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Bruno e i suoi caccia all'uomo: "Con Baggio non ricucii mai il rapporto. Con Van Basten sì"

di Marina Beccuti
Fonte: Gazzetta dello Sport

Pasquale Bruno, detto anche O'Animale, ex difensore granata, non ha mai lasciato perdere nessuna diatriba, nè in campo così fuori, come dire farsi giustizia da solo con tanto cuore e un po' di avventatezza.

"Era il 26 febbraio ’92, feci un autogol contro il Milan in Coppa Italia. Ero a terra disperato, le mani sul volto: capii ciò che era successo dalla reazione dei compagni. Mi rialzai, presi Van Basten per i capelli e gli dissi: “ora ti faccio finire la carriera”. Capello intuì l’aria e lo sostituì subito. Mentre usciva, gli urlavo “coniglio resta”. La partita diventò una caccia all’uomo, ad Ancelotti diedi un sacco di botte, 4-5 entrate da codice penale, ancora non so perché".

Ma con il bomber olandese poi ci fu la pace, cosa che invece non successe con Baggio.

"Non ho ricucito mai con Roberto Baggio. Ci odiavamo. Quella volta che fummo espulsi insieme, lui venne nello spogliatoio tenuto da un massaggiatore. Dissi: 'portatelo via, altrimenti lo uccido'".

L'avversario più duro per Bruno non fu Maradona, bensì un brasiliano, sempre del Napoli.

"Potrei dirle Maradona, invece è stato Careca. Quello che mi ha fatto passare… È l’unico che l’ho sognato di notte. Una volta si vendicò dei miei trattamenti con un’entrata a piedi uniti. Mi massacrò, un dolore atroce. Ma cosa potevo dirgli?".