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Testa: “L'arrivo di Vagnati è indice della volontà di Cairo di continuare”

di Marina Beccuti

Carlo Testa, giornalista e gestore del Granata Store, ha parlato ai nostri microfoni alla vigilia della partita Torino-Parma, ricordando che il negozio di C. Agnelli, di fronte allo stadio, sarà aperto domani nel periodo della partita.

Testa non immaginava che il calcio potesse ripartire: “Credevo non succedesse per principi morali, ma prevale chiaramente l’interesse economico. Io ho perso parecchi amici cari causa questa pandemia. Anche i calciatori sono mandati un po’ alla sbaraglio, ma devono giocare ad ogni costo. Al momento lo stadio non mi attrae molto, anche se sono contento di rivedere la mia squadra del cuore, anche se solo in tv. Ma stiamo andando verso un modo di vivere telecomandato”.

Cosa si aspetta Carlo da queste partite? “Intanto tifo Moreno che è uno di noi. Tifo per la maglia e la sua storia. I giocatori devono sudare e dare tutto quello che hanno, non credo che il Toro entri in zona retrocessione, ma bisogna stare attenti. Voglio vedere undici Ferrini in campo, con la massima volontà e il classico tremendismo granata”.

Le forze in campo in questo lungo stop possono essere cambiate: “Direi che in questa ripresa si possono mettere a posto i conti, diciamo così. La brutta partenza adesso può essere ripagata da tredici partite giocate meglio. Tutte le squadre possono aver abbassato gli stimoli iniziali, per cui dovrebbe esserci più equilibrio. Il Toro può ritrovare una nuova identità e dignità”.

Intanto però Cairo ha cambiato il ds in corsa ed è arrivato Vagnati: “Non lo conosco ma è un giovane rampante, che sa che arrivando al Toro si gioca una parte di carriera, sapendo che questa è una piazza difficile, ma può ottenere anche grandi soddisfazioni. Come dire che gli uomini possono cambiare altri uomini. Da lui ci si aspetta qualche novità in società. E’ anche la dimostrazione che Cairo ha intenzione di rimanere ancora un po’ alla guida del Toro”.

Ti aspettavi questa fine inaspettata per Petrachi alla Roma? “Mi spiace perché il direttore ha fatto bene da noi. E’ arrivato che era quasi sconosciuto e ha fatto un buon lavoro, soprattutto con Ventura, portando giocatori poco conosciuti ad alto livello e facendo anche buone plusvalenze. Ha lavorato tra mille difficoltà, dovendo anche fare i conti con il bilancio, che comunque è sempre stato a posto. Non è facile lavorare alla Roma ed è difficile avere un dialogo con gli americani. Petrachi al Torino ha sempre lavorato dietro ai riflettori e mi è dispiaciuto quando è andato via. A Roma ha avuto un duro scontro frontale”.

Può essere fastidioso per Longo leggere tutte queste indiscrezioni sul futuro della sua panchina? “Lui di certo conoscerà già il suo futuro. Non possiamo andare dietro a tutte queste indiscrezioni di mercato e inoltre la squadra deve essere serena in questo finale. Longo comunque non si farà condizionare dalle voci, allenerebbe anche gratis il Toro. L’ho visto spesso allo stadio prima di sedersi sulla panchina granata, prendeva appunti ed era molto attento. Molto poi dipenderà da Vagnati e dalle sue intenzioni future. Oltre che dai risultati”.

Come sta andando il Granata Store in questo periodo di pandemia? “Male, siamo in crisi e anche noi siamo dovuti ricorrere alla cassa integrazione. Tuttavia i nostri dipendenti la paga la prendono sempre ed è la famiglia Testa a tirare spesso fuori i soldi. Abbiamo anche fatto beneficenza. Speriamo di riprenderci in fretta, ma siamo tutti in difficoltà”.


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