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Sensounico, a suon di Toro. The dark side of the…Toro

di Marina Beccuti

Parafrasando l’album capolavoro del 1973 dei Pink Floyd, sotto il cielo di Verona, il Toro si proietta in orbita Europa con tre satelliti firmati Immobile, Cerci ed El Kaddouri, facendo tornare sulla Terra i fenomeni scaligeri rivelazione del campionato.

Partita a due facce, campionato a due facce; e quando è la faccia oscura quella che si palesa sul viso dei granata, il Toro scolastico del tiki taka fine a se stesso, sciupone e prevedibile, lascia spazio ad una squadra rabbiosa e consapevole che  in 11 minuti abbatte con cinismo, qualità, velocità e forza fisica gli avversari che, “stralunati”, non riescono a contenerne la forza d’urto.

La partita ha il sapore “Europeo” della posta in palio: serale come i mercoledì (ormai giovedì nel calcio moderno) di Coppa, trasferta difficile nella Verona  che tanto fece parlare di sè per la rimonta orgogliosa sugli juventini, che stanno massacrando il campionato, appena una settimana fa. Torino dal cammino da Champions League vittima (o colpevole) di pericolosi ed inspiegabili cali di tensione come quello subito nella  partita casalinga disastrosa contro un piccolo Bologna fattosi grande per l’occasion. Insomma, la classica sfida avversa che il Toro si trovava ad affrontare contro tutti i pronostici… l’ennesima della sua storia, come un film che si ripete all’infinito.

Primo tempo in cui entrambe le squadre si aspettavano a vicenda essendo molto più brave ad agire di rimessa che non a costruire gioco. I granata costruivano qualche buona occasione, il Verona pure, anche se meno limpide di quelle degli ospiti. Ci pensava l’arbitro Rocchi di Firenze a spezzare gli equilibri: forse contagiato dall’aria frizzantina europea che si respirava in campo, fischiava un rigore che solo nelle partite di Champions abbiamo visto fischiare: in Italia se ci si mettesse ad assegnare rigori del genere (trattenute sul calcio d’angolo) le partite sarebbero sempre più simili agli incontri dell’NBA (Chicago Bulls102-Los Angeles Lakers 100… scusatemi amanti del basket, ma faccio vincere i Bulls per la chiara omonimia). Ed allora ecco la solita faccia della Luna, la solita faccia dei granata, belli ma incompleti, bravi a costruire fino all’ultimo passaggio che immancabilmente arriva o troppo corto o troppo lungo, sciuponi e sempre in ritardo di quella frazione di secondo che potrebbe renderli spietati. Intervallo.

E’ proprio negli spogliatoi che avviene la trasformazione, che la Luna del “Toro lunatico” si gira e si mette di traverso: nel secondo tempo in campo entra un’altra squadra, con altri giocatori. El Kaddouri e Kurtic, che fino ad allora non avevano entusiasmato il sottoscritto  per niente, fanno capire fin da subito che “odiano il lunedì”: Immobile pareggia imbeccato dal marocchino (fuorigioco che va a pari col rigore che definire di manica larga è un eufemismo), poi Cerci (Eurogol per restare in tema), El Kaddouri che chiude un’ azione da manuale impostata da Cerci. Undici minuti che abbattono l’Hellas in modo definitivo. Va dato atto  ai veronesi per l’impegno che  hanno profuso per raddrizzare una partita ormai compromessa cercando di  impensierire Padelli, sempre un po’ troppo impreciso sulle uscite alte, ma autore di un buon riflesso su Toni. Ma il Toro schiumava dalla bocca e ogni granata non si risparmiava per ribattere gli assalti : bravi soprattutto  a non cadere nella tentazione del falletto o della protesta vista la lunga lista dei diffidati.

Finisce 3 a 1, come l’altra volta, ma era serie B e ci si trovava a lottare per un posto al sole. Stavolta si lotta per un posto sotto i raggi della Luna dei giovedì di Coppa… Stasera i  veronesi hanno visto l’altra faccia della Luna: quella granata, quella sorridente !

Buona settimana di Passione a tutti!

Dave dei Sensounico


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