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Fabrizio Salvatori: "Toro, Mihajlovic è la scelta giusta. Giaccherini sarebbe un ottimo innesto"

di Claudio Colla

Direttore sportivo che nel novembre del 2008 portò Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Bologna, Fabrizio Salvatori, primo diesse dell'era Cairo (nel 2005/06), intervistato da calciomercato.com, ha parlato dell'approdo del serbo al timone granata: "In quel momento al Bologna non eravamo in una buona situazione di classifica: i risultati non arrivavano e decidemmo di provare a cambiare l'allenatore, esonerando Arrigoni. Mihajlovic fino a quel momento aveva fatto solo il secondo all'Inter, ma decidemmo ugualmente di prenderlo, perché pensavamo che avesse il carisma e la voglia giusta per risollevare la squadra.

Sinisa ha una grande carattere, tanta determinazione, e sa lavorare bene sul campo. Inoltre sa benissimo come farsi rispettare dalla squadra: queste sono le sue qualità.

Per qualsiasi allenatore arrivare al Torino dopo l'addio di Ventura non sarebbe stato semplice, Mihajlovic ha però carattere e deteminazione da vendere, per cui penso che sì, possa essere stata la scelta giusta. Integrarsi con una piazza esigente come quella granata? Questo dipenderà molto dai risultati e dalle aspettative dei tifosi. Se i risultati arriveranno, allora l'integrazione per Mihajlovic sarà molto più semplice. I risultati dipenderanno però anche dalla squadra che gli metteranno a disposizione.

Giaccherini è senza dubbio un ottimo giocatore, che può ricoprire vari ruoli. Se dovesse arrivare al Torino starà a Mihajlovic trovargli la giusta posizione in campo. Con i tempi che corrono le società investono per monetizzare il più possibile. Certo, se si vuole puntare ad una traguardo importante non si dovrebbero vendere i migliori. In questi anni però il Torino ha sempre saputo sostituiri i vari giocatori che sono partiti con altri altrettanto bravi.

Immobile non ha di certo fatto sfracelli nelle squadre dove è andato dopo aver lasciato il Toro due anni fa. Se, per motivi personali, tecnici o economici, volesse fare un'altra esperienza, e non avesse quindi le motivazioni per restare sarebbe inutile trattenerlo. Cairo? Credo che sia migliorato molto, l'esperienza insegna. Quell'anno in cui sono stato il ds del Torino ricordo che lasciò lavorare sia me sia De Biasi, e i risultati arrivarono".


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