco Alex Sandro sul passaggio di Pogba, Padelli, anche perché un vecchio adagio recita, che tutti i palloni che transitano nell’aria piccola devono essere del portiere, e Peres, che si fa anticipare da Cuadrado.

Prima di chiudere, due righe su certi commenti alla partita che si leggono o che si sentono nelle varie trasmissioni. Ho sentito dire che gli altri avrebbero meritato la vittoria, perché ci hanno creduto fino alla fine. Mi chiedo quale partita abbiano visto, più corretto sarebbe stato dire, che ci hanno creduto solo alla fine, posto che è stato un derby comunque brutto, e che il primo tempo è stato di una noia mortale. Qualcuno ha anche affermato che Ventura per tutta la partita ha messo in campo un catenaccio bieco, a questi neanche rispondo, anche perché il Toro ha creato più dei padroni di casa, solo nel secondo tempo, verissimo, ma non si può ribaltare la realtà dei fatti, solo perché la partita si è chiusa in questo modo.

Va bene, cercare sempre di salire sul carro dei vincitori, ma un po’ d’amor proprio non guasta.

Il Toro ha perso il derby perché non ci ha creduto dal primo minuto, e perché, forse, non ne aveva più nel finale di partita, non fisicamente, come ho già detto, ma mentalmente.

Chiudo con i migliori in campo, Quagliarella e Maxi Lopez, per il lavoro che hanno fatto per tutta la partita, meglio, molto meglio degli altri due che giocavano dall’altra parte.