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Roma, Petrachi: "Il Toro è stata una grande scuola. A Peres diamo una chance, se sbaglia torna a casa"

di Marina Beccuti

Gianluca Petrachi, per dieci anni direttore sportivo del Torino, passato in estate alla Roma, ha rilasciato una lunga intervista sul sito ufficiale della Roma, soffermandosi sul mercato di gennaio.

"Credo che il mercato di gennaio sia sempre di riparazione e non di rivoluzione. Non è semplice. In questa stagione, in un momento di grande emergenza, ci siamo guardati attorno per cercare qualche svincolato, ma era un momento delicato e ci mancava solo che mi mettessi gli scarpini io a cinquant’anni. È difficile migliorare la nostra rosa in questa fase. Noi crediamo moltissimo nel nostro gruppo. E credo che a gennaio ci saranno pochi movimenti. Poi se qualcuno, poco contento, vuole cercarsi qualche chance per andare a giocare da un’altra parte, lo prenderemo in considerazione".

Petrachi ha poi proseguito: "Sento tanto clamore, leggo molti nomi in attacco. Lo dico chiaramente: noi siamo contenti di Kalinic, è un calciatore che si sta ritrovando e lo notiamo giorno dopo giorno in allenamento. Siamo convinti che nel girone di ritorno ci darà tante soddisfazioni. I nomi che si fanno non sono veri perché Nikola, per quanto ci riguarda, non è sul mercato”.

Petrachi si sofferma anche su un giocatore che portò al Torino, che ha ritrovato alla Roma e rischia di essere un caso da qui a giugno, Bruno Peres.

“Ci tengo a parlare di lui. Lo conosco bene. L’ho preso io a Torino. Lui sa giocare a calcio. Deve ritrovare quella fame, quell’umiltà che forse ultimamente aveva perso. La mia idea condivisa con Paulo è di dargli una seconda chance, perché a tutti si concede nella vita. Deve ritrovarsi come uomo. Tutti possiamo sbagliare. Negli anni in granata si è visto il vero Bruno Peres e io ero lì, so come ha fatto a rendere. Lui ne è consapevole: gli daremo una possibilità e la prima volta che sbaglia è a casa”.

Non poteva mancare un suo commento sugli anni trascorsi in granata: "Ho vissuto nove anni bellissimi. Ho dato tanto per il Toro, mi sono invecchiato anche fisicamente lì perché tenevo tantissimo a quei colori. Ed è stata una grande scuola. Aver vissuto quelle difficoltà ti aiuta per far bene in una piazza come Roma, perché se non hai vissuto certe situazioni qui rischi di essere sbriciolato. Lì ho lasciato tanti giocatori e sarà emozionante rivederli. Forse mi emozionerò di più al ritorno, perché sarà come tornare in una vecchia casa. Dopodomani, però, subentrerà la professionalità. Non amo perdere, sono ambizioso. La sconfitta la vivo malissimo. Spero che domenica i nostri giocatori non sbaglino l’approccio alla partita".