Un Toro così e così
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata
Che sia stata, quella contro il Chievo, una brutta partita, specialmente nel primo tempo, lo dicono i numeri.
Neanche un tiro, un calcio d’angolo, una parata dei portieri, una azione degna di nota, per tutti i primi 45 minuti.
Non che nella ripresa si sia fatto meglio, per carità, ma almeno la seconda frazione ha avuto la parvenza di una partita di calcio, ed il merito è tutto del Chievo, che con i cambi, Meggiorini per Pellisier, e Gobbi per Cacciatore, ha cambiato, a suo favore, l’inerzia della partita, portando a casa, meritatamente, i tre punti.
Quanto al Toro, Ventura ha detto che è stata una partita chiusa, decisa da un episodio, ma per essere tale bisogna necessariamente essere in due, al di la della tattica, di partite simili ce ne sono tante nel campionato italiano, e ci vuole quel qualcosa in più per vincerle, quello che appunto ha avuto il Chievo di Maran. Un Toro che non ti aspetti, molle e poco voglioso, simile a quello visto nel primo tempo contro il Verona, lontano parente di quello visto contro la Sampdoria, abulico e privo di idee. Certo, nessuno può pensare che il Toro le vinca tutte, ma se c’è un modo di perdere, è questo, e personalmente mi lascia poco soddisfatto. Si può perdere anche giocando meglio, rischiando qualcosa almeno quando si è sotto di un gol. Di fatto, Bizzarri non ha fatto una sola parata, a meno che, non si voglia considerare parata un colpo di testa centrale di Glik su calcio d’angolo, e, l’unico vero pericolo creato dagli uomini di Ventura è stato un tiro cross di Molinaro passato vicinissimo al palo. Niente di più.
Il Chievo, nella seconda frazione ha fatto qualcosa in più, non è sempre matematica pura ne sono consapevole, ma non me la sento di dire che ha vinto solo per un episodio. Tornando ai nostri, non c’è stata neanche la reazione di orgoglio dopo il gol Castro, eppure mancavano 15 minuti più recupero, cioè una vita. Solo una serie interminabile di passaggi stucchevoli tra i centrali e Vives, con il Chievo comodo-comodo nella sua trequarti ad osservare, senza neanche affannarsi più di tanto a mettere pressione o cercare di recuperare palla.
Insomma brutto Toro, brutta partita, risultato corretto. Peccato.
Quanto ai singoli, brutta la partita di Vives, che proprio non mi è piaciuto. Tralascio un passaggio di trenta metri all’indietro con otto effettivi granata davanti alla palla ed il solo Bruno Peres a centrocampo, che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia, non ne capisco l’utilità e l’efficacia. Ho trovato la sua partita, e specifico a livello personale, priva di alcun significato. Stessa cosa dicasi per Baselli, il talento c’è, ma non basta. Può anche essere che non gradisca molto quella posizione, oppure che debba ancora trovare alcuni meccanismi di gioco, restando ai fatti, contro il Chievo proprio non si è visto. Meglio,anzi, molto meglio la partita del suo dirimpettaio, cioè, Acquah, che pur tra alcune pause, è stato l’unico del centrocampo granata a creare qualcosa, a rischiare alcune giocate, a cercare di portare pericoli alla porta difesa da Bizzarri. Indecifrabile la partita dei tre attaccanti, Quagliarella, Martinez e Belotti, quanto sia colpa loro e quanto del centrocampo è difficile da dire. Nessuno dei tre, a mio parere, può ritenersi soddisfatto della propria prestazione. Discreto il primo tempo di Peres e Molinaro, entrambi calati nella ripresa, dimostrando di essere piuttosto stanchi. Bene la difesa, almeno fino al gol subito. Benino anche Padelli, che però ha sbagliato più del dovuto le rimesse con i piedi, e, visto che nel gioco di Ventura il portiere viene chiamato spesso in causa con queste giocate, sono errori da considerare nel giudizio globale. Quanto a Ventura, poche parole dette a fine match, e la sensazione che avrebbe voluto dire altro, il “ se faccio una buona cosa, non devo pensare di essere arrivato” dice molto, a mio parere, del pensiero del tecnico.
Ora il Palermo, quale Toro vedremo in campo ?
Non parlo di uomini,inteso come formazione, ma di concetti, ed il calcio ne esprime tanti durante i novanta minuti, cioè, pensieri ed azioni, espressi in maniera semplice e definita.