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Tempi che furono, quando Giuseppe Accardi disse no a Cimminelli e Moggi

di Marina Beccuti

Beppe Accardi non è stato tanto tempo al Torino in quanto arrivò nel periodo di Vidulich and Company, quando la società che comprò il Toro si chiamava Hic Sunt Leones e i compratori erano tutti genovesi. Intervistato da TMW, Accardi ricorda quando arrivò l'occasione di venire nel capoluogo piemontese, durante il suo periodo in Oriente: "In Indonesia conobbi una persona, Roberto Regis Milano, che faceva trading in Indonesia. Mi contattò, chiedendomi quale fosse l'occasione migliore (per comprare una squadra di calcio, ndr). Subito andammo a trattare la Reggiana, ma non trovammo l'accordo. Poi saltò fuori l'occasione Torino. Mi ritrovai subito, da calciatore a dirigente del Toro: ero diventato il responsabile dell'area tecnica granata, nel 1996".

L'ex giocatore di Palermo, oggi agente Fifa in crescita, ricorda ancora di quel periodo: "Potevo decidere tutto quello che volevo, ma non avevo l'esperienza, la caratura, per gestire una società del genere. Mi accodai a delle persone che all'epoca erano più competenti. Ma ho un rimpianto...".

Accardi lo spiega subito: "Un giorno andai a Parigi da un amico, che mi portò a vedere dei ragazzi di colore. Vidi un ragazzino che mi fece subito una buona impressione. Gli chiesi se voleva venire a provare nel Torino e lui accettò. Dissi ai responsabili del settore giovanile del Toro di provarlo. Dopo una settimana lo bocciarono, così mi feci mettere tutto per iscritto. Telefonai a Leo Mannone, presidente del Marsala, gli mandai questo ragazzino. Sapete chi era? Patrice Evra. Da lì cominciò la sua storia". Uno dei tanti rimpianti del Toro del passato.

Ma com'è che Accardi se ne andò? "Il Torino fu venduto, Cimminelli e Luciano Moggi mi proposero il rinnovo di contratto. Ma li ringraziai e presentai le dimissioni. Da un po' di tempo Beppe Galli e Antonio Caliendo mi stavano addosso, così mi convinsero ad andare a lavorare con loro". L'ex dirigente granata non ha peli sulla lingua e infatti ha rivelato chi c'era dietro a Cimminelli, niente poco di meno che Lucianone. Per fortuna che il Torino, pur avendo subito il fallimento, continua a vivere.


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