.

Nicola: "Le intimidazioni? Nel calcio succedono"

di Marina Beccuti

Davide Nicola è un "eroe per caso", divenuto re per una notte, quella della finale playoff 2006 contro il Mantova. Il cosiddetto gol che non ti aspetti e invece arriva per portarti in paradiso. Il Toro andò in serie A anche per merito suo, lui che è tifoso granata e torinese, che emozione! TorinoGranata l'ha intervistato come portafortuna in ricordo di quella sera. "Attenzione ogni evento è a sè. Le analisi valgono solo per il contesto vissuto, non c'è nessuna ricetta esportabile. Posso dire che la forza che dà la tifoseria è determinante e quella è rimasta tale. Mi ricordo che alla vigilia i tifosi invasero Borgaro, dove ci allenavamo, con fumogeni e cori come allo stadio. Questo ci tolse la responsabilità dell'evento, è come se fossero stati loro ad allenarci. Andammo in campo gasati e tutti gli episodi andarono nel modo giusto". I tifosi contano ma ci vuole anche un pizzico di fortuna, quella non si butta mai via. Ma qual è il segreto per vincere una finale playoff? "Ci vuole massimo impegno in campo, poi il risultato è sempre figlio di molte cose".

Nicola l'abbiamo scovato a Coverciano, dove sta seguendo il duro corso da allenatore. "Ho deciso di lasciare il calcio giocato dopo aver vinto con il Lumezzane la Coppa Italia di categoria. Stavo pensando di giocare ancora un' altra stagione, ma a 37 anni ho deciso che era ora di lasciare e di buttarmi a fare l'allenatore. Ho anche avuto qualche problema fisico, prima ho sofferto di pubalgia e poi  all'anca dopo aver preso una botta. Mi sento molto motivato a fare bene nella mia futura attività. Credo di avere le giuste qualità per allenare, non lo dico per vantarmi ma perchè ci credo. Giovanili o prima squadra? Preferirei allenare squadre adulte, ma se serve per fare esperienza parto anche dalle giovanili. In futuro mi piacerebbe calcare palcoscenici importanti". Insieme a Nicola al corso di Coverciano c'è anche Corini, un altro ex che ha lasciato felici ricordi in granata.

L'ex difensore granata (chissà che i ricorsi storici non possano dare la stessa felicità a Loria) non ha potuto vedere la partita perchè a Coverciano non c'è Sky per cui non ha visto il Toro mercoledì. Sulle intimidazioni denunciate da Cairo Nicola minimizza: "Nel calcio sono all'ordine del giorno. Si fanno per mettere in difficoltà l'avversario. Il calcio è anche questo".

Chiediamo a Nicola un giudizio sul suo ex compagno Luigi Scaglia: "Un grande acquisto, lo dissi subito a Cairo che sentii dopo l'acquisto. Intanto è un ragazzo educato di buona famiglia, è stato uno dei migliori esterni di categoria, volitivo in campo, umile nella vita quotidiana. Ha stoffa e qualità ma deve ancora migliorare per completarsi sia sul piano fisico che tattico. E' dotato di buona tecnica sa crossare e segnare, non per niente nell'anno e mezzo che ha giocato al Lumezzane ha segnato 12 o 13 gol che è già un bel bottino. Inoltre può adattarsi a giocare anche da interno in un centrocampo a tre". Nicola poi ci tiene a sottolineare: "Il Torino ha preso dei giovani molto interessanti, come D'Ambrosio per esempio. Petrachi ha fatto un gran lavoro e credo che questi giovani possano dare ancora molto al Toro. In fondo Torino rimane sempre un'ottima piazza che può attirare chiunque". Il Toro però doveva andare in A subito: "Premetto che non dovrebbe mai scendere di categoria ma stare dove gli spetta. Detto questo il campionato di B è molto difficile, per cui essere già arrivati alla finale playoff, per come stavano andando le cose, è già un ottimo risultato. L'importante è riuscire nell'impresa perchè il Toro, squadra della mia città a cui tengo molto, deve calcare altri palcoscenici".

Nicola ha qualcosa da aggiungere per chiudere? "Solo quattro parole: in bocca al lupo". E se un giorno il Toro la chiamasse come allenatore? "La mia risposta sarebbe: contento è poco...". E noi facciamo i nostri in bocca al lupo a Davide Nicola per la sua nuova carriera. La sua simpatia contagiosa lo aiuterà a fare bene anche come mister.