Che fine ha fatto... D'Orazio, dal Torino alla laurea
Fonte: La Giovane Italia e Tmw
Nuovo appuntamento della rubrica “Che fine ha fatto…”, un viaggio alla riscoperta dei talenti transitati dalle pagine dell'Almanacco de La Giovane Italia nell'anno che segna la sua decima edizione. Il protagonista di oggi è Andrea D'Orazio, centrocampista classe 1997 che ha svolto tutta la trafila nel settore giovanile del Torino. Andrea è stato presente nell' edizione 2014 del nostro Almanacco. Chi ci ricordava? L'ex mastino del Milan e della Nazionale italiana Gattuso.
Ciao Andrea, raccontaci come hai trascorsi gli anni nel settore giovanile granata.
"Il mio viaggio all'interno del settore giovanile del Toro è stato lungo e pieno di soddisfazioni. Inizia infatti quando avevo solamente otto anni e si conclude con l'annata in Primavera. In questi anni ho anche l'opportunità di farmi notare ed essere convocato in nazionale. Al rientro da una convocazione però mi infortunai al crociato e al collaterale per cui il mio rientro in squadra fu lungo. Coincise con la convocazione per il ritiro in Primavera da sotto età, in cui feci fatica a rientrare. L'anno successivo, poiché vidi che non avevo molto spazio, decisi di andare in prestito al Carpi (nell'anno in cui era in Serie A) per potere riconquistare la Nazionale. Fu un'annata abbastanza buona, con allenamenti svolti anche in prima squadra e a fine anno rientrai a Torino".
Che ricordi hai dell'esperienza in azzurro?
"Le prime convocazioni arrivarono con l'Under 16, continuando in Under 17 e Under 18. Esperienza che mi porto dietro poiché ho avuto la possibilità di rappresentare la nazione durante le qualificazioni per l'Europeo U17. In quella occasione purtroppo mi feci male, come detto in precedenza, e fui penalizzato a livello di club. Con U18 invece svolsi due raduni e giocai un'amichevole contro la Norvegia".
Come si è evoluta la tua carriera dopo il Torino?
"Il primo anno andai a Matelica in Serie D dove disputai 18 partite da Under e avendo così l'opportunità di mettere minuti nelle gambe. L'anno successivo svolsi la preparazione con la Pro Piacenza senza ottenere contratto con loro e a settembre rientrai vicino Torino al Borgaro Nobis in Serie D. Successivamente giocai per un paio di mesi in Eccellenza a Susa, prima del passaggio al Milano City a dicembre. Lo scorso anno prima dello stop dei campionati disputai 6 partite al Fossano in Serie D prima di subire la rottura del crociato. Oggi invece sono un calciatore dell'Ambrosiana, società veneta di Serie D, che ha saputo aspettarmi dopo l'infortunio e mi ha la possibilità di ritrovare sicurezza e il feeling col campo. E' un ottimo ambiente dove potere rimettermi in gioco e mettermi in discussione".
Cosa ci racconti di Andrea fuori dal campo e quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
"Durante il periodo al Borgaro ho deciso di intraprendere un percorso universitario all'Università di Torino con una laurea triennale in economia. Fu anche questo il motivo per cui scelsi Susa nel mio percorso calcistico, dove oltre al campo studiavo e lavoravo come elettricista. Adesso ho raggiunto il primo traguardo della mia carriera universitaria con la laurea e son pronto a ripartire con la magistrale con l'UniPegaso. In questo ambito il mio obiettivo è quello di provare a superare l'esame da Dottore Commercialista, mentre calcisticamente sogno di approdare in Serie C. In ogni caso il percorso di studi è un qualcosa che porterei avanti comunque a prescindere dal calcio".