Petrachi: "Pronto per un nuovo capitolo. Singo? Preso senza visionarlo"
Petrachi ha raccontato le sue verità a TMW soprattutto riguardo all'esperienza negativa avvenuta nella Roma.
"Credo che nella vita le separazioni consensuali siano quelle meno dolorose. Ognuno va per la propria strada, quando non c'è più amore finisce tutto. Solo che lì la separazione non è stata consensuale. La giusta causa non c'era e la giustizia l'ha dimostrato. Mi sono buttato a capo fitto in quel progetto, ho dato tutto e ci sono rimasto male. Ora però il tempo è passato, è stato galantuomo: la giustizia ha raccontato come sono andate le cose. E sono pronto, siamo pronti per un nuovo capitolo della nostra carriera”.
Per Gianluca Petrachi il direttore sportivo ha un ruolo ben specifico: "E' il referente principale del Presidente. Deve fare i suoi interessi, in senso assoluto. Il ds si assume le responsabilità in virtù delle richieste della proprietà. Vuole i giovani? Vuole un progetto ambizioso? Vuole andare in Europa? Vuole una squadra matura e pronta subito per vincere un campionato? Alla base dell'inizio del percorso c'è questo: studi le esigenze della società e in base a questo metti a far fruttare le tue conoscenze”.
Si possono anche fare acquisti senza andare sul posto a vedere il giocatore. Ed è stato un successo, perchè questo giocatore, ora al Toro, ha un nome ben preciso e sarà un prossimo elemento conteso sul mercato.
“Si tratta di Singo, per esempio: il suo agente, lo stesso di N'Koulou, mi fece avere dei video amatoriali. Gli ho dato fiducia: c'erano dei prospetti interessanti e ho intravisto Singo. Però, nonostante il costo 'irrisorio' di 150mila euro, non l'avrei mai preso a scatola chiusa: così mandai una settimana uno scout in Africa, in Costa d'Avorio, a vedere il Denguelé... Terre difficili, provini unici, ma le sensazioni dal vivo su Singo furono le stesse. Però era extracomunitario e me lo sono tenuto 'caldo' fino all'ultimo giorno di mercato per evitare di occupare il posto. Singo non l'ho mai visto live e anche il mio braccio destro non lo ha visto bensì uno dei nostri dello staff. Però mi sono sempre fidato molto dei miei uomini, del mio capo scout Cavallo e delle altre cinque persone che lavorano al mio fianco”.
Tra i colpi che l'hanno reso orgoglioso, ha risposto: “Il giocatore che quando arriva diventa complementare in una squadra. Prendere Darmian per tre milioni circa, vederlo diventare titolare e venderlo al Manchester United. Vives che fa otto campionati e diventa il proletario capitano del Torino che torna in Serie A e va in Europa League. Tre anni di Pisa, con Castillo che diventa bomber per antonomasia, Raimondi che dai dilettanti diventa leader e capitano del club”.