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Torino, anche per Novellino basta trovare l'amalgama

di Giulia Borletto

Un tempo si parlava di mezzogiorno di fuoco, per Lerda tutto il mese di ottobre sarà contornato da corone rosse. Delle sei partite in calendario nel corso del mese, ben quattro saranno giocate dal Torino tra le mura domestiche dell'Olimpico: si parte con il Portogruaro, poi ci sarà il Vicenza, il Frosinone e infine l'Ascoli. Ma occhio alle trasferte, perchè l'Atalanta e il Livorno non aspettano altro che battersi contro i granata. Intervistato dal quotidiano Leggo, l'ex allenatore granata Walter Novellino spiega come vede in questo particolare momento la squadra allenata da Lerda, soprattutto in ottica futura. "Il Torino sembra una maledizione: chiunque transiti da quelle parti viene travolto. Allenatori, calciatori, dirigenti. Prendete il mio caso: ho vinto sette campionati, ma da quando sono andato via in pratica non ho più lavorato. Ma non è colpa di Cairo. Lo conosco bene: ha fatto errori, ma con il cuore. Il problema è un altro. E’ che il Toro è un mondo di chiacchiere, una realtà che guarda al passato. Ma quel confronto è impossibile. La gente però non se ne rende conto. Quando arrivai da ragazzino mi aspettavano Agroppi, Ferrini, Cereser, e chissà quanti ne dimentico. Adesso chi c’è? Bisogna guardare avanti. Basta vecchio Toro, il cuore, il tremendismo, il Filadelfia: passato glorioso, ma il presente è un altro. Anch’io sono stato vittima di questi ragionamenti, l’ho capito dopo".

Sul valore del Torino non si discute. Anche Novellino pensa che momento no a parte, il Torino abbia molto da dare a questa B un pò fuori dal comune: basta trovare la giusta amalgama "La B non si vince adesso. Occorrono pazienza e serenità. A Lerda suggerirei di accentrare Sgrigna, non è un giocatore di fascia. E stia attento al Portogruaro. Corini l’ha lasciato perchè sosteneva che non fosse all’altezza della B, ma la verità è un’altra: troppi allenatori vogliono la pappa già pronta".