Corini volta pagina: "Riparto da Brescia"
Fonte: www.bresciaoggi.it
Quella di domani non sarà una serata qualunque. Non è mai una serata qualunque quando si affronta il Toro che quest'anno promette di incornare nobili, borghesi e plebei. E non è una serata qualunque se è bagnata da due esordi.
PRIMA VOLTA dall'inizio di Francesco Flachi, il giocatore che il Brescia ha preso per tentare un nuovo salto di qualità. Prima volta dietro il microfono di Eugenio Corini: «Sì, sarò a Brescia - rivela il genietto di Bagnolo Mella, che ha chiuso con il calcio ma solo con quello giocato -. Mi ha chiesto Sky se me la sentivo di commentare la partita. Ci provo. Se funziona, potrebbe essere l'inizio di una collaborazione, ma spero che non duri più di un anno».
Perchè l'Eugenio, che parla sciolto e bene, ha un'idea diversa di spendere vent'anni di onorato mestiere per raccontare il calcio: «Quest'anno - racconta Corini, 39 anni - mi è passata sotto il naso una buona, anzi un'ottima possibilità. Mi è stata proposta una panchina in serie B. Avrei accettato se avessi avuto, almeno il patentino di seconda. Certo avrei potuto chiedere la deroga. Non l'ho fatto e non mi pento. Non è bello iniziare un nuovo lavoro, un lavoro a cui tengo molto, rompendo subito le scatole a troppa gente. Perciò ho deciso di fermarmi un anno per mettermi in regola. Spero di iniziare ad allenare già l'anno prossimo».
Ma basta poco, un niente per capire che l'Eugenio ha la stoffa dell'allenatore. Vede più partite adesso di quando giocava, vuole saper tutto. Si informa: «Ma perchè Possanzini non ha ancora segnato ?- chiede Corini -. Certo che Caracciolo e Possanzini sono una coppia formidabile e Flachi può diventare il valore aggiunto dell'attacco del Brescia».
Peccato che il Torino possieda 22 valori aggiunti: «Il Torino è la regina della serie B. Ha allestito una squadra fortissima con due giocatori di egual valore per ogni ruolo». Non è il caso del Brescia che aggiunge ad un gruppo di giocatori esperti, un manipolo di giovani promesse: «Giovani interessanti - commenta Corini - ma i giovani sono sempre una scommessa. Nel calcio non c'è mai niente di sicuro. Il Torino comunque ha fatto di tutto e di più per vincere il campionato. Per me può ripetere la stagione del Chievo di due anni fa. Dopo un inizio incerto, una cavalcata senza ostacoli verso la A. Un po' sotto la Reggina».
E DIRE che il Torino non è nemmeno partito con il freno tirato. È probabile, anzi certo che a Brescia farà la partita, ma capita, anche se non è una regola, che chi comanda il gioco, finisca con un palmo di naso, magari buggerato dal caro e vecchio contropiede: «Il Brescia è un osso duro - spiega Corini -. Giocatori esperti come Bega e Baiocco, un rompiscatole tremendo che non si ferma mai, e gente che può fare male in attacco. Ma il Brescia può farcela se riesce a tenere botta al Torino. Basta un niente, un piccolo calo nell'intensità del gioco per mandare in gol il Toro e, se il Torino segna un gol, ne fa tre com'è successo con l'Empoli».
Magari al Brescia farebbe comodo un regista per far girare la palla, accelerare rallentare il gioco all'occorrenza. Uno alla Corini, alla Volpi e perchè no, alla Baronio: «Ho visto la partita della Lazio con il Chievo - racconta l'ex centrocampista di Brescia e Torino -. Un ottimo Baronio. Ottimo anche dal punto di vista tattico. Il mestiere del regista però è un mestiere strano. Puoi funzionare come un orologio, ma se capita l'annata storta sono guai. E' anche vero però che se si prende un regista, bisogna sapergli costruire intorno la squadra giusta. Il regista deve sapere che esistono certi movimenti della squadra che non sono frutto del momento, ma sono continui e automatici. Su questi movimenti costruisce il suo lavoro. Con questi presupposti, non avrei visto male la conferma di Baronio a Brescia».
Roberto Timpini