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Pulici avvisa: "Attenti, non vogliono il Toro in A"

di Marina Beccuti

Il vecchio cuore granata di Paolo Pulici lo porta ad andare oltre alla realtà, come percepire che qualcuno rema contro ed è quello che ha detto ad Articolotre.com. La partita di sabato non l'ha vista perchè era con i suoi bambini, ma anche Pupigol subodora che qualcosa non stia andando a dovere: "Che il Toro non lo vogliano in A penso sia una cosa normale, la questione dei tre punti in questo senso è indicativa: c’è un precedente importante che è stato ignorato e ciò fa sorgere i dubbi e alimenta le preoccupazioni", dice riguardo alla sentenza della Corte di Giustizia Federale e dell'arbitraggio di Di Bello.

Il calcio è sempre meno credibile e Pulici è da tempo che l'ha ripudiato: "Io da quello che sta succedendo me ne sono chiamato fuori tempo fa, proprio perché non mi riconosco più nel calcio di oggi: ho fatto bene a stare con i bambini, che è il calcio pulito e vero se allontaniamo i genitori. Noi allenatori ed educatori abbiamo un compito fondamentale, in questo senso: si parte da lì, dalle fondamenta per costruire una casa, purtroppo non sempre lo facciamo, e i risultati sono quelli che si possono vedere".

Tra poco è il 4 maggio, un momento sempre particolare, soprattutto per chi ha sposato il granata come modo di vita: "Le emozioni sono sempre forti, stiamo parlando dell’unica squadra al mondo che ha dato 10 giocatori su 11 alla Nazionale, dei giocatori che erano seguiti da tante gente, e non solo tifosi granata. Hanno fatto cose eccezionali e se non fosse successa quella disgrazia avrebbero allungato la serie di scudetti che tanto rende orgoglioso chi ancora è tifoso del Toro. Al 99 per cento sarò a Superga, come faccio sempre,  perchè quando ci sono delle tradizioni, non si possono abbandonare.


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