Qualche passo avanti, ma non basta
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata
Forse in campo c’erano due squadre diverse, una che punta allo scudetto, che ha il miglior attaccante del campionato italiano, un’organizzazione di gioco importante, giocatori di talento ed alternative valide, abituata a costruire gioco ed occasioni da rete. L’altra, il Toro, ahimè, l’ombra di quello che poteva essere, che segna e costruisce pochissimo, che ha perso tante sicurezze in difesa, che deve risolvere la questione portiere, che purtroppo, non ha quella cattiveria che serve nel campionato italiano per portare a casa risultato e punti.
Non parlo di gioco, quello è un concetto da verificare in altre circostanze, con una classifica migliore, con uno stato d’animo sereno e rasserenato, magari con una rosa completa non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello numerico e qualitativo.
Certo a Napoli, e contro questo Napoli che ha castigato Juventus, Roma, Milan, Fiorentina, ed Inter, si può anche perdere, e giusto per rifarmi alle parole dello stesso Ventura, il Toro ha tenuto il campo con dignità, nulla di più, nulla di esaltante, una sufficienza stiracchiata contro una squadra che ha fatto un grandissimo primo tempo, ed una ripresa appena passabile. Insomma, se è stato grande Napoli nel primo tempo, non lo è stato nella ripresa, dove poi iniziano i meriti di una squadra e finiscano quelli dell’altra, è difficile da definire.
Quanto al Toro, si doveva fare di più, non c’è il minimo dubbio, specialmente nella ripresa, dove la squadra di Sarri è apparsa piuttosto stanca, perché se è vero che dal punto di vista della personalità si è fatto un passo avanti rispetto al derby di coppa Italia, e soprattutto rispetto alla partita interna contro l’Udinese, parlando di occasioni gol create se non siamo allo zero, e parlo della seconda parte del match, poco ci manca. Di fatto, e questo è incontrovertibile, nella ripresa Reina non ha fatto una sola parata, non dico, spettatore non pagante, ma quasi.
Personalmente il Toro mi è piaciuto poco, perché l’impegno, la grinta, la voglia di lottare, per me è scontato in ogni partita, mi aspettavo invece, specialmente nell’ultima mezz’ora, un Toro rampante, magari anche rabbioso, giusto per riscattare le ultime prestazioni, per dare un segnale al proprio pubblico. Non è stato cosi, la squadra di Ventura è rimasta piuttosto ordinata, che è già un bene, ma è mancata quella scintilla, Napoli o non Napoli, che fa di undici giocatori, una squadra di calcio. Non so se questa prestazione, sempre per citare il tecnico, può essere la base per ripartire verso un discorso che sembrava già iniziato, c’è da augurarselo. Le premesse sono quelle che sono, bisogna accontentarsi nel poco, e sperare nel meglio. Il Toro contro il Napoli non ha sfigurato, ma per dirla tutta, non ha mai dato la sensazione di poter realmente puntare al punto, i padroni di casa, pur abbassando notevolmente il loro ritmo di gioco, non hanno avuto grandi difficoltà a gestire la partita. Almeno questa è l’impressione che ho avuto.
Quanto ai singoli, malissimo Bovo, ma pensare che potesse contenere in qualche modo Insigne, che ha una velocità ed una rapidità nello stretto doppia rispetto al difensore granata, era onestamente difficile. Da aggiungere però una serie di lanci scriteriati, che non solo fanno infuriare Ventura, ma che costano al tecnico anche l’espulsione per un gesto di rabbia “scaricato” sulla panchina. Male, anzi molto male Acquah, che non solo si fa ammonire dopo solo due minuti di gioco, ma perde anche tutti i duelli con Hamsik, e se lo perde anche sul gol, e giusto per non farsi mancare niente, nell’unica proiezione offensiva degna di nota, sparacchia alto da posizione che definire difficile è poco, ignorando due compagni (Quagliarella e Baselli) liberi ai limiti dell’area di rigore. Buona, ma non buonissima la partita di Padelli, che ha fatto due parate importanti, ma che non può ritenersi completamente esente da responsabilità sul gol del raddoppio. Male Belotti, in ripresa Quagliarella, lontano comunque dal giocatore che deve essere, anonimo Vives, lo stesso si può dire di Molinaro. Più che discreta la partita di Peres, interessante quella di Baselli, che è uscito più volte dalla posizione di mezz’ala per giocare palla al centro, suo forse il più bel gesto tecnico del granata, con giravolta a centrocampo, controllo di palla, e lancio quasi perfetto per Belotti. Ottimo Glik, che ha praticamente annullato lo spauracchio Higuain, solita partita intensa per Moretti.
Ora bisogna ripartire contro l’Empoli, ed in tutta franchezza, è una partita più difficile di quanto oggi si possa pensare.