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Torino, Civitarese: "Perdere una partita fa parte del gioco"

di Raffaella Bon

Uno dei più importanti mental coach italiani alla nostra redazione ha spiegato gli alti e bassi del Torino. Prima la scoppiettante vittoria a Bergamo e poi la sconfitta in casa contro il Cagliari,

Una vittoria a suon di gol contro l'Atalanta, una sconfitta contro il Cagliari. Ma il vero Torino quale è?
Atalanta, Cagliari e Torino sono squadre appartenenti alla stessa fascia ed è normale che quando si affrontano lo facciano a viso aperto. La netta vittoria nella sfida contro l'Atalanta e la sconfitta contro il Cagliari fanno pensare ad un Torino senza continuità di risultati e di gioco. In realtà la formazione granata domenica ha incontrato una squadra particolarmente motivata a causa del cambio della guida tecnica. Quando si cambia allenatore si ha voglia di voltare pagina. Qual è il vero Torino? E' quello che gioca un buon calcio con la voglia di fare sempre risultato, come abbiamo visto in questo inizio di campionato. Perdere una partita fa parte del gioco, la cosa importante è mantenere alta la motivazione e gli stimoli per fare un campionato importante.

Ci sta che dopo la vittoria di Bergamo i giocatori abbiano preso con leggerezza la sfida contro il Cagliari?
Ogni partita ha una storia a sè, sia sotto il profilo tecnico-tattico, sia sul piano fisico-atletico e ovviamente anche su quello mentale-motivazionale. A volte capita che una vittoria netta possa abbassare il livello di attenzione perchè ci si sente più sicuri. Questo atteggiamento porta ad affrontare con leggerezza la partita successiva e, di conseguenza, a compremettere il risultato. Insisto nel dire che non credo sia il caso del Torino. La formazione di mister Ventura ha incontrato un avversario di tutto rispetto che voleva dare un segnale forte di cambiamento.


In questa sosta bisogna lavorare di più sotto aspetto psicologico?
L'ultima sconfitta ha indebolito qualche certezza. Forse hanno anche ridimensionato il suo valore e le sue ambizioni. In questo periodo di sosta c'è tempo per fare il punto della situazione rispetto all'obiettivo di inizio stagione. Le sconfitte posso essere vissute come rimpianto per non aver fatto risultato oppure come una grande occasione per capire quali sono le aree di miglioramento e di conseguenza lavorare per crescere sia come gruppo che come singolo.


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