Tavecchio, sarebbe immorale eleggerlo
Una frase uscita male, il cervello che si stacca dalla bocca e va per i fatti suoi. Un dirigente esperto, 71 anni, certi errori non li deve fare, ne va la credibilità di tutto lo sport. Come al solito in Italia nessuno fa un passo indietro, dico una cazzata, ma non importa va bene così se il personaggio è parte integrata del sistema e giocoforza va eletto perchè fa gli interessi dei giochi di potere. La Fiorentina ha subito mollato il prescelto presidente della Figc, così Sampdoria, Roma e Juventus hanno seguito l'esempio, Cairo tentenna, ma sembra non abbia ancora preso una posizione netta, comunque sia sono ancora tanti coloro che sostengono Tavecchio, l'uomo dalla banana in bocca. La banana è un ottimo frutto, contiene il potassio che fa tanto bene, ma a volte può dare alla testa, com'è successo con Tavecchio che, oltre alla gaffe che poteva evitare con più sale in zucca (o una miglior conoscenza della lingua italiana, spesso proprio il tallone d'Achille dei nostri dirigenti), ci sono altre questioni non proprio egregie nel suo curriculum.
Sulle sue biografie si legge anche che l'ex dirigente dell'Inter, oltre ad essere stato un esponente della DC, ha subito cinque condanne, come ha rivelato anche il TG3 nazionale. Quattro mesi di reclusione nel 1970 per falsità in titolo di credito continuata in concorso, a 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel 1994 per evasione fiscale e dell’IVA, a 3 mesi di reclusione nel 1996 per omissione di versamento di ritenute previdenziali e assicurative, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d'ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, oltre a multe complessive per oltre 7.000 euro (da Wikipedia).
Ma non finisce qui perchè una sorta di razzismo deve proprio averlo nei suoi neuroni, in quanto, recentemente in un'intervista a Report, parlando del calcio femminile, se n'è uscito con quest'altra frase da immortalare: "Si pensava che le donne fossero handicappate rispetto al maschio, ma abbiamo riscontrato che sono molto simili”.
E c'è ancora chi lo sostiene, come Galliani, Lotito e De Laurentiis.
Visto che l'onestà e la serietà non sembrano essere caratteristiche del nostro paese, che all'estero ci considerano mafiosi e corrotti (come dargli torto...), sarebbe logico, dopo Abete, eleggere un presidente senza macchia, uno come Roberto Baggio, per esempio, grande giocatore e grande uomo, anche per le battaglie umaniste che combatte. Sono questi gli uomini su cui puntare per dare un'idea di credibilità al calcio. Uno sport che rappresenta, più di ogni altro, la società, dove molti giovani si specchiano e tentano di imitare i suoi protagonisti. Uno sport che deve tornare ad essere credibile. Tavecchio è come un boomerang, il presidente delle banane, anzi del paese delle banane.