L'ex granata Amoruso si racconta alla Gazzetta
Zitto zitto, lui fa quello che ha sempre fatto, in giro per l’Italia: gol. Nicola Amoruso ha un piccolo- grande record: ha segnato in serie A con 11 maglie diverse. Da Nord a Sud, e non si è stancato. Mercoledì l’ultima gemma: «Guidolin mi aveva chiesto: 'Te la senti di battere i rigori?'. Gli ho risposto: 'Certo, li ho sempre tirati'». Nick il vagabondo è arrivato a Parma, e lì si vuole stabilire: «Mi piace tutto: la città, il centro sportivo, l’aria che si respira. Ho trovato casa in centro, presto farò il trasloco e mi sistemo. Qui c’è un ambiente pazzesco, una società molto organizzata, giovani interessanti. È bello anche andare agli allenamenti. Appena si può ci troviamo tutti insieme. Non è normale trovare queste qualità in un gruppo».
Cosa vi ha detto Guidolin all’intervallo di Lazio-Parma?
«Eravamo seduti sulle panche. Lui era molto scosso, ci ha chiesto di far pareggiare la Lazio. Un po’ increduli, ci siamo guardati, non capivamo. Ma nessuno di noi, e nemmeno la Lazio, si era accorto che c’era Baronio a terra. Tutti hanno continuato a giocare. Guidolin ha fiducia in noi e ha creduto alla nostra versione. Poi ha rivisto anche le immagini. Però ho capito quanto sia grande la sua sensibilità. Tutti sono stati leali».
La scorsa stagione non è stata felice, tra Torino e Siena.
«A Torino, dopo un buon inizio, i risultati non arrivavano. A gennaio, ho cambiato aria. Siena per me rimane un grande punto interrogativo perché in 5 mesi non mi è mai stata data la possibilità di giocare. Non capisco allora perché mi hanno preso, non hanno avuto modo di giudicarmi».
Ci racconta il primo gol in A?
«Me lo ricordo perfettamente, era Sampdoria-Udinese. Entro al posto di Gullit, la Samp era una squadra fortissima. Assist di Lombardo e io in scivolata la butto dentro. Mi metto a correre per tutto Marassi, che è splendido, con tutti i tifosi vicini».
E il più bello?
«Uno dei più belli e più importanti è quello di Reggina-Roma 10 sotto la pioggia nell’ottobre 2006: ha dato il via alla nostra rimonta per quella salvezza incredibile dopo la penalizzazione. A Reggio ho lasciato il cuore».
Il gol più clamoroso che ha sbagliato?
«Devo pensarci. La sensazione di non averci dormito su la notte ce l’ho, ma evidentemente ne ho sbagliati così tanti... Non ne ricordo uno in particolare, ma mi sa che i tifosi li ricordano bene».
La maglia più pesante che ha indossato?
«Forse quella della Juve, soprattutto perché ero molto giovane. Era importante e volevo sempre fare bella figura. Ho giocato la Champions e sono stati anni vincenti. Poi anche la maglia del Napoli, perché la piazza è molto esigente: quella non è stata una stagione fortunata, ma la ricordo con piacere. Tra l’altro a Napoli ho trovato mia moglie, quindi ci torno appena posso. Ma maglie leggere in serie A non ce ne sono, è sempre difficile ».
Si nasce per far gol oppure ci si allena per farlo?
«Credo che ci sia un’attitudine, un istinto naturale. Poi puoi migliorare, certo, l’allenamento è importante. Ma goleador si nasce».
Il Parma può arrivare a qualcosina in più della salvezza?
«Siamo partiti davvero bene, ma conosco le insidie della serie A e so che andando avanti diventa tutto più difficile, perché tutte le squadre trovano il loro equilibrio e per noi sarà più dura. Dobbiamo pensare solo alla salvezza domenica per domenica, a cominciare dal Cagliari».