Castellini: “Zoff, il Toro e Maradona: i miei 80 anni da Giaguaro”
Fonte: La Stampa
Buon Compleanno a Luciano Castellini, soprannominato il Giaguaro, portiere del Torino dal 1970 al 1978 che con le sue parate contribuì a far vincere alla squadra granata lo scudetto del ’76 e in precedenza la Coppa Italia del ’71. Oggi Castellini compie 80 anni (tanti auguri!, ndr) e ha rilasciato un’intervista a La Stampa facendo un bilancio della sua vita: “Sono stato un ragazzo fortunato perché non ho mai lavorato né fatto sacrifici: mi hanno pagato per una cosa che mi piaceva”. Sulla rivalità sportiva con Zoff di cui è amico, il bianconero fu suo testimone di nozze, ha detto: “Nessun rimpianto per le poche presenze azzurre Zoff era più forte e aveva più testa. Diciamo che io ero Gimondi e lui Merckx. Io però ho vinto più derby”. Nella carriera di Castellini c’è stato oltre al Monza anche il Napoli di Maradona: “Un campione assoluto che non te lo faceva mai pesare, unico anche fuori: mai sentito nessuno parlarne male”.
Cosa è stato il Torino per lei?
“Quella maglia lascia il segno, mi sono sposato a Torino e mio figlio è nato a Torino: neanche sotto tortura potrò parlarne male”.
Si vede ancora con gli ex compagni ai tempi del Toro e qualche giorno infatti è andato a pranzo nelle Langhe con Zaccarelli, Claudio Sala, Pecci e Salvadori e, come sempre, il Toro è stato argomento di conversazione: “Ogni volta che ci incontriamo:pensiamo tutti la stessa cosa, siamo molto dispiaciuti per la situazione. Ormai siamo solo tifosi, ma se volessero dei consigli da qualcuno che ne sa qualcosa…”.
Lei quale darebbe?
“Sogno undici italiani in campo, o comunque una presenza molto più massiccia. Così forse capirebbero cos’è il Toro, il suo senso di appartenenza”.
E tra Israel e Paleari, Castellini dice: “Non posso dirlo da fuori, ci sono tante variabili, compreso il carattere. Chissà se si fanno aiutare da uno psicologo”.
Lei ce l’aveva?
“Sì, lo trovavo nei miei compagni, mi hanno sostenuto molto. Quando mi deprimevo e urlavo di voler andare nei dilettanti, Sala mi riprendeva sempre: «Non dire str...»”.
Il Torino si è mai offerto per un incarico?
“Non mi ha mai cercato e io non mi sono neanche mai proposto, non sono ruffiano. Mi sarebbe piaciuto poter essere di aiuto e dare ai giovani la mia testimonianza”.
Che effetto le fa sapere che sono passati 50 anni dall’ultimo scudetto del Toro?
“Non facciamo retorica, i giocatori di oggi magari neanche si conoscono tra di loro, cambiano sempre. Che ne sanno”.