Lo scopritore di Quagliarella: "Il Toro lo prese quando lo voleva anche il Napoli, e la Juve era indecisa"
Intervistato da tuttocalcionews.it, Aniello D'Auria, scopritore di Fabio Quagliarella, uomo del momento in Serie A, ha affermato: "Lui giocava con Don Luigi Salvato, a Castellammare, nella categoria Pulcini. Noi avevamo una squadra, la Junior Gragnano, che teneva il pallone per 38 minuti, nelle partite di 20 minuti per tempo, e segnavamo gol a grappoli. Fabio voleva giocare con la nostra squadra, perché era molto più forte delle altre. Giocò qualche torneo con noi, e lo prendemmo quando il campionato Pulcini era già iniziato. Già allora faceva tantissimi gol. Aveva la numero 7, poi ha sempre usato la 27 in onore di Niccolò Galli: si conobbero ai tempi delle giovanili, ed erano grandi amici.
Dopo un anno e mezzo, poi, lo abbiamo ceduto al Torino, tramite Musella. Fabio fece un provino per tre giorni e lo presero subito. Fece provini anche con la Juventus e il Napoli. Non volevo che facesse il pendolare, e per questo motivo non lo diedi agli azzurri. I bianconeri, invece, tentennavano molto. Poi uscirono fuori i granata, e subito lo presero, perché la Juventus dopo diversi mesi ancora non era convinta del tutto. Fabio andò via da casa volentieri, perché è sempre stato un ragazzo coi paraocchi, vede soltanto il pallone. Per lui l’importante è giocare e segnare, questa è la sua vita. E quando non segnava, si piangeva parecchio, negli spogliatoi
Fabio sta bene alla Sampdoria, e gli conviene restare dove gli vogliono bene, come a Genova. Se proprio deve andare in una big, spero che torni al Napoli. Ma non credo che De Laurentiis sia disposto a offrirgli lo stesso ingaggio che gli garantisce Ferrero. Futuro alla Juve Stabia? È un grande stabiese, e gli stabiesi veraci tengono molto alle proprie origini. Non escludo che possa fare qualche anno a Castellammare, magari in Serie B. Anche se non credo prima di due anni, visto il contratto appena rinnovato con la Sampdoria”.