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Taibi si confessa: "Torino e Reggio li porterò sempre nel mio cuore"

di Raffaella Bon


La partita di stasera non sarà una partita normale per il nostro protagonista di oggi, tanto che ha deciso di astenersi dal guardarla. Massimo Taibi: la sua avventura in Calabria è durata neanche due stagioni, ma l’intensità e la passione, sono state pari a quelle di chi la maglia amaranto l’ha indossata per anni ed anni. Arrivato a Reggio nel Dicembre ’99, direttamente dal glorioso Old Trafford di Manchester, per la personalità e la grinta dimostrate il portierone palermitano si è ritagliato immediatamente un ruolo da autentico leader.


Intanto stasera cosa farai?
Stasera la partita non la vedrò, per la prima volta tifo per un pareggio. Ricordi bellissimi mi legano ad entrambe le squadre.


Che partita ti aspetti?
Sarà una partitaccia, entrambe le squadre cercheranno di fare punti. Il Torino sta andando bene, ma ogni volta che le cose vanno nel verso giusto fa un passo falso. La Reggina viene da un momento non tanto positivo, ma riesce a fare meglio in trasferta.

Chi saranno i protagonisti?
Da una parte dico Bianchi ed Antenucci e dall'altra il collettivo.


Che esperienza hai avuto con la Reggina?
La mia esperienza con la Reggina, emotivamente, non si è mai chiusa: ho giocato per anni dopo esser andato via da Reggio, dovetti lasciare per motivi strettamente familiari che, negli anni, sono diventati pubblici. Quel che posso garantire è che, aver interrotto il mio rapporto con la Reggina dopo la retrocessione in B, è stato un dolore che mi sono portato dentro per il resto dei miei giorni.


Con il Torino?
Era il Torino della ricostruzione. Io arrivai giovedì e già domenica ero in campo. La squadra nasceva giorno dopo giorno, ma i nomi che arrivavano facevano pensare che il progetto era serio ed importante.Ho trascorso due anni bellissimi. Abbiamo ottenuto la promozione in A e la salvezza.


Un ricordo particolare?
Spesso, durante gli allenamenti alla Reggina con il nostro preparatore, Enrico Etna, provavamo a saltare in area e, per divertimento, ogni tanto provavo il colpo di testa. Manu Belardi, mio grande amico ed allora secondo, mi diceva sempre, “tu prima o poi fai gol”. La settimana della partita contro l'Udinese, i suoi pronostici si intensificarono. Quando la palla ha gonfiato la rete il mio respiro s’è perso nel boato, terrificante, del Granillo. Correvo, ma era una corsa vuota. Il cervello era staccato: riuscivo solo ad indicare Belardi, a cui ho dedicato la rete.

Di Torino città che ricordi hai?
Io ho vissuto poco la città, vivevo a Orbassano. Posso dire che sono rimasto meravigliato in positivo sulla bellezza della città. Mi ha sorpreso, non pensavo mai fosse stata così bella.


Mentre di Reggio?
Mi sono diplomato a Reggio, all’Istituto Magistrale: la parata più bella della mia vita. Inoltre giravo sempre la città in scooter, mi piaceva il contatto con i tifosi.


La partita che non dimenticherai?
A Torino senza dubbio lo spareggio con il Mantova. All'andata avevamo perso per 4-2 ma al ritorno, in casa, abbiamo ribaltato il risultato. A Reggio ne scelgo due, il caso vuole entrambe contro la stessa squadra: l'Hellas Verona. La prima, quella della matematica salvezza il primo anno di A. La seconda, lo spareggio di ritorno al Granillo: il più grande rimpianto della mia carriera.