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Pulici: "Al Toro fa paura la mia ombra"

di Marina Beccuti
Fonte: Stampa.it

Paolo Pulici, manca più il Toro a lei o lei al Toro?
«Bella domanda. Sono un ex che continua a vivere nel ricordo di una grande squadra che aveva un grande presidente come Pianelli. Di Toro parlo quasi ogni giorno con i tifosi, partecipo alle loro feste. Non vivo la realtà della squadra attuale, però va bene così. Ogni epoca ha i suoi protagonisti e certi personaggi sono pure scomodi».

Pulici lo è?
«Forse con quello che ho fatto per la squadra posso essere un peso. Anche la Juve, Bettega a parte, non ha dato spazio agli ex. Per dare una mano non è indispensabile essere presenti sul posto. Il Toro ha già bruciato Sala e Zaccarelli».

Quindi vuole mantenere intatto il ricordo che la gente ha di lei?

«A volte anche un’ombra può fare paura. Con Cairo ho parlato due volte, l’ultima alla festa per il centenario. Abbiamo discusso di tante cose».

Risultato?
«Per ora continuo a fare il nonno».

Cairo può essere il presidente che dà tranquillità societaria e di risultati?
«La speranza è quella di eliminare le parole sofferenza e retrocessione dal vocabolario di noi granata. Il presidente ha promesso di costruire una squadra importante. Aspettiamo senza mettergli fretta. Anche Pianelli ci mise tanti anni per arrivare allo scudetto».

Qual è il segreto per durare nel tempo?

«Costruire e non abbattere tutto se le cose non vanno bene. Se hai giocatori di un certo valore è giusto dar loro tempo, insistere sullo stesso gruppo».

Oggi c’è un Puliciclone sulla scena granata?

«Se intende gente che non si arrende mai e ha un carattere di ferro, diciamo che qualcosa manca ancora. Per far parte di questa squadra occorre una certa mentalità, una disposizione al sacrificio che non è comune a tutti. Io sono stanco di patire e di usare i verbi al passato. Guardino cos’era il Toro di trent’anni fa e se ce la fanno si adeguino».

Prendiamo Rosina: come giudica il capitano?

«Non è un fenomeno, perché sono pochi i fuoriclasse veri. E’ un buon giocatore, che ha colpi e può fare la differenza. Non è un Del Piero che modifica il corso della partita. Alessandro deve essere sempre al top, altrimenti è uno come tanti».

Lei se ne intende di punte. Come valuta Amoruso e Bianchi?
«Attaccanti di valore, che spesso mancano di cattiveria sotto porta. Domenica nel primo tempo dovevamo già essere 3-0 per noi. Se non sfrutti le occasioni, che punta sei? Bisogna essere cattivi là davanti. Meno dribbling e più conclusioni. Altrimenti chi ti dà la palla buona, alla fine si arrabbia pure».

De Biasi è da licenziare se perde il derby?
«Quando si punta su un allenatore bisogna andare avanti con quello fino al termine del campionato. Non si cambia in corsa, quasi sempre è più un danno che un vantaggio. E poi che colpe ha il tecnico se in campo i giocatori non fanno quello che lui chiede?».

Che derby sarà?
«La Juve non ha risolto i suoi problemi battendo il Real, il Toro parte sfavorito, tuttavia se andrà alla «guerra» pronto a tutto, potrà sovvertire il pronostico. Bisogna mordere l’avversario. Noi battevamo spesso una Juve che poi vinceva lo scudetto. Ci riusciranno i nostri eroi?».

Fabio Vergnano


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