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Jacomuzzi (talent scout) sul Toro: “Acquisti sbagliati al pc come su Amazon, per non investire 350 mila euro”

di Elena Rossin
Fonte: Tuttosport
Vagnati e Cairo

Carlo Jacomuzzi, storico osservatore di Toro, Juve, Roma, Chelsea, Fiorentina, Everton, è stato intervistato da Tuttosport. Ha fondato da qualche mese con il figli Pablo e un gruppo di colleghi che fanno il suo stesso mestiere - la prima e unica associazione che raggruppa (anche per tutelarli professionalmente) i talent scout: l’Aioc, Associazione italiana osservatori calcio (www.aioc-italia.it). “Creare un settore capace di scoprire talenti costa poco - ha detto Jacomussi -: che tristezza il mio Toro sembra che scegli  gli stranieri a casaccio. Il mio discorso non vale solo per il Torino di Cairo, purtroppo. Troppi presidenti ragionano così, con ben poca lungimiranza. E buttano pure via un sacco di milioni sbagliando una miriade di acquisti, fatti al computer su segnalazione di procuratori interessati. Come se comprassero una merce qualunque su Amazon”. “Servono almeno 3-4 scout che girino il mondo e ne capiscano – ha affermato -. Andare a vedere le partite a San Siro o a guardare i video sono capaci tutti: ma cosa vuoi scoprire lì? Dico io: si può scegliere un giocatore osservandolo nei video promozionali che ti inviano i procuratori? O vedendolo in partita al pc senza mai seguirlo in un allenamento, senza parlare con lui se non una volta al telefono?”.E ha aggiunto: “E’ dura fare l’osservatore anche negli angoli sperduti del mondo. E’ questo che rimprovero al Torino di Cairo. Al mio Toro che ho nel cuore, e a quegli altri club che si comportano così. Non avere interesse … e chissà perché … a creare settori scouting all’altezza. Non hanno osservatori che girino abbastanza. Viaggiano poco o nulla, a parte i link sul computer. Quelli del Torino, da quando non ci sono più Cavallo e Milanetto, cioè due che girano l’Italia e il mondo tutte le settimane, è rarissimo vederli su qualche campo davvero interessante. Al Torino per creare un settore scouting degno di una società di medio-alto livello servirebbero 3, ma meglio 4 persone per coprire bene anche il Sud America. Un bravo talent scout in Italia guadagna tra 3 e 4 mila euro netti di stipendio al mese più i rimborsi spese. Significa che con 350 mila euro all’anno, pagando pure le tasse, puoi creare un settore di primo livello. Basta scovare e comprare un talento da 300 mila euro e rivenderlo qualche anno dopo anche solo a 2 milioni per ripagarti dell’investimento e guadagnarci pure parecchio”.