Sorrentino: "Mi alleno con il Chieri alla ricerca di un progetto che possa interessarmi"
Stefano Sorrentino non molla ed è ancora alla ricerca di una nuova squadra, dove poter mettere al servizio la sua lunga esperienza, essendo un portiere 40enne che ha ancora voglia di mettersi in gioco.
L'ex portiere granata ha rilasciato una lunga intervista nella trasmissione Stadio Aperto, su TMW Radio, dove ha parlato dapprima della sua esperienza da svincolato agli allenamenti di Coverciano. "Dopo 25 anni di ritiri con i club sin dai primi di luglio è stato strano. Sono stato 3 settimane a Coverciano, dove oltre alla preparazione con i giocatori disoccupati ci siamo anche dedicati al percorso per il patentino da allenatori. Erano presenti altri grandi nomi, come Manuel Pasqual e Antonio Nocerino. La nostra squadra avrebbe certamente fatto la sua figura".
Ora il portiere è tornato in Piemonte: "Mi alleno tutti i giorni a Torino, dove mi sono trasferito da poco per raggiungere le mie figlie. Ringrazio il Chieri, club di Serie D che mi permette di tenermi in forma aspettando la chiamata giusta; sono già arrivate alcune proposte che ho declinato. Non è importante la categoria, per me conta solo il progetto e l'emozione che mi da giocare. Per ora mi è stato proposto solo un ruolo da secondo portiere, e a me non piace gufare nè stare a guardare. Sono in attesa, con grande serenità. Ammetto che guardare gli altri giocare mi da un po' di bruciore allo stomaco".
Dopo aver appeso i guanti al chiodo, Sorrentino non si vede mister: "Non mi vedo particolarmente nel ruolo di allenatore, preferirei una carriera da dirigente per mettere in gioco le mie conoscenze e la mia esperienza".
Il portiere ci tiene a sottolineare: "Non conta l'età, è tutta una questione di testa: mi sento bene fisicamente e mentalmente, il discorso dell'età secondo me è una sorta di luogo comune privo di fondamento. Smetterò quando non ci starò più con la testa".
Nel frattempo il ruolo del portiere è cambiato un po': "Al giorno d'oggi gli estremi difensori usano quasi più i piedi delle mani. Oggi il portiere anche in allenamento lavora molto più con la squadra rispetto al passato perchè è parte attiva del gioco. Come parare i rigori? Bisogna studiare ogni settimana gli attaccanti per cercare di capire il modo di calciare e il loro status a livello mentale, ma serve anche grande capacità di intuizione".