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Cioffi racconta il suo Ciro: "Lo scontro con la Juve una sorta di rivincita"

di Marina Beccuti

Renato Cioffi è stato uno dei primi allenatori di Ciro Immobile, quando erano entrambi al Sorrento. Proprio Cioffi capì le potenzialità sotto rete dell'allora diciassettenne Immobile.

"Ho un concetto nella mia testa: se un calciatore sa segnare può farlo in qualsiasi categoria. E quel ragazzo, si vedeva, aveva il gol nel dna, vedeva la porta come pochi. Ho dovuto anche combattere contro la mia società per farlo giocare, poiché era considerato da tutti troppo piccolo per la Prima Squadra, si rischiava di bruciarlo. Giocava ancora negli Allievi, ma aveva già segnato valanghe di gol. La mia testardaggine portò qualche risultato. E infatti Immobile giocò e impressionò tutti, fece un'ottima prestazione. Lo vidi molto soddisfatto, era una gioia incredibile per lui, anche perché aveva davanti giocatori come Rastelli e Ripa, che avevano fatto la storia di quella categoria. Poi, ancora: Supercoppa, lo feci entrare di nuovo a gara in corso ed altra grandissima partita. Da lì cominciò l'interesse della Juventus".

La Juventus rimane una storia non sbocciata come Ciro si sarebbe immaginato e adesso ha l'occasione per togliersi qualche sassolino nello scontro diretto in Champions league."Sarei felice se Immobile riuscisse a segnare contro i bianconeri visto che per lui sarebbe una sorta di rivincita", ha sottolineato Cioffi.

"La società non ha mai creduto fino in fondo in quel ragazzino, crescendolo senza però dargli mai una grande possibilità. Vederlo nel Borussia e titolare nella Nazionale italiana è la sua rivalsa. In questo momento è sicuramente l'attaccante italiano più forte in circolazione, forse insieme a Zaza e Destro. Gioca in uno dei migliori club d'Europa, ha 24 anni e ancora tanto da dare. Segna già da tempo, ma credo che possa migliorare ancora, e la Bundesliga è il posto ideale per maturare".


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