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Sensounico, a suon di Toro. Fatti mandare dalla mamma...

di Marina Beccuti

...a prendere il latte, che il biscotto lo portano Torino e Genoa. La canzone di Gianni Morandi del 1962  ci offre lo spunto per iniziare il concerto infrasettimanale dei Sensounico. Una partita scialba, senza emozioni, giocata a non farsi male. E pensare che gli ingredienti per poter fare una partita (non decente, semplicemente una partita “giocata”) ci sono stati tutti: stadio pieno in quasi tutti i settori, il Palermo che perde contro l'Udinese con un 3 a 2 rocambolesco, un avversario che ci spinse in B senza troppi complimenti in una giornata di maggio di 3 anni fa, un filotto di partite senza punti per il Toro... insomma gli ingredienti per servire un piatto prelibato c'erano davvero tutti, ma non si è presentato lo chef!


Non sono bastati gli incoraggiamenti a “ricordare” lanciati sui social dai tifosi per spronare e far accendere la scintilla alla squadra di Ventura: “Ricordi” dei Finley è la canzone che ci sovviene da abbozzare. Evidentemente né Bianchi né Ogbonna hanno avuto la memoria tanto lunga da poter coinvolgere i propri compagni di “Ventura” e suonare la carica... proprio i due possibili partenti, proprio il Capitano e il suo vice ... Mah!


Ed intanto lo stadio rumoreggiava, partiva qualche fischio (nel finale più di qualche col solo Glik indeciso sul presentarsi comunque sotto la Maratona) all'indirizzo di uno spettacolo poco decoroso nei confronti di chi spende soldi per recarsi all'Olimpico da chissà dove, chi spende per comprarsi un biglietto (coi tempi che corrono neanche il latte menzionato da Morandi ci si può più quasi permettere) per avere una scarica di adrenalina, per sentire sobbalzare il cuore per un emozione, per gridare goal ed esultare per la fine di questo calvario, per togliersi quel peso sullo stomaco che da qualche partita alla maggior parte dei tifosi granata è venuto... e che neanche stasera è stato fugato.


“44 gatti”, cantata da una bella bimbina nel 1968, è la canzone che proponiamo ai lettori invitandoli a completarla...”in fila per 6 col resto di 2..”, una canzone matematica dunque. Proprio la matematica è stata a farla da padrona, con la volontà di ottenere un punticino e sperare che gli altri facciano il loro dovere al posto tuo: Palermo quasi condannato ma la matematica che c'è nella canzone, nella classifica ancora non c'è! Il Toro ci ha abituato ad imprese storiche ed epiche in positivo, ma purtroppo anche in negativo; e visti i Cerci, i D'Ambrosio e i Darmian  che questa sera  giocavano probabilmente con le infradito, il peso sullo stomaco si fa leggermente più pesante. Potevamo essere salvi, decidendo del nostro destino, e a decidere del proprio destino rimaniamo anche domenica a Verona, campo quanto mai ostico. Bisognerà sperare in un Chievo versione “villeggiatura anticipata” che non voglia far festa grande all'ultima in casa coi propri tifosi (e ricordiamoci sempre 3 anni fa cosa successe col Chievo) e la forza di volontà della Fiorentina nel  credere ancora nel terzo posto coi 6 punti in palio che rimangono. La salvezza è vicina, un po' di più, ma stavolta non per merito del Toro!


Ci ”sentiamo” Domenica!
Dave dei Sensounico