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Sabatini: "Vi spiego il nuovo Lerda"

di Raffaella Bon

Un Torino rinato dopo l'esonero di Lerda. Per capire qual è stata la scossa granata, abbiamo parlato con Carlo Sabatini, ex allenatore del Padova.


Come si spiega l'esonero di Lerda e poi il ritorno in nemmeno due settimane?
Quando ci sono tali situazioni vuol dire che è successo qualcosa di anomalo.


Ma cosa è cambiato ?
Il ritorno di Lerda è stato positivo, ma è successo anche a me, nell'anno in cui con il Padova ero in C, alla fine siamo arrivati alla promozione. L'esonero ed il ritorno ti dà una carica emozionale importante, una rabbia in più che può essere una carica vincente. Hai uno spirito di rivincita, vuoi dimostrare che l'esonero è stato un errore. Inoltre nel Torino credo che anche i giocatori siano motivati a fare bene, viste le continue critiche da parte dei tifosi e della stampa. In questo modo si uniscono due stati d' animo vincenti e vedi un Toro decisivo.


Ma questa carica alla fine del campionato non si può trasformare in voglia di andare via?
Io presumo che se Lerda dovesse arrivare ai play off vuol dire che ha raggiunto l'obiettivo richiesto. A scopo raggiunto alla fine passa tutto, anche a me è successo. Subentra la voglia di andare avanti.


Ma cosa sta succedendo a questo Torino?
Vedendolo da fuori cambiano i protagonisti ma la storia è sempre la stessa. Forse la piazza, che ha aspettative importanti, ti crea uno scompenso e molti giocatori non reggono lo stress.


Ma a Lerda cosa è successo? Si vede una squadra diversa.
Direi che con il rientro uno si porta qualcosa di nuovo, anche a me è successo. Quando sono rientrato ho cambiato subito modulo di gioco. Quando sei a casa continui a seguire la squadra ed individui magari delle cose o degli errori che avevi commesso. Inoltre il fattore predominante è la carica psicologica importante che ti porti dietro.
 


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